RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
1. IL SOGNO DI ALDA FENDI «CON SPOLETO PER BATTERE LA BANALITÀ E QUINDI LA MORTE»
Roberta Petronio per il Corriere della Sera - Roma
Alda Fendi ha un gusto speciale nel comporre la mappa dei luoghi dove esprimere la sua sconfinata devozione per l'arte e la cultura. Spoleto è fra questi. La presidente della Fondazione che porta il suo nome e ha trovato la sua sede ideale a Palazzo Rhinoceros - dai primi anni del Duemila produce Esperimenti e appuntamenti culturali sempre sorprendenti e con standing internazionale - sta portando a termine i lavori di restauro della dimora appartenuta al compositore Gian Carlo Menotti, l'inventore del Festival dei Due Mondi.
alda fendi con raffaele curi foto di bacco
Sarà presto pronta per essere abitata, e senza passare attraverso il rito del vernissage: «Il tragitto è un tutt'uno con Menotti e con il suo spirito, senza interruzioni intellettuali o vagamente emotive» spiega la mecenate. Anche l'acquisto della casa, collocata tra il Duomo e la Rocca Albornoziana, non è un atto isolato ed estemporaneo, ma un incrocio fra desiderio e casualità.
«Il messaggio mi è arrivato una mattina attraverso un sogno troppo importante: qualcuno mi suggeriva di informarmi della casa di Menotti. Incuriosita, dopo un'ora ho saputo che il giorno dopo la casa sarebbe andata all'asta. Ho quindi deciso di partecipare e di duellare con Alma Mahler, che aveva venduto un Picasso della sua collezione per poterla acquistare. È così che si è avverato il mio desiderio inconscio di possedere e far rivivere questa casa d'affezione». Sarà uno spazio musicante , che sprigiona note da ogni poro, ispirato dalla sonata per viola di Mendelssohn tanto amata dal maestro.
Ha in mente progetti culturali da realizzare a Spoleto nel prossimo futuro con la sua Fondazione? «Sicuramente sì, aspettando in un altro sogno i voleri di Gian Carlo, di cui un insegnamento l'abbiamo veramente capito: la banalità è la morte dell'innocenza».
2. LE VELLEITÀ DI INGENUE E TENERE MILIARDARIE IN CERCA DI CULTURA
Quirino Conti per Dagospia
Che peccato! Che immane sciagura per "un’Italia intera", come a suo tempo starnazzava dallo schermo l’indomita Wanna Marchi, che un annuncio di tale peso, quasi balzacchiano, sia stato a disposizione solo dalle pagine capitoline della massima testata nazionale; che cioè, come in una saga, Alda, la più piccola di cinque potentissime sorelle abbia “fatto un sogno” – del resto, la vida es sueño.
Carla Fendi e Giancarlo Menotti a Spoleto
E qui, nella narrazione, la piccola grande imprenditrice e abile immobiliarista lascia un dubbio, anche se a sfondo maieutico: trattasi di catacresi, quindi di sogno a occhi aperti, filosofico e di natura metaforica, o di sogno-sogno, di quelli cioè che si fanno per una digestione lunga e faticosa? “Con Spoleto per battere la banalità e quindi la morte”.
Altro che “per Crucem ad Lucem” o Giovanni della Croce! “
In realtà, trattasi più empiricamente di una fortunata acquisizione immobiliare fatta a suo tempo in agguerrita competizione con qualcuno di casa: la sorella Carla, che a Spoleto, quale generosissima mecenate del Festival (chi scrive le era accanto), con la sua Fondazione, dopo aver tirato a lucido e restaurato un cadente teatro Caio Melisso, per una decina di anni, fino alla sua morte, per puro amore, da cittadina onoraria, volle essere sponsor creativo di spettacoli e installazioni di indiscutibili rilevanza e valore.
