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Sergio Rizza per www.metronews.it
Pierangelo Valtinoni, compositore, e Paolo Madron, librettista, sono la coppia d’oro dell’Opera italiana. Che l’Italia, però, non sa bene di avere. Scrivono teatro musicale per bambini e hanno un successo pazzesco da vent’anni, con centinaia di recite da Vicenza, dove tutto iniziò nel 2001 con "Pinocchio", a Hong Kong, da Vienna a Lima, da Berlino a Madrid, dall’Oklahoma alla Corea del Sud. Quasi solo estero e pochissima Italia, con le eccezioni di Torino e Bassano del Grappa. «Ci piacerebbe essere profeti in patria», cantano amaramente in coro. Tre i loro best seller: "Pinocchio", soprattutto, "La regina delle nevi" da Andersen e "Il mago di Oz" (“creato” a Zurigo nel 2016). E, notizia, un quarto lavoro è in arrivo: all’Opernhaus di Zurigo il 14 novembre 2020 debutterà "Alice nel paese delle meraviglie".
Entrambi vicentini, sono stranamente assortiti. Valtinoni, incoronato da Operabase.com “2° compositore italiano vivente più eseguito al mondo” (dopo Sciarrino), è docente al Conservatorio della sua città. Madron è una illustre penna del giornalismo economico-finanziario, direttore di lettera43.it. Ha detto: «Prima o poi si accorgeranno che il mio vero lavoro è un altro».
Opere per bambini ma non “elementari”. Valtinoni è orgoglioso: «Gli orchestrali me lo dicono sempre: “Ma è musica difficile da suonare!”». Non difficile da amare: «Io suscito emozioni. Non come certa musica contemporanea». Ma perché così poca Italia? Madron è un po’ stizzito: «All’estero non devi preoccuparti di che partito è il sovrintendente… Prendi questa Alice: a Zurigo abbiamo preso un caffè con l'Intendant, Homoki, e deciso di farla in quattro e quattr’otto». In Italia c’è un muro: «Fuortes, il sovrintendente di Roma, non mi ha mai ricevuto. Solo per parlare con Lissner, alla Scala, mi feci raccomandare da Micheli (il finanziere, ndr)...e non se ne fece nulla». Con Pereira, finora, nisba. Madron fa spallucce: «Mi piacerebbe sentire i miei libretti cantati in italiano, ogni tanto... Se ci chiamano, bene. Se no, pazienza, andremo a Berlino, a Madrid... Dove riempiamo i teatri».
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