LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO-…
Carmelo Lopapa per “la Repubblica”
Lo spettro della doppia scissione incombe adesso su Silvio Berlusconi e su quel che resta di Forza Italia. Lo strappo di Raffaele Fitto e dei suoi 18 deputati, a destra, quello di Denis Verdini e dei 17 firmatari del documento in favore delle riforme di Renzi, a sinistra.
Due falle che con molta probabilità porteranno alla nascita di gruppi parlamentari distinti — tra Pasqua e le regionali del 31 maggio — capaci di prosciugare la metà dei 70 parlamentari forzisti alla Camera. Come se non bastasse, nelle sette regioni in cui si vota il partito dell’ex Cavaliere (stimato a livello nazionale poco sopra il 12 per cento nel rilevamento di Alessandra Ghisleri per Ballarò), in realtà viaggerebbe non oltre il 10, complice la Lega dominante in Veneto, il Pd in Liguria, Toscana, Marche, Umbria. Una soglia che non eviterebbe il tracollo, l’Opa finale della Lega e l’emorragia di parlamentari da giugno.
Scenario da incubo, appunto, dal quale il leader — rimasto anche ieri ad Arcore — non riesce a venire fuori. Se non con la tentazione della corsa solitaria: Giovanni Toti in Liguria, Deborah Bergamini in Toscana, Mara Carfagna in Campania in caso di ritiro (improbabile) di Caldoro. Nervosissimo per colpa di Alfano che ancora tergiversa in Campania, sensibile alle sirene renziane. Il tutto, mentre resta in stand-by il faccia a faccia con Salvini, che Berlusconi potrebbe avere nelle prossime ore o rimpiazzare con una telefonata, pur di chiudere in fretta su Veneto, Liguria e Toscana.
Insomma, il caos nella strategia e nelle alleanze. Le due falle intanto si allargano, giorno dopo giorno. Fitto, che ieri ha visto i parlamentari a lui vicini, è ormai pronto alla candidatura e dunque al grande strappo subito dopo Pasqua nella sua Puglia. Tanto più ora che con la circolare di Maria Rosaria Rossi ogni potere sulla composizione delle liste è stato centralizzato nelle mani del capo e della stessa tesoriera.
raffaele fitto silvio berlusconi
Altero Matteoli, spiazzato, ha cercato tutto il giorno di contattare Berlusconi per chiedere chiarimenti e come lui tanti altri. Nelle stesse ore, l’amministratrice volava in Trentino per depositare di persona, non concedendo alcuna delega (questo il messaggio), il simbolo di Forza Italia per le elezioni locali. Il coordinatore pugliese, il berlusconiano Luigi Vitali continua invece a fare terra bruciata attorno a Fitto, piazzando altri commissari da Barletta a Brindisi.
E ora la partita lì si fa incandescente. Intervistato da Affaritaliani. it, il candidato ufficiale Francesco Schittulli fa sapere che in caso di candidatura di Fitto, lui non sarebbe più «in campo». L’eurodeputato del resto è sempre più lanciato. L’eventuale annuncio della candidatura in Puglia avverrebbe subito dopo Pasqua e così l’uscita dal gruppo dei suoi (16-18 deputati, almeno una dozzina di senatori).
BERLUSCONI VERDINI ALFANO INAUGURAZIONE SEDE FORZA ITALIA FOTO LAPRESS
Ma potrebbe non essere la sola scissione in vista. Renzi ha accelerato sulle riforme e punta a un blitz in aula per il sì definitivo all’Italicum. Verdini resta convinto che occorra votare sì e lo ha ripetuto ai 17 deputati che hanno già firmato il documento pro Nazareno in rotta con Berlusconi.
La nascita di un gruppo di “neo responsabili” sarà la conseguenza estrema del voto in dissenso dal gruppo. Il leader si prepara a rifondare, Forza Italia o Forza Silvio che sia, all’indomani delle regionali. Ma cosa resterà a quel punto? «A furia di sottolineare il profilo liberale di Fi, stiamo arrivando ai numeri del partito liberale», ironizza ma neanche tanto Gianfranco Rotondi, altro pro riforme.
«Silvio si svegli o qui va tutto a rotoli» gli manda a dire anche un fedelissimo come Matteoli. Bisogna sentire il fittiano Maurizio Bianconi, per misurare la distanza ormai incolmabile della fronda: «L’unico segnale che ormai aspettiamo da Arcore sono le dimissioni da Forza Italia e la formazione di un suo partito».
Maurizio BianconiLUPI ALFANO FITTO E VERDINI SCHERZANO TRA I BANCHI DI MONTECITORIO DENIS VERDINI SILVIO BERLUSCONI MAURIZIO BIANCONISILVIO BERLUSCONI DENIS VERDINI fitto berlusconi berlusconi alfano santanche verdini lupi big
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