VAN THE MAN - VAN MORRISON TORNA E DUETTA CON GLI “AMICI” KNOPFLER E ROGER DALTREY E SIMPLY RED LASCIA A CASA RIHANNA E MARY J. BLIGE: “QUELLO CHE ORA CHIAMANO R&B È TERRIBILE”

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1. COSÌ VAN MORRISON NON L’AVETE MAI SENTITO

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Umberto Bacchi per “la Stampa”

 

Van Morrison non saluta quando sale sul palco, né quando se ne va cantando, a fine concerto. È la banda jazz a fare i convenevoli al pubblico della Royal Albert Hall di Londra, aprendo e chiudendo una delle esibizioni, che sanciscono il ritorno dell’istrionico artista nord irlandese.

 

Nel mezzo, lui, «Van the Man», 69 anni, in completo gessato grigio, occhiali scuri e borsalino stile night club Anni ’30. Morrison, all’anagrafe George Ivan, si presenta suonando il sax, cui darà fiato a più riprese durante la serata. Famoso per il suo carattere scorbutico, Morrison parte piano con qualche battito di tosse, per poi scatenare la sua potente voce improvvisando sulle note di Don’t Start Crying Now cui aggiunge la strofa «I’ll kill my wife» (ucciderò mia moglie). «Mi sento molto bene stasera», dice un attimo dopo ai circa 5 mila spettatori, che da lì in poi condurrà per quasi due ore di puro intrattenimento. 
 

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Organizzato per raccogliere fondi per i giovani malati di cancro, il concerto si dipana tra ritmi jazz, folk e blues, impreziositi da una serie di duetti. Morrison canta tra gli altri con Roger Daltrey dei The Who, Mick Hucknall dei Simply Red e P.J. Proby, un cantautore la cui carriera subì una brusca discesa per accuse di oscenità, dopo che gli si lacerarono i pantaloni in un concerto nel 1965. 
 

A lui è dedicato Whatever Happened to P.J. Proby, un brano scritto da Morrison nel 2002 e contenuto nell’ultimo disco dell’artista di Belfast: Duets: Re-Working The Catalogue, appena uscito. L’album rivisita pezzi meno noti, scritti da Morrison in quasi 50 anni di carriera e vi dà nuova linfa, con la collaborazione di artisti del calibro di Bobby Womack e Mark Knopfler.

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«Volevo fare un disco come questo fin dai primi anni 2000, ma era difficile mettere insieme le persone giuste», ha detto Morrison. L’occasione si presenta nel 2013: a un festival a Londra, Morrison prende da parte Womack, Mavis Staples e Natalie Cole e propone loro di riarrangiare alcune sue canzoni. A Womak invia Some Peace of Mind del 1991, che apre alla grande il nuovo disco. 
 

Ad altri fa scegliere un brano del suo repertorio, vietando i grandi successi come Moondance e Brown-Eyed Girl. Dalla selezione di artisti mancano interpreti rhythm and blues della generazione più giovane, come ad esempio Rihanna e Mary J. Blige. La ragione è semplice: per Morrison «quello che ora chiamano R&B» è «terribile». Fanno eccezione alla regola la cantante soul Joss Stone, 27 anni, e Michael Bublé, 39enne, arruolati per il nuovo album. I fan italiani lo potranno vedere dal vivo il 6 giugno, al Brescia Summer Festival, a sette anni dall’ultima esibizione.

rihanna alle barbadosrihanna alle barbados

 

2. CINQUE CLASSICI (E TANTE VERSIONI)

Piero Negri per “la Stampa”

 

Gloria (1964)

A 18 anni Van Morrison scrive già un classico: Gloria, un inno in poche parole, tre accordi e infinite possibilità di interpretazione (anche quella religiosa) che infatti verrà ripreso da moltissimi artisti, compresi The Doors (dal vivo) e Patti Smith, che a questa canzone deve il primo successo.
 

Brown Eyed Girl (1967)

La «ragazza dagli occhi marrone» fu giudicata all’epoca canzone audacissima, e fu censurata. Morrison sostiene di non avere mai guadagnato un soldo per questo classico ancora attualissimo: nel 2011 è stata inserita nel ristrettissimo club (dieci componenti) delle canzoni suonate nelle radio americane almeno dieci milioni di volte.
 

Moondance (1970)

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Nel 2003 Michael Bublé fu lanciato nel mondo dalla sua versione di questo classico jazzato di Morrison. Il brano vanta diversi record: uscì come singolo solo nel 1977 ed è la canzone più spesso suonata da Van nei concerti.
 

Have I Told You Lately That I Love You (1989)
Morrison conclude il suo decennio più apertamente mistico con una preghiera che sembra una canzone d’amore terrena e che come tale, interpretata da Rod Stewart, divenne un grande successo nel 1993. La domanda del titolo (Ti ho detto recentemente che ti amo?) è in realtà rivolta a Dio.
 

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Days Like This (1995)
Van ama questa canzone perché è il successo suo più tardivo e perché divenne l’inno del movimento per la pace in Irlanda negli Anni Novanta. Lui la cantò a Belfast nel novembre ’95 davanti a 60 mila persone alla presenza di Bill Clinton, suo ammiratore, che avrebbe voluto suonarla con lui al sax (gli fu sconsigliato dai servizi di sicurezza).

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