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Marco Giusti per Dagospia
Finalmente trionfa il sadomaso a Venezia! Brutti, grassi, armati fino ai denti, pure un bel po' nazisti, i viennesi aprono le loro cantine nel favoloso film di Ulrich Seidl "Im Keller", viaggio nella follia dei civili borghesi austriaci. Finora il miglior film visto a Venezia, e il piu' oltraggioso e realistico, purtroppo fuori concorso per non spaventare troppo i critici. Dopo la trilogia "Paradise" sulle brutte abitudini sessuali delle austriache in vacanza, Seidl scava nelle loro cantine.
C'e' quello che tiene un gigantesco boa che punta un topo, quella che nasconde un bambolotto alla Cattelan e ogni tanto lo spupazza, i due sadomaso sovrappeso con lei che attacca per le palle lui, poi quella che si fa frustare sul sedere e ci parla di quanto era violento il marito, il nazista che suona il trombone, quelli che sparano a qualsiasi sagoma, il cacciatore con le mura della cantina piene di trofei dei suoi viaggi in Sud Africa.
Come nel "Sacro Gra" di Gianfranco Rosi la realta' e' piu' fiction della fiction e sviluppa piu' narrazione del cinema classico, perche' le immagini vere di questi mostri del quotidiano e delle loro cattive abitudini nascoste ci raccontano mille storie e mille verita' sulla vecchia Europa. Seidl illumina questi personaggi come fossero opere d'arte, al punto che sarebbe quasi impossibile ricostruirli in studio. Molto video arte, se ancora esiste, ma anche molto occhio nordico e non moralista sulla realta' di un paese non cosi' diverso dal nostro.
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