DAGOREPORT – AVANTI, MIEI PRODI: CHI SARÀ IL FEDERATORE DEL CENTRO? IL “MORTADELLA” SI STA DANDO UN…
Giuseppe Fantasia per https://www.huffingtonpost.it/
angelica schiatti morgan e rachele bastreghi
Dici Morgan - pseudonimo di Marco Castoldi, fondatore ed ex frontman dei Bluevertigo – e nella mente di molti si accende la lucina rossa di una cinepresa immaginaria su un mondo - il suo, che è poi anche il nostro - fatto di polemiche, esagerazioni, litigi, abbandoni (plateali e non), ritorni e ancora abbandoni, cuori infranti, altre incomprensioni, altre liti, persino un pignoramento e una vendita all’asta della sua casa a Monza, quella per cui aveva chiesto un salvacondotto economico per motivi artistici e di cui ne racconta la triste vicenda in “Essere Morgan. La casa Gialla”, il suo libro appena pubblicato da La Nave di Teseo, il primo di una trilogia, un viaggio speciale nella sua arte raccontata attraverso gli oggetti di quella casa che è stato costretto ad abbandonare. Siate onesti voi che leggete.
Chi non ha mai pensato, almeno una volta: “ma Morgan ci è o ci fa?”. Il confine è quasi sempre sottilissimo, inafferrabile, e finisce col far dimenticare ai più che in realtà lui è un grande artista e musicista, autore, tra gli altri, di “Canzoni dell’appartamento”, il primo album da solista che nel 2003 conquistò il grande pubblico grazie a testi minimali e arrangiamenti finemente curati. Perché, dunque, voler dare una immagine diversa da quello che si è realmente? – ci chiediamo.
“Se è accaduto– spiega a telefono all’Huffpost con la sua inconfondibile voce calda e profonda – è perché sono sempre stato a favore della libertà di pensiero e perché molte volte sono andato a colpire centri nevralgici che hanno poi reagito mettendomi in una condizione di sofferenza. È tutto lì, lo sa? È la sofferenza quello che ho, non è altro”. “L’eccesso, continua, è qualcosa che va oltre il limite e non mi riguarda, perché a me piace essere contenuto entro quel limite. Se sono sempre riuscito a fare delle cose – i concerti, le ospitate live in tv e altro - è perché conosco i confini, i termini nel tempo, nello spazio e nella morale”.
MARCO CASTOLDI - ESSERE MORGAN, LA CASA GIALLA
Come si definirebbe?
“Sono una persona ottimista che quando si sveglia è allegro, ha sempre una parola gentile per chiunque e per qualsiasi cosa. Poi, però, arrivano i ‘cattivoni’, si mettono in mezzo e pensano che Morgan si possa prendere per il culo e raggirare… dopo un po’ mi girano i coglioni. Sono però talmente tranquillo e buono che li lascio fare, li lascio pensare che non mi sia accorto di tutto quello che stanno facendo e non glielo dico. Non sono una persona oltraggiosa. Sono inculabile, ecco. Poi, certo, sono anche un intrattenitore, uno che si mette sul palco e suona, per il suo pubblico, perché sa che può essere vario, pieno di persone fragili e sensibili che meritano solo rispetto”.
Dove si trova in questo momento?
“Sono nella Torre Garibaldi, a Milano, in una specie di prigionia, di eremo”.
In che senso?
“È una cosa strana che non ho ancora identificato bene, però so che sono completamente prigioniero. Lavoro costantemente come uno schiavo. Sono schiavizzato”.
Scusi, ma da chi?
“Le spiego. La mia giornata-tipo è una giornata angosciante in cui sono – come le dicevo – completamente schiavo. Mi sveglio la mattina, mi metto a lavorare al computer, faccio delle cose che vanno in varie direzioni, poi, però mi accorgo che finisco sempre in una situazione che è un cul de sac. Ho ostilità a pubblicare, non riesco a pubblicare nulla, addirittura adesso il mio staff si è messo contro di me e non pubblicano quello che gli dico. Sono bloccato telefonicamente, sono silenziato, hanno detto così. È un momento di silenziamento”.
È vero che Morgan non risponde mai al telefono?
“Non è che non risponde, è che il mio telefono è silenziato, praticamente non funziona. Ne ho comprato un altro e deve esserci forse, boh, una congiuntura astrale, perché ci sono dei contatti che mi sono stati completamente bloccati. Non posso averci più a che fare”.
Hanno paura che sia pericoloso o che possa dire delle cose che diano fastidio?
“No, in realtà si tratta del mio ambiente che sa benissimo che scrivo un sacco di canzoni e mi tengono a pane e acqua, a fare questo, a lavorare alle canzoni. Non faccio concerti, non vengo portato in pubblico, sono completamente schiavizzato a scrivere musica che poi usano altri. È una situazione che non mi piace”.
Che non possa fare i concerti o esser portato in pubblico è normale, visto il momento particolare che tutti stiamo vivendo. Cosa le manca?
“Ogni tanto vorrei anche scopare per esempio, cosa che non faccio”.
Suvvia, a questo non ci crede nessuno.
“Eppure si sbaglia di grosso, perché non faccio proprio niente di tutto questo e h24 sono completamente schiavizzato”.
Cosa ha fatto in lockdown?
