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Giancarlo Papi per “Avvenire”
È il più famoso - e costoso - artista vivente. Le prime cose che si sanno di lui hanno a che fare con opere hard e con i soldi, con aste milionarie e cause legali a moltissimi zeri. Questo fino a qualche tempo fa quando, negli anni Novanta, non gli era estranea l'idea di girare film porno come performance.
Oggi, Jeff Koons, superati i 66 anni, sembra passato dai cattivi esempi ai buoni consigli e rilascia interviste in cui sostiene la responsabilità dell'artista e l'accessibilità all'arte. A vederlo circolare in un impeccabile abito grigio per le sale di Palazzo Strozzi, insieme al suo staff, per sistemare (pare che sia molto pignolo) le ultime cose in vista dell'apertura della antologica che gli dedica il museo fiorentino, lo si potrebbe scambiare per uno zelante funzionario di banca. Intorno a lui campeggiano i suoi celebri pezzi, il Rabbit, il Balloon Dog, il Lobster, le tele dalla grande complessità pittorica, opere comprese tra la seconda metà degli anni Settanta e i nostri giorni, che danno vita alla mostra Shine per la cui realizzazione i curatori Arturo Galansino e Joachim Pissarro «hanno lavorato diversi anni».
Impostata sul rapporto tra verità e inganno, la mostra ruota attorno al concetto di "lucentezza" ( Shine, appunto) che è qualcosa che va oltre una mera idea di decorazione e abbellimento per divenire elemento intrinseco dell'arte di Koons.
In quanto, precisa Galansino, «dotate di proprietà riflettente, le sue opere accrescono la nostra percezione metafisica del tempo e dello spazio, della superficie e della profondità, della materialità e dell'immateriale».
Di fronte ai lavori di Koons si assiste al trionfo di "simulacri" che appartengono allo sconfinato regno della cultura popolare, ma anche alla storia dell'arte. In un caso e nell'altro si manifesta una seduzione innocua di forme stereotipate e contraffatte che rinunciano a ogni spigolosità. Si delinea cioè un mondo "sentimentale" in cui tutto è patinato, fondato sul riutilizzo di oggetti comuni e su temi in cui tutti possono riconoscersi.
È abolito quel che è inaccettabile e inquietante; gli elementi imprevisti sono sterilizzati, anestetizzati. Le superfici levigate e specchianti lusingano il narcisismo dello spettatore che vi si riflette in modo assai più diretto rispetto ai ritratti manipolati di Warhol, che è un punto di riferimento di Koons, trasformando la sua equivoca ironia in puro e semplice cinismo. Ancor più significativo è il fatto che tali opere riaffermano, con il loro riconoscibilissimo marchio, la posizione di coloro che le collezionano, perché tutti sanno che costano quanto e forse più di un paio di Rembrandt.
L'esposizione prende il via nel cortile del museo dove è stato collocato un monumentale Balloon Monkey (Blue), in acciaio inossidabile lucidato a specchio con verniciatura trasparente del peso di quasi 5 tonnellate, che ricorda gli animali confezionati con palloncini gonfiabili. Poi sono otto le sale che ospitano le più note serie di lavori dell'artista, ognuna a suo modo cruciale nella messa a punto della sua estetica e - a suo dire - della sua etica.
Il nucleo di Pre-New del 1978, vede l'utilizzo dei celeberrimi elettrodomestici, come quello qui esposto della Nelson Automatic Cooker/Deep Fryer appeso al muro su tubi al neon fluorescenti. Agli anni Ottanta risalgono le serie di Equilibrium cui appartiene One Ball Total Equilibrium Tank (Serie Spalding Dr. JK 241), opera costituita da un pallone da basket in sospensione all'interno di una teca colma d'acqua, Inflatables con i coniglietti di plastica gonfiabile, per passare all'argentea Statuary di Italian Woman.
Negli anni Novanta è il momento di Celebration con gli iconici lavori legati al mondo dell'infanzia, oggetti del desiderio che assumono la sacralità di un totem, mentre gli anni più recenti vedono Koons inaugurare una fase "barocca" che lo porta a indirizzarsi verso la cultura classica. Nascono così le serie di Antiquity, che riprende motivi della statuaria antica, e Gazing Ball con cui l'artista posiziona sfere blu altamente riflettenti su riproduzioni di sculture e di celebri opere pittoriche.
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