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Giovanna Cavalli per il "Corriere della Sera"
Scusati prima tu. No tu. Ridotto ai minimi termini, sta qui il succo dello scontro a suo modo epico tra due big della Rai. Di qua Pippo Baudo, offeso per non essere stato invitato alla serata speciale di Porta a porta dedicata ai 60 anni della tv pubblica, andata in onda il 7 gennaio. Un'assenza che si è notata. E che ha spinto il senatore di Gal (Grandi autonomie e Libertà ) Antonio Scavone, a chiedere spiegazioni al presidente della Vigilanza, Roberto Fico.
Di là c'è invece Bruno Vespa che è assai esplicito: «Baudo non è stato invitato non per una dimenticanza, ma perché durante una riunione per la trasmissione sui 150 anni dell'Unità d'Italia sputò addosso a Claudio Donat Cattin, già vicedirettore di Raiuno e il più autorevole tra i nostri collaboratori, davanti a numerosi testimoni». Poi, dopo aver precisato di averlo comunque ricordato con un filmato, la concessione: «Baudo non si è mai scusato. Se lo facesse saremmo lieti di invitarlo alla seconda trasmissione del 29 gennaio».
L'interessato però non ha apprezzato la richiesta di riparazione. Anzi, la rigira: «E' Vespa che deve scusarsi con me, perché è lui che non ha rispettato gli impegni di servizio pubblico e ha agito per vendetta personale. Non solo ha peccato, ma addirittura mi concede la grazia se io mi pento».
Pippo non nega l'accaduto: «Ci si attacca a un episodio che riguarda una trasmissione tv, nel preparare la quale spesso si può anche trascendere e comunque lui non era presente». Però insiste. «Si tratta di un fatto personale tra me e il signor Donat Cattin, che mi diede del mafioso. A me che mi hanno fatto saltare la casa perché parlai male di Nitto Santapaola? Il che però non autorizza Vespa a cancellare dalla storia di un'azienda un personaggio come il sottoscritto che ne ha fatto parte per 54 anni ai massimi livelli. E' lui che si comporta da padrino».
E si chiede: «Ma chi è diventato Vespa, il proprietario della Rai? Mi meraviglio che il presidente e il direttore generale non siano intervenuti e mi aspetto una spiegazione». Il senatore Scavone non è convinto: «Non capisco come un singolo episodio, sebbene deprecabile, possa determinare l'esclusione di chi come Baudo ha dato un grande contributo alla storia della Rai». Vespa però procede imperterrito: «E' proprio per rispetto all'etica del servizio pubblico che non lo abbiamo convocato».
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