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(ANSA) - "Gravi errori di estetica tv": il giudizio del 'professore emerito' Agostino Sacca' sul Sanremo 2014 e' senza appello. L'ex direttore generale e ex direttore di Raiuno ha qualche titolo per parlare: sono suoi i Sanremo si maggiore successo, nel '98 poi nel '99 (proprio con Fazio) e il 56% di share poi nel 2000 (ancora Fazio) col 55%. Altri tempi, pero'. E una tv senza la concorrenza del digitale e del satellite.
"Non e' cosi' - puntualizza Sacca' -: l'anno dopo, 2001, io non c'ero e la Carra' fece il 48% di media. Tornai nel 2002 e con Pippo Baudo feci il 54%; lo stesso Pippo l'anno dopo senza di me fece il 48%. Non lo dico per sembrare il migliore ma per spiegare che digitale e satellite c'entrano poco se, come e' vero, questi sono i risultati migliori in assoluto, anche rispetto agli anni precedenti.
E Bonolis piu' di recente (e qui non c'entro), con satellite e digitale ha fatto share di nuovo molto alti e aveva pure i Cesaroni contro. Che significano questi dati? Che la tv generalista con l'evento, sia Sanremo o Fiorello o Montalbano, puo' illuminare il palinsesto a prescindere dalla concorrenza". Se questo e' vero, deve esserci qualcosa che ha impedito al Sanremo 2014 di essere evento.
"Certo - dice Sacca', oggi produttore con la sua Pepito, di cui dal 7 aprile andranno in onda proprio su Raiuno cinque commedie -, almeno un paio di questioni. Intanto Fazio, che io portai per la prima volta in prima serata su Raidue, e' bravissimo e conosce la struttura del racconto tv ma qui ha commesso un piccolo errore: le due canzoni per cantante sono sono come un'extrasistole della drammaturgia, un passo falso: tutta la suspence si basa sulla sfida contro gli altri quindi non si puo' interrompere questa tensione facendo sfidare ad ogni cantante se stesso.
Ma ben piu' grave e' quello che e' stato fatto dal punto di vista estetico: la tv e' visione, gioia dell'occhio e qui abbiamo una scenografia che sembra un carcere, una regia lenta (ieri 40 secondi su un primo piano di Baglioni: un'eternita'), ingabbiata, che non riesce a stare addosso all'orchestra (elemento fondamentale di Sanremo) e che, con un carrello orizzontale separa palco e platea, altro elemento determinante dell'evento. Una scena cosi' non solo non e' funzionale al racconto ma lo penalizza". Insomma, una bocciatura integrale per il Festival?
"Il Festival come evento - risponde Sacca' - non morira' mai. La tv satellitare e digitale, fazionata, e' fruizione solipsistica; solo la grande tv generalista e' quella che il giorno dopo ti fa parlare di se' al bar o in ufficio. Ma se mi annoio e non riesco neanche a distinguere le canzoni di cosa discuto il giorno dopo? La vitalita' della tv generalista e' dimostrata dai risultati del Tg1, dalle grandi fiction, da don matteo che fa piu' share di quando c'ero io: ma non si puo' dare allo pettatore di Raiuno un Sanremo con i colori di Mtv e la lentezza di una regia d'altri tempi".
AGOSTINO SACCA Agostino Sacca GIANCARLO LEONE E LAETITIA CASTA FAZIO E LITTIZZETTO SI SUICIDANO DOPO IL FLOP DI SANREMOLITTIZZETTO Festival-di-Sanremo-2011-Sala-Stampa-Ariston-Roof-.jpgI PRECARI BLOCCANO IL FESTIVAL DI SANREMO
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