DAGOREPORT - MA QUALE TIMORE DI INCROCIARE DANIELA SANTANCHÈ: GIORGIA MELONI NON SI È PRESENTATA…
VIDEO - http://video.corriere.it/guzzanti-prima-frecciata-berlusconi/6529bd06-6e1b-11e1-98c2-a788cd669a01
Riccardo Bocca per il blog Gli Antennati de l'Espresso
La prima cosa che deve fare Sabina Guzzanti, oggi, è alzare il telefono e chiamare Lucia Annunziata. Se è una persona onesta, la fantastica Sabina, e di sicuro lo è, ha il dovere di raggiungere l'ex presidentessa Rai e dirle «grazie che esisti, e che mi permetti da anni di sfotterti a piene mani, con tanto di occhietto debole e cadenza ultracampana».
à infatti questo, in tre ore di resistenza davanti al quantomai piccolo schermo, il passaggio più divertibile nel contenitore di "Un due tre stella", teoricamente attesissima trasmissione satirica, e praticamente abbecedario dell'antagonismo borghese, con tanto di birignao rubato alla titolare Daria.
Riepilogando per i - giustificati - assenti, da nove anni Sabina Guzzanti mancava dalle televisioni nazionali. E ora che (evviva!) è tornata, ci aiuta a ricordare cosa c'eravamo persi per colpa del solito Silvio: ossia l'incedere teutonico di una barricadera catodica, dimentica degli obblighi da comicastra - far ridere, tanto ridere, o almeno abbastanza ridere - e fedele soltanto alla militanza nel PdN: il Partito della Noia, di cui ha la tessera numero uno.
Certo è difficile, lo riconosce lei stessa, dimenticare il trapiantato in bandana, la sua guitteria conclamata, e anche il pollame desnudo di certe notti arcoriane. Ma certo non può bastare, come cambio pagina, la caricatura di un Monti telecomandato dal presidente Napolitano, e tantomeno è sufficiente la caricatura di madame Palombelli, tratteggiata mentre difende l'adorato Francèsco - che tra parentesi ne ha tanto bisogno, vista l'aria che tira.
In crisi di divertimento, mentre le palpebre cedono, s'attende dunque da casa il miracolo di uno sghignazzo. Ma poco importa, alla condu-attrice, se il divertimento latita. Lei ha da gestire, in studio, una personalissima cellula in sonno, costituita da un soviet di economisti, intellettuali e giornalisti illuminati, tutti assieme preposti a indottrinare il pianeta.
Un esercito della salvezza che -mentre i minuti passano e s'aggiunge pure il venerato Moore (Michael)- recita a ruota di Lady Sabi il manifesto della rivolta: mazzate alle banche d'affari, mazzate ai partitacci schifosi, mazzate anche ai gestori dei cosiddetti mercati, in realtà covi di vipere e di interessi occulti.
E se per caso capita l'incidente, cioè che un dirigente Pd -Stefano Fassina- si dichiari apertamente Sì Tav, scatta istantanea la punizione, con la padrona di casa che gli aizza contro un tecnico (il giurista Ugo Mattei) e non gli rimette la museruola fino alla pausa pubblicitaria.
Dopodiché va detto, nel rispetto delle vittime innocenti, che l'umorismo svalvolato di Nino Frassica, per quanto troppo lunare e anarchico in una simile arena, merita grati applausi, come pure la fascistella di Caterina Guzzanti e un altro paio di battutisti esordienti.
Ma non è questo il punto.
Il problema, piuttosto, è la disattenzione patologica alla grammatica televisiva, che anche se cambia premier rimane sempre la stessa. Straparlare per ore, insomma, resta comunque un reato, almeno quanto il concorso esterno all'associazione mafiosa.
E non meno grave, va sottolineato, è il sospettuccio di furberia, di cui Guzzanti s'è macchiata imitando Giovanni Stella, campione siderale di volgarità involontaria, oltre che amministratore delegato del carrozzino La7.
Voleva forse apparire una prova di libertà , e invece era un abbaglio per anime belle. Nulla di (s)travolgente, infatti, è stato detto e fatto nell'intera puntata. Ha trionfato, come nove anni fa, la retorica dell'antitutto; quell'ovvio dei popoli, beato lui, che non passa mai di moda.
2- VOGLIAMO INFINE DIRE CHE LA SORELLINA CATERINA ORMAI Ã MOLTO MEGLIO DI QUESTA SABINA CHE SI BUTTA VIA NEL NOME DELLA TETRAGGINE?
Aldo Grasso per il "Corriere della Sera"
Dopo la bufera di «Raiot», è tornata in video Sabina Guzzanti con un omaggio al grande capo de La7 Giovanni Stella, uno più tosto di lei. Per questo forse si sperava in un programma che indulgesse meno al predicatorio e pescasse ad antiche riserve di satira. Niente da fare. L'avvio è lento (se 9 anni vi sembran pochi provate voi a lavorar o a rinnovare il repertorio), e anche l'imitazione di Mario «Montinator» Monti a colloquio con il Quirinale non pare brillantissima (il padre Paolo, quando imitava Pertini, era più ficcante).
Come appare fra il pubblico Giulietto Chiesa la tentazione è di cambiare canale ma il dovere frena, giusto per intercettare Nino Frassica, il cui registro comico sembra preso a prestito da Panariello o giù di lì, e sentire la voce d'oltretomba di Patrizio Roversi. Ecco mancava solo quel bambinone invecchiato di Michael Moore, degno erede di Giulietto, a farci una lezioncina sulla finanza.
Guzzanti ha molti rospi da togliersi ma il programma procede tra noia e tristezza, tra comizietti e saccenterie: propaganda infida.
Forse i nove anni poteva impiegarli a preparare un programma migliore, con più ritmo: «Un due tre stella» è prima di tutto una trasmissione mal costruita, sembra che i suoi molti autori non sappiano decidersi su che tipo programma fare e come farlo.
Il tutto è molto primi anni 2000: gli stessi feticci, le stesse ossessioni, da Berlusconi a Bush, aggiornate ai tempi della crisi. Peggio dei giovani satiristi c'è solo il pubblico in sala. Insomma, Guzzanti si salva solo con le vecchie imitazioni. Vogliamo infine dire che Caterina ormai è molto meglio di questa Sabina che si butta via nel nome della tetraggine?
SABINA GUZZANTI SABINA GUZZANTI E LA SQUADRA DI UN DUE TRE STELLA sabina guzzanti STEFANO DISEGNI SU SABINA GUZZANTI POLLO SPENNATO DA "SETTE"SABINA GUZZANTI IMITA BARBARA PALOMBELLI A LA SETTE SABINA GUZZANTI IMITA LUCIA ANNUNZIATA A LA SETTE
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