“Le stesse cose che faccio adesso oltre ad aver avuto una strana reazione da parte della mia partner Angelica (Schiatti, ndr) che si è completamente negata. Forse è stata lei a costruire tutto questo ‘impianto’. Credo che sia andata da qualche parte a fare qualche trattamento psichiatrico. Fatto sta che è tornata ed è priva di emozioni e sembra sia gravemente lesa dal punto di vista psichico. Non mi permettono di incontrarla. C’è sotto qualcosa di veramente strano, i monzesi ricchi borghesi hanno fatto una cosa alla Giulietta e Romeo”.
Durante questa quarantena è diventato padre per la terza volta (Morgan ha già una figlia, Lara, avuta da Jessica Mazzoli e Anna Lou avuta da Asia Argento, ndr)
“Sì, di Maria Eco, nata il 17 marzo dalla relazione con Alessandra (Cataldo, ndr), una bambina fantastica, bellissima, che cresce e che è la mia gioia. Lei mi apprezza molto e quando le canto la ninna nanna, si addormenta subito. Facciamo però chiarezza”.
Prego.
“Quando si parla di amore, dipende sempre di chi stiamo parlando. Sono una persona a cui piace vivere sentimenti ed emozioni e anche tradurli in espressione. Spesso, chi fa quello che faccio io, l’artista, ha anche delle muse ispiratrici. La musa per un poeta è un ruolo ben preciso. Non si può paragonare la relazione platonica, onirica, artistica alle relazioni che finiscono nei comuni con il matrimonio, quelle sono altre cose.
La famiglia esiste, ma esiste anche la libertà del cuore, la libertà di parlarsi, di conoscersi, di non frustrare le pulsioni, gli istinti. Invece a me che sono così libertario, mi capita di avere una relazione come quella che avevo con Angelica da circa dieci anni che si è poi trasformata in un’amicizia. Alessandra, invece, è arrivata dopo e c’ho fatto pure un figlio. È un ben regalo fare un figlio, o no?”.
Immagino, mi dicono di sì.
“Uno deve essere molto contento se vieni reso genitore, devi esserne molto grato. È un bel regalo che si fa a una persona. Sono disposto a fare il padre di mille bambini, adoro fare il padre”.
Questo, nonostante le accuse che le sono state fatte dalla sua ex Asia Argento in tv che le ha augurato, con la terza figlia, di essere un padre presente? Non lo è stato?
“Non ero presente? Ma ti credo! La madre era Asia Argento, ci mancherebbe. Mi faceva una guerra, mi picchiava durante il sonno, di notte mi trovavo i pugni in faccia. Mi ha conciato per le feste e si lamenta pure che non ci sono? Io ho sempre fatto quello che dovevo fare, sia economicamente che come presenza fisica, poi però portano via le figlie, si lamentano.
C’è questo grande dominio della figura femminile ultimamente mascherata dietro la debolezza della donna, ma in realtà, la donna, ormai, ha instaurato un vero e proprio matriarcato, una cosa che non c’era mai stata. Adesso siamo finiti nel matriarcato. A me va benissimo, per carità, io adoro le donne, ho vissuto con sette donne – madre, zia, sorella, nonna e altre – e a sedici anni mi ritrovavo a fare l’uncinetto con loro. Ho una profonda ammirazione per il mondo, la psiche e l’emotività femminile.
Ho amiche donne con cui non ho una relazione di coppia, sono solo amiche. Angelica, come le dicevo, era la mia migliore amica, ma è andata come è andata e ci siamo innamorati. Solo che la sua famiglia – sa quelle famiglie molto possidenti e alto borghesi? – si è messa in mezzo. Il nostro era un rapporto culturalmente particolarmente bello, era creativo, di collaborazione, e trovo che interromperlo così, arbitrariamente, non sia stato un bene”.
LO SCAZZO TRA BUGO E MORGAN SUL PALCO DI SANREMO
È stato mai con uomini?
“No, perché ho una sessualità molto precisa che è l’eterosessualità. Questo non vuol dire che io non abbia una componente femminile molto alta. Le donne insegnano la gentilezza, il garbo e l’eleganza; gli uomini, invece, sono spesso gretti e incapaci di cogliere il particolare”.
Quindi Morgan è single?
“Più che single, sono disperatamente solo. Single è un’altra cosa. Sono esistenzialmente solo”.
Cosa le sta insegnando questa solitudine?
“Sto studiando la psicoanalisi. Questo caso della mia ex che torna da un’esperienza in cui le è stato estirpato il sentimento facendola essere spenta, un automa, una specie di avatar - mi ha inquietato molto. La considero una sorta di ‘macelleria’ della psicologia. Ho studiato questo caso che è il disinnamoramento forzato che si basa un po’ su principi della psicologia inversa ed è una roba che massacra l’uomo.
Loro non te lo dicono e vogliono solo costruire la figura del mostro che acquisiscono dentro. Ovviamente c’è una distanza, e questo periodo di quarantena ha influito molto, è stata per loro una manna dal cielo. Si sono dovuti autoconvincere che il tuo partner è violento e altro. Dato però che non è vero, cosa hanno fatto?
Ce lo dica.
“Hanno dovuto esasperarlo per fargli venir fuori il violento che c’è. Mi minacciano, persino, dicendomi che so bene per quale motivo lo fanno, ma in realtà io non lo so”.
Cosa ne pensa del movimento #MeToo di cui la Argento è stata il simbolo?
“Non so cos’è…No, guardi, