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DAGOREPORT - DOPO APPENA TRE SETTIMANE ALLA CASA BIANCA, TRUMP HA GIA' SBOMBALLATO I PARADIGMI…
“D'ALEMA MI HA DETTO DI STARE CALMO: "PASSERÀ”. MA QUELLA URSULA VON DER LEYEN DEL CAZZO NON HA SAPUTO COMPRARE I VACCINI! MA VI RENDETE CONTO?” – LA SBROCCATA DI VISSANI: “RAGAZZI, L'UNICO VACCINO CHE FUNZIONA È SPUTNIK. DRAGHI? HA FATTO FUORI ARCURI PERÒ E’ SEMPRE UN BANCHIERE” – POI RICORDA CHE IL SUO LOCALE “E’ CERTIFICATO DALLA NASA” E PARAFRASA MARX: “RISTORATORI DI TUTTA ITALIA, UNITEVI. LA LOTTA DI CLASSE INFURIA ANCHE TRA NOI. I LOCALI DELLE METROPOLI INCASSANO NONOSTANTE LE CHIUSURE, GLI ALTRI VANNO IN ROVINA”
Alessandro Rico per "la Verità"
Gianfranco Vissani è una valanga. Esasperato dalle restrizioni anti Covid: «Con la zona arancione, il cibo lo andiamo a dare ai cinghiali». Indignato per l'esiguità dei ristori. Intravede persino una specie di nuova lotta di classe tra ristoratori di serie A - quelli delle grandi città - e ristoratori di serie B - quelli dei paesini. Per evitare che ci accusino di istigazione alla violenza, non vi riferiamo quanti politici sarebbe pronto a «prendere a bastonate»...
Peter Gomez si lamenta: da quando Giuseppe Conte non è più premier, i giornalisti hanno smesso d'intervistare i ristoratori che protestano. E allora noi intervistiamo lei.
«Le cose che dice Gomez lasciano il tempo che trovano. E poi bisogna capire da che bocca escono».
Cosa vuol dire?
«Quando qualche ragazzino diceva coglionerie, la maestra, alle elementari, mi suggeriva: "Non ti arrabbiare. Devi capire da che bocca escono"».
Arriva Mario Draghi, ma si chiude come con Conte. Se lo aspettava?
«Loro non dovrebbero pensare solo agli impiegati statali. Gli impiegati statali hanno 14 stipendi. Hanno pure qualche incentivo. E ogni mese, i soldi arrivano. A noi imprenditori, no. Viviamo in un mondo surreale».
Voi ristoratori vi sentite ancora abbandonati?
«Diciamoci la verità. Ci sono Regioni grandi, come la Lombardia, il Veneto, il Piemonte, il Lazio, in cui i ristoratori, con la zona gialla, a mezzogiorno riescono a coprire un doppio turno per sopperire ai mancati introiti serali».
Più che nelle Regioni grandi, nelle metropoli: Roma, Milano...
«Appunto. Io ho un ristorante su un lago finto. Il ponte è chiuso e abbiamo difficoltà a far arrivare gente. E ormai è un mese che siamo chiusi».
Dove si trova il locale?
«A Corbara, tra Todi e Orvieto. Dove c'è la diga con il lago artificiale. Lei si ricordi una cosa».
Cosa?
«Parlano di ristori, ma se hai pendenze fiscali, non ti danno una lira».
Le cartelle esattoriali non sono sospese?
«Quando gli pare a loro... Ma lei se li ricorda i famosi "beni confiscati alla mafia"?».
Eh, allora?
«Io ne ho gestito uno per due anni. Me l'aveva affidato Mario Morcone, il numero uno dei prefetti in Italia. In quella struttura, facemmo più di 150 matrimoni, 70-80 comunioni...».
Quindi?
«Non mi hanno mai pagato. E ormai avrò un credito di 1 milione e rotti di euro».
Lei intende questo: se ho una pendenza con lo Stato, non becco gli aiuti. Se lo Stato ha una pendenza con me, sono fatti miei.
«Bravissimo. Noi allo Stato non possiamo manco fare causa. Pare ci sia una postilla che ce lo impedisce».
E questo la fa avvelenare?
«Le racconto un altro episodio: nel 1996, a Firenze, feci un pranzo per diversi capi di Stato. Dovevo avere 200 milioni di lire».
E invece?
«Mai vista nemmeno una, di lira. Lo sa quanto sarebbe diversa per me la situazione, se andassi a fare il Vissani a Roma? Adesso è passata in zona rossa, ma fino a pochi giorni fa c'era la movida».
Ecco, la movida. Quindi è vero che certi locali hanno funto da catalizzatori di assembramenti?
«Eh, sì. E ormai nelle grandi città guadagnano un sacco con il delivery».
Ce l'ha con i colleghi delle metropoli?
«Perché lì i ristoranti sono sempre pieni».
Buon per loro. Si è creata una specie di lotta di classe, o di guerra tra poveri?
massimo d alema gianfranco vissani foto di bacco
«Proprio così».
Se il mondo è cambiato, però, è inevitabile che sul mercato sopravviva solo chi è stato capace di stare al passo con i tempi, inventando nuovi modelli di business. O no?
«Sì, al passo con i tempi. Però non vorrei nemmeno perdere la nostra storia, la nostra cultura, le nostre tradizioni culinarie».
In che senso?
«Pensi agli gnocchetti con i fagioli che fanno a Sant' Oreste».
Così ci fa venir fame.
«Lei è sicuro che potremmo mantenere viva una tradizione con cui certe nostre piccole comunità sono cresciute, se ci riconvertiamo tutti al delivery, come nelle grandi città?».
