DAGOREPORT - CHI L’HA VISTO? ERA DIVENTATO IL NOSTRO ANGOLO DEL BUONUMORE, NE SPARAVA UNA AL…
Marco Giusti per Dagospia
the sound and the fury james franco
Venezia 71. Dai, che e' quasi finita. Ristoranti, alberghi e vialoni semivuoti. Almeno il "Pasolini" di Abel Ferrara ha scatenato un po' di sana guerriglia e la sala delle conferenze stampa era strabordante. Sara' un caso internazionale? Magari. Intanto sono scesi anche gli stati maggiori di Medusa, che hanno un solo film al Lido, 'Perez", neanche in concorso.
Sono lontani i tempi delle feste Medusa, dei loro film d'apertura (cosi' pagavano pure il ricevimento sotto il tendone), di Piersilvio che sbarcava con Briatore, della sfilata delle varie Isabelle Adriani al seguito di Carlo Rossella e Enrico Lucherini. Ci restano Belen e Anna Tatangelo sul red carpet. E Ilaria Spada in versione attrice impegnata. Aiuto!
the sound and the fury james franco
E' stato ricoperto di fischi, purtroppo meritati, "Good Kill", americanata antimilitarista, ma troppo banale e prevedibile, e quindi assurdamente finita in concorso, diretta, scritta e prodotta da Andrew Niccol, il regista di "In Time". Siamo nel 2010. Tommy, maggiore dell'aviazione americana, interpretato benissimo da Ethan Hawke, dopo sei missioni di guerra e' passato alla guida dei droni per conto di Cia e esercito.
the sound and the fury james franco
Dopo aver ucciso per dovere di soldato talebani in Afghanistan, na anche donne e bambini, si ritrova in una folle Las Vegas in famiglia con la moglie bionda, January Jones, e i figlioletti che hanno i compiti da fare. Non ce la fa. Beve in bagno e in auto, non parla con la moglie, e soffre in totale solitudine. "E' come passare dalla Ferrari alla Ford Fiesta", commenta comprensivo il suo superiore.
Tommy ogni mattina si chiude in un container come un mago dei videogiochi e uccide persone. Good Kill, buon colpi, e' la frase che chiude ogni azione. L'esercito ha studiato la guerra coi droni sul modello della X-box, e vuole gente che non abbia sentimenti. Per questo Tommy, e perfino la sua giovane co-pilota, la bellissima Zoe Kravitz, stanno per scoppiare. Tutto giusto, a parte un po' di giustificazioni e tutta una banalissima seconda parte. Non un gran film, da vedere in tv o in multisala e non in concorso a Venezia.
the sound and the fury james franco
Molto piu' giusto e riuscito "The Sound and the Fury", che James Franco ha tratto dal celebre romanzo di William Faulkner e che gia' nel 1959 venne trattato da Hollywood con la regia di Martin Ritt e Yul Brynner e Joanne Woodward protagonisti e che non e' mai stata considerato un film particolarmente riuscito. Scritto da Matt Rager e fotografato da Bruce Cheung, la versione di James Franco e' povera e sperimentale e in linea col suo Faulkner precedente, il davvero piu' difficile "As I Lay Dying", ma decisamente piu' rigorosa e fedele al testo faulkneriano.
Diviso in tre capitoli, che seguono le tragiche storie dei fratelli Comson, lo sfortunato demente Benji, interpretato dallo stesso Franco, il complessato Quentin, cioe' Jacob Loeb, e il possessivo e fuori di testa Jason, Scott Haze, il film segue il crollo di una potente famiglia del Sud razzista, siamo a Jefferson, dall'inizio del secolo alla fine degli anni 20. Il padre Comson, il grande Tim Blake Nelson, cerca di lasciare le sue proprieta' ai figli, tutti in qualche modo deboli e tarati e incapaci di adeguarsi ai tempi.
Solo le donne, la figlia Caddy, cioe' Ahna O'Reilly, e la sua figlia illegittima Miss Quentin, Joey King, troveranno nella fuga qualche speranza. James Franco riesce a costruirsi sia un suo linguaggio, sia a far funzionare i suoi attori, senza cadere come nel precedente "Children of God" negli eccessi a tutti i costi. Finora il suo miglior lavoro, ma ne ha gia' girati altri due e perfino a Venezia ha messo su un set. Inarrestabile.
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