DAGOREPORT - CHI L’HA VISTO? ERA DIVENTATO IL NOSTRO ANGOLO DEL BUONUMORE, NE SPARAVA UNA AL…
Colin Ward (Special Guest: Pippo il Patriota) per Dagospia
1. AVVISI AI NAVIGATI
Viene una certa tristezza ad assistere al declino di Silvio Berlusconi e della sua Forza Italia, che nei sondaggi ormai sprofonda pericolosamente vicino al 10-12%. La commedia del doppio candidato in Puglia, con ripescaggio della settantenne Poli Bortone, è il simbolo di un partito squassato dalle lotte intestine e dai maneggi di corte. Probabilmente il Cavaliere non vede l’ora che Raffaele Fitto si levi dalle scatole e abbandoni il partito. Ed è rassegnato all’idea che prima o poi, con la scusa delle riforme di Renzi, anche Verdini e le sue truppe se ne andranno da Forza Italia.
Forza Italia del futuro, nella testa del suo leader inamovibile, è probabilmente un partito più agile, più piccolo, fatto tutto di fedelissimi e assai ringiovanito, motivo per cui più gente se ne va e meglio è. Ma resta da capire perché un moderato italiano dovrebbe votarlo. Al centro c’è già Renzi che presidia il campo e a destra la Lega di Salvini ha idee e parole d’ordine forti, dall’Europa all’immigrazione. Qual è l’elettorato di Forza Italia? Quale immaginario sa risvegliare? Che interessi difenderà, a parte quelli delle aziende del Capo?
Fino a un anno e mezzo fa si parlava di un addio di Berlusconi e della sua successione. Adesso il Patriarca si vede eterno e sogna di guidare le sue (ridotte) armate alle politiche del 2018. Quando avrà la bellezza di 82 anni. Non comprendere che nell’era del giovane Renzi anche l’età ha il suo peso rischia di essere un errore drammatico.
2. PARACULI AL GOVERNO
Per paura di mettere a rischio gli affari con Ankara, il governo Renzi abbandona Bergoglio sulla questione armena. Corriere: “La Turchia contro il Papa: ci discrimina. Il governo all’attacco dopo le parole del Pontefice sul genocidio armeno. Critiche anche dal Gran Muftì. Gentiloni: ‘Parole ingiustificate’. Ma il sottosegretario Gozi: ‘Non spetta all’Italia prendere posizione” (p. 5). Messaggero: “Armeni, la Turchia attacca Bergoglio. Gentiloni lo difende: ‘Toni ingiustificati’. Ma Renzi tesse la tela per salvare il rapporto con Erdogan” (p. 6). “Dal gas alla lotta al terrorismo. Ankara strategica per l’Europa” (p. 7).
PAPA FRANCESCO BERGOGLIO CON IL PATRIARCA DEI CRISTIANI ARMENI
3. NON FA SOSTA LA SUPPOSTA
Repubblica intervista Rossella Orlandi, capo dell’Agenzia delle Entrate. “Svolta fiscale, sì al dialogo. Il nuovo 730 è solo l’inizio ma per battere l’evasione servono più controlli bancari. L’uso di massa dei dati bancari ora è escluso per via della privacy, e così il pacchetto promesso è fermo da due anni” (p. 2). La lotta all’evasione può attendere.
4. MA FACCE RIDE!
Il ministro Stefania Giannini sul crollo nella scuola di Ostuni: “Basta accuse, stiamo mantenendo tutti gli impegni presi” (Stampa, p. 3).
5. UN UOMO SOLO AL COMANDO
Si avvicina il voto sulla legge elettorale e le opposizioni del Pd si stagliano in tutta la loro disarmante pochezza. “Renzi alla conta finale sull’Italicum. Domani sera il confronto del leader con i deputati. Una sessantina di ‘ribelli’ si asterrà. In gioco il ruolo del capogruppo Speranza. Napolitano: non disfate quanto costruito” (Corriere, p. 6). Tamburi di guerra su Repubblica: “L’ultima sfida della minoranza: Sarà Renzi il responsabile della scissione. Oggi si riuniscono gli 85 deputati di Area riformista, la corrente che si oppone al premier” (p. 14).