Il piatto arriva freddo a casa?
«Ma certi piatti, nelle grandi città, non li conoscono neanche!».
Riconosce che qualche esercente, specie la scorsa estate, le regole di distanziamento non l'ha rispettate?
«Io posso solo dirle che il mio locale è certificato dalla Nasa».
Dalla Nasa?
«Sì, dalla Nasa. Quella americana».
L'agenzia spaziale?
«Esatto».
Addirittura? Scusi, che le ha certificato, la Nasa?
«Abbiamo tutta una serie di macchinari, per cui, se arriva un cliente con il Covid - gliela faccio semplice - si crea una specie di bolla che neutralizza il virus».
Degli strumenti per mantenere l'ambiente sanificato?
«Mettiamola così. Ma questo solo per dirle che i protocolli di sicurezza esistono. Le mascherine ai cuochi, che quando sudano diventano un problema, le mascherine ai camerieri, il lavaggio continuo delle mani...».
Non mettiamo in dubbio che lei sia perfettamente in regola. Ma vale per tutti i suoi colleghi?
«Io so solo che il titolare dell'Harry' s Bar di Venezia, Cipriani, che ha un grande albergo in Spagna, lì ha ricevuto 600.000 euro di aiuti».
Lei quanto ha avuto?
«Non io: mio figlio, 1.200 euro come partita Iva. E basta. Ma noi, tra una cosa e l'altra, siamo chiusi da un anno».
In quanto tempo li incassavate, quei soldi, prima del Covid?
«Siamo un ristorante da 1 milione e 900.000 euro l'anno. Faccia lei i conti».
Be', qualcosina da parte lo avete, allora.
«Sì, però abbiamo anche 30 dipendenti. Sa cosa mi ha detto, l'altro giorno, una signora delle pulizie?».
Che le ha detto?
«Che le sono arrivati 280 euro risalenti al mese di settembre. Si rende conto?».
Lei è stato vicino a esponenti di spicco della sinistra. Ce lo spiega che idea hanno, da quelle parti, sui piccoli imprenditori? Pensano che, siccome siete evasori, avete il gruzzolo nascosto con cui campare pur stando chiusi?
«È quello che pensano anche di gente come me, che ha dedicato la vita a costruire un locale che si è fatto un nome. E calcoli che mio padre ha veramente iniziato "co' 'na scarpa e 'na ciavatta", come dicono a Roma».
E non ci parla mai con qualcuno di quei suoi vecchi amici della sinistra?
«Ma sì, glielo dico. Ho parlato con Massimo D'Alema. Pure con Roberto Speranza».
E che dicono?
«D'Alema mi ha detto di stare calmo: "Passerà, passerà..."».
Però lei, calmo, non ci sta.
«I vaccini non arrivano. Quella Ursula von der Leyen del c...» (alza la voce). «Non ha saputo comprare i vaccini! Ma vi rendete conto?».
mario draghi al centro vaccinazione di fiumicino 5
Sugli aggettivi posso richiamarla all'ordine, però è indubbio che l'Europa abbia fatto una pessima figura.
«E la Germania? Che va a comprare 30 milioni di dosi di Pfizer per conto suo? Astrazeneca pare che abbia dei problemi, Johnson&Johnson è già in ritardo... Ragazzi: l'unico vaccino che funziona è Sputnik».
Vabbe', su questo aspettiamo il parere degli scienziati. Intanto, avrà notato che diverse categorie si stanno fiondando per essere immunizzate prima. Ferma restando la precedenza ai fragili, lei chiederebbe che fossero vaccinati gestori e dipendenti dei locali? Così potreste garantire un'estate quasi Covid free.
«Mi sa tanto che prima devono vaccinare i dipendenti pubblici...».
Ah ah ah...
«Eh, lei ride...».
Perché ce l'ha carica con gli statali! (Ora s' inalbera davvero).
«Sì! Hanno avuto pure il coraggio di fare sciopero, a dicembre!».
Qualche critico radicale vi rimprovera: anziché chiedere i ristori e accontentarvi dell'elemosina, perché non vi ribellate? Perché non fate la rivoluzione?
«Perché in Italia c'è molto individualismo. E manca la coesione tra i ristoratori. Non si rendono conto che l'unione fa la forza».
Non mi dica che l'ex cuoco di D'Alema sta per rispolverare un motto marxiano...
«Ristoratori di tutta Italia, unitevi!».
Ci facciamo il titolo dell'intervista.
«Benissimo».
A proposito di estate. La scorsa stagione vi siete salvati.
«Questo è vero».
Per quest' anno, che prospettive vede?
«Nere. L'altro giorno hanno tirato fuori pure la variante indiana... E anche con Draghi, siamo ancora ai soliti dpcm».
L'ultimo, in realtà, è un decreto legge.
«Perché il dpcm glielo davamo sugli stinchi. Il decreto legge è una roba più forte, più autorevole. Guardi che questi so' fiji de na m...».
Alt! Per carità... Mi dice che pensa di Draghi, pacatamente?
«Bravissima persona, io lo conosco. Però, sa, è sempre un banchiere. Anche se per me è più politico di Conte».
Dunque?
«Ha finalmente fatto fuori Domenico Arcuri e ha affidato il piano vaccini a un generale. Vediamo cosa sanno fare».
Per adesso, sospende il giudizio?
«Prima di parlare, aspetto che Mario Draghi, che porta il nome di mio padre, faccia qualcosa di importante per ristoratori, albergatori, catering, fitness, anche per gli Ncc. Tutti martoriati. Allora, lo potrò applaudire».
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