QUIRINO CONTI CARLA FENDI PIERO TOSI A SPOLETO
E fu così che la solida Roberta Petronio (per l’occasione divenuta romanziera) raccoglie nel suo pezzo i pensieri più riposti della nostra proustiana Madame Verdurin. Trattando della "sua sconfinata devozione per l'arte e la cultura", naturalmente "con standing internazionale". Oltre a tutto, in un singolare rapporto con la Russia per prestiti centellinati di opere non essenziali.
Dunque, un astuto acquisto tra "desiderio e casualità". "Qualcuno [forse nel sogno o al cellulare] mi suggeriva di informarmi sulla casa del magico Menotti [di Gustav Mahler!!! nel sottotitolo...], su questa casa di affezione".
Uno spazio "musicante" (anche musicologa, la quinta delle potentissime sorelle) "che sprigiona note da ogni poro". Una casa dermatologica, dunque? E qui si va giù pesanti: "Ispirato dalla Sonata per viola di Mendelssohn tanto amata dal Maestro."
quirino conti piero tosi gabriella pescucci carla fendi giorgio ferrara
Passione colta probabilmente al volo da una di quelle conversazioni a sfondo metafisico alle quali la giovanissima Verdurin era fantasiosamente ammessa: rigettando zibellini e imprimé come un’eremita della Tebaide. Confessa infatti: "Sbigottita e piena di stimoli completamente nuovi”, come poi sarà per un Vascello fantasma in lingua originale al quale fu introdotta nella più pura estasi wagneriana.
Raccontato tutto questo, e precisato anche con due foto simmetriche (la generosa mecenate in pectore, romanticamente spettinata alla Chateaubriand, con alle spalle dall’alto la facciata del Duomo di Spoleto, e un novantenne mago Menotti, più in basso, dalla piazza, con il medesimo Duomo per sfondo), il racconto si concludeva con la confessione del vero scopo di questa acquisizione: mettere a fuoco una sola verità: "La banalità è la morte dell'innocenza".
Monito questo rivolto a chi? E a quale banalità? Con una promessa o una minaccia? Forse alle autorità festivaliere o in controluce alla benemerita fondazione Carla Fendi? In un ingorgo di fondazioni, direzioni geniali e ispirati programmi che solo un vigile alla Alberto Sordi avrebbe potuto creare.
Dunque, un bel lavoro per il nuovo ministro della Cultura.
Il racconto terminava con l’annuncio di progetti culturali da realizzare a Spoleto nel prossimo futuro: “Sicuramente sì, aspettando in un altro sogno i voleri di Giancarlo”. E qui siamo tra Eusapia Palladino e il torinese Gustavo Rol, anche se con qualche alito di memoria cinematografica: la ricca palazzinara Giovanna Ralli che annuncia tutta timorosa e finalmente innocente a una sbigottita Elena Fabrizi e al tenebroso Vittorio Gassman: “Non posso mangiare idrocarburi”.
E se la cultura è ormai roba da femmes savantes, maledetto il giorno che qualcuno le illuse che per occuparsene bastava farsi ritrarre in posa Gertrude Stein o accumulare libri come fermaporte. “Tutto è Santo” (Pier Paolo Pasolini), meno le velleità di ingenue e tenere miliardarie in cerca di cultura.
Ultimi Dagoreport
FLASH! - LA GIORNALISTA E CONDUTTRICE DI CANALE5 SIMONA BRANCHETTI, STIMATA PROFESSIONALMENTE DA…
DAGOREPORT - TONY EFFE VIA DAL CONCERTO DI CAPODANNO A ROMA PER I TESTI “VIOLENTI E MISOGINI”? MA…
FLASH! - AVVISATE CASTAGNA, GIORGETTI, FAZZOLARI, MILLERI E CALTAGIRONE: UNICREDIT PASSA ALL'AZIONE …
DAGOREPORT – CERCASI DISPERATAMENTE UN CENTRO DI GRAVITÀ PERMANENTE, DI ISPIRAZIONE CATTOLICA E…
DAGOREPORT – MENTRE LA CRISI GLOBALE DELL'AUTOMOTIVE RISCHIA DI BRUCIARE L'1% DEL PIL ITALIANO,…