Su Libero un altro fronte: “Aria di rivolta nel Pd. Nasce la corrente degli impresentabili. In Campania, Sicilia, Toscana e Marche è scontro fra la base e Renzi, che impone i candidati senza passare per le primarie” (p. 4). Il Fatto Quotidiano invece dà ampio rilievo all’intervento di Napolitano: “La guerra dei due presidenti sulla legge elettorale. Napolitano riprende il cavallo di battaglia: ‘Approvatela così com’è’. Mattarella invece tace. In attesa del giorno in cui dovrà firmare” (p. 2). E secondo il costituzionalista Michele Ainis, intervistato dal Fatto, “l’Italicum metterà in imbarazzo il Colle” per via dell’asimmetria con il Senato (p. 3)
6. MANICOMIO REGIONALI
Ci mancava Giorgia Meloni a fare casino in Puglia: “Puglia, scontro Meloni-Forza Italia. Anche la Liguria rischia il caos. La leader di FdI: con Poli Bortone solo se siete unitii. E lei: sostenetemi o lascio il partito. A Genova spuntano gli anti-Toti: in campo l’ex pdl Musso e anche Rosso ci pensa” (Corriere, p. 8). Stampa: “Berlusconi: in Puglia non accetto di prendere ordini dalle pulci. Attacco a Fitto e Meloni, che resiste alla Poli Bortone” (p. 8). Le pulci sanno mettersi di traverso.
7. ULTIME DA FARSA ITALIA
Ennesimo cambio di strategia per il Banana, almeno secondo il Corriere: “Ora Berlusconi sulle elezioni non vuole mettere la faccia: servono anni per ricostruire. Per l’ex premier è stato Fitto a voler rompere. Un ‘atto di difesa’ la scelta contro Schittulli. L’ex ministro pronto a ricorrere alle carte bollate sulle liste e la gestione del partito” (p. 9).
Su Repubblica, Stefano Folli si chiede perché il centrodestra italiano non impari la lezione di Jean Marie Le Pen e non rottami il Cavaliere (p. 17). Il Messaggero invece racconta che cosa ha in mente Berlusca: “Berlusconi al lavoro sul partito-talent. Basta cacicchi: donne, giovani e web. Le regionali sono la prima occasione per selezionare i volti nuovi. La Sardone è già in declino” (p. 10).
Dino Boffo e il Papa Ratzinger
Libero intervista l’ex prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, che ne racconta una nuova: “Quando la piazza tentò l’assalto a casa Silvio. La sera delle dimissioni del Cav facemmo evacuare Palazzo Grazioli” (p. 7).
8. CIUCCI NON CIUCCIA PIÙ
Aria nuova all’Anas, in attesa di qualche esponente del Giglio magico renziano. “Anas, Delrio ‘dimissiona’ Ciucci. Il presidente lascerà a maggio, l’annuncio al termine dell’incontro con il ministro. Le Infrastrutture: ‘Decisione apprezzata’. Venerdì scorso il cedimento di un ponte sulla Palermo-Catania, ultimo di una serie di scandali” (p. 9). Per Repubblica ora in pole position ci sono il solito Andrea Guerra ed Erasmo D’Angelis. Poi passa Alberto Statera che si sfoga: “Dall’Iri al ponte sullo Stretto, finisce il dominio di Ciucci, l’ultimo burosauro delle strade tra crolli e supponenza” (pp. 10-11).
E sul Corriere Sergio Rizzo racconta “l’addio dell’ultimo boiardo. Manager di Stato per 46 anni. E la valanga comincia con Lupi. Dallo Stretto di Messina alla buonuscita da 1,8 milioni” (p. 13). La Stampa analizza il dissesto generale: “Le strade italiane, un colabrodo. Ponti e ferrovie costruiti dove non si dovrebbe: 720 punti a rischio crollo, in 6180 sono state rilevate delle ‘criticità’. Nel 2014 si sono verificati 211 eventi con feriti, vittime e danni. I soldi per rimediare sono solo sulla carta. Arriveranno?” (p. 5).
9. IL PRIMO CHE PAGA PER BOFFO
Il Corriere non dimentica il caso Boffo e racconta: “Falso scoop su Boffo, condannata la talpa. Due anni al cancelliere del tribunale campano che violò il casellario dell’ex direttore di ‘Avvenire’. Mescolandola al decreto, ‘Il Giornale’ costruì la campagna a sfondo sessuale”. Boffo aveva osato scrivere alcuni editoriali contro Silvio Berlusconi (p. 21).
10. GRANDI MANOVRE DIGITALI
Un accordo commerciale sulla tv per chi non ha la parabola fa intravedere il riassetto delle telecomunicazioni tra telefonia e tv. “Alleanza Sky-Telecom, i canali di Murdoch attraverso la fibra ottica. Decolla il risiko della convergenza tv-telefono-internet. Il gruppo delle tlc era in trattativa anche con Mediaset” (Repubblica, p. 28).
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