
DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA…
1. LA VERSIONE DI MUGHINI
Lettera di Giampiero Mughini per Dagospia
Caro Dago, scusami se ancora una volta scrocco il tuo pregiato sito per indirizzare una lettera a un amico. O meglio a un’amica, Annalena Benini, la scrittrice che quasi tutti i giorni furoreggia sulla prima pagina del “Foglio” a dirne di agrodolci su quel che è della guerra civile tra uomini e donne. Di una guerra civile tra tribù avverse, altro che i sunniti e gli sciiti.
Scrivo all’amica non alla donna, categoria generalizzante nella quale per un po’ credo e per un po’ niente affatto. Un po’ ci credo. Che le donne in generale siano di solito dieci volte più demoniache dell’uomo, cinque volte più intelligenti, quattro volte più bugiarde, tre volte più astute, due volte e mezzo più calcolatrici. E poi in un’altra cosa credo, che nella mia vita le donne che ho incontrato le ho sempre sopravvalutate, e più erano stronze e più le sopravvalutavo. E in un’altra cosa ancora credo che le (poche) mie amiche e le (pochissime) mie compagne siano state ciò che più ha acceso e modellato la mia vita. Fossero o non fossero stronze.
Ma torniamo alla nostra regina Annalena, alla quale rimprovero che nei suoi discorsi sapidi sull’Uomo Contemporaneo non faccia la distinzione elementare tra Maschi Goffi e Patetici (la stragrande maggioranza) e Uomini Veri (quorum ego, ovviamente).
In questo suo ultimo pezzo, lei parte dal libro di una “hot feminist” inglese (Polly Vernon) che purtroppo non ho letto, dove la Vernon cerca di spiegare alle donne come sprezzarci e infinocchiarci nello stesso tempo, e anche lei non mi pare distingua tra Maschi Goffi e Patetici che “si scambiano opinioni e delusioni nella vivisezione filosofica dei corpi femminili” – idioti di cui mi ripugna il solo pensarli – e Uomini Veri come il sottoscritto che all’archivio delle immagini femminili quanto più spudorate (foto, fumetto, moda, pubblicità, pornografia, erotica di qualità) ha dedicato un’intera e cospicua stanza della sua biblioteca.
La Vernon spiega alle donne che non peccano di leso femminismo se accettano che un uomo offra loro una bevanda; ma com’è che io non ho mai incontrato una donna che solo facesse il gesto di pagare il caffè? La Vernon dice lo stesso del farsi pagare il biglietto del cinema, che lo si può accettare senza cadere in un difetto di orgoglio femminile; mai ho incontrato una donna che solo accennasse al pagare il biglietto del cinema.
polly vernon il libro hot feminist
La Vernon dice, e qui scazza alla grande, che una donna possa accettare di entrare per prima al ristorante, cosa che l’uomo le fa fare pur di guardarle il sedere; e qui siamo alla bestemmia, perché una delle regole fondamentali dell’Uomo Vero (regola non invecchiata di una virgola, a differenza della nostra Costituzione talmente arrugginita) è che in un ristorante (o in altro luogo non frequentato abitualmente) è lui a entrare per primo, in modo da proteggere la Donna da pericoli e agguati.
Quanto al guardare o non guardare il sedere delle donne, se arcuato e guizzante al modo giusto, sarebbe come se uno non guardasse un quadro di Botticelli o un fumetto di Andrea Pazienza o un’architettura di Giuseppe Terragni. Sarebbe un analfabeta o un depravato.
Insomma questi consigli della Vernon mi sembrano fuffa alla grande. Mi aspettavo di più da una “hot femminista”, da una che si vanta di essere talmente “hot”. Magari a incontrarla una così immancabilmente la sopravvaluterei, e di questa sopravvalutazione sono certo che non mi pentirei. Le gran cazzate che ci siamo raccontati e le grandi illusioni che noi uomini ci facciamo sulle donne sono comunque il sale della nostra vita.
La nostra vita sarebbe mortalmente noiosa se le donne fossero al modo del presepe femminista (più o meno hot), e non quegli esseri struggenti e diabolici e stronzissimi che non smettiamo di amare e di cedere loro il passo (salvo quando entriamo in un ristorante non frequentato abitualmente) e di offrire un drink eccetera eccetera. E più eccetera eccetera è, meglio è. Solo che in quell’eccetera eccetera c’è tutto l’inferno e tutto il paradiso dello stare al mondo. Altro che il manuale e il marketing del femminismo aggiornato. E del resto Annalena, tutto questo lo sai benissimo.
GIAMPIERO MUGHINI
2. EFFETTO COUGAR
Annalena Benini per "Il Foglio"
Nella costruzione di un femminismo attraente, non nemico degli uomini e non troppo severo con le donne, hanno grande importanza le regole del flirtare. Si può accettare che un uomo offra da bere, paghi il cinema, ci faccia entrare al ristorante per prime allo scopo di guardarci il sedere? E possiamo, noi, guardargli il sedere quando compra i biglietti del cinema senza sentirci compromesse, corrotte e mercificanti?
Secondo Polly Vernon, giornalista inglese di costume e cultura, quarantatreenne autrice di un saggio scanzonato intitolato “Hot feminist”, bisogna celebrare, da femministe non giudicanti, tutto ciò che si può fare come una conquista, compresi i fidanzati di quindici anni più giovani. “Il piacere assoluto di uscire con un tizio che non è impantanato in una miserabile crisi di mezza età” è un gesto femminista, così come la rivelazione che le donne non sono, come gli uomini hanno sempre pensato, gli esseri umani adulti della specie, ma hanno conquistato la libertà di essere anche sciocche, superficiali e avventate come gli uomini, almeno in un senso sentimentale e sessuale.
Abbiamo raggiunto la parità di leggerezza e di tormento, ed è importante che il mondo sappia, dice Polly Vernon, che le donne discutono delle parti del corpo degli uomini con la stessa accuratezza e passione con cui gli uomini si scambiano opinioni e delusioni nella vivisezione filosofica dei corpi femminili.
Affinché non ci siano fraintendimenti ideologici sulle regole dell’attrazione, la femminista “hot” (definizione non felicissima che rivela la necessità di spiegare la propria sfrontatezza, modernità e avvenenza) fa sapere al mondo che un uomo che offre da bere a una donna non la sta compromettendo come femminista, non la sta obbligando a fare niente di diverso da accettare, se vuole, un bicchiere di vino, anzi non c’è neanche l’obbligo di una conversazione noiosa (però se non si vuole nemmeno parlare del tempo e dello stato dei mezzi pubblici forse non è il caso di accettare nessun drink).
La femminista non fa mai le vocette da bambina, parla di politica, religione, guerra anche mentre sta flirtando, non rinuncia a dire le parolacce per fare buona impressione, non accetta errori grammaticali nel sexting e, se un uomo dice che la sua ex era “completamente pazza”, la femminista non mostra nessun interesse né soddisfazione. Se un uomo le dice: “Scommetto che quasi nessuno ti dice quanto sei bella” (ma non può esistere un cretino simile), lei saggiamente saluta e si dissolve.
E dentro questo manifesto di saggezza libertaria, secondo il quale gli uomini che parlano troppo di sé e non ascoltano sono sempre terribili a letto, c’è anche la prova di forza: prendere un rifiuto (uno sparimento, un addio, una dimostrazione di disinteresse) con serenità: la femminista “hot” si ritira in buon ordine e si congratula con se stessa per aver rischiato e perso.
the wives le femministe di fury road
DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA…
DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE…
DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL…
FLASH – BRUNO VESPA, LA “SPALLA” DEL GOVERNO MELONI: IL GIORNALISTA IN RAI E' PERFETTO PER DARE…
DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL…
DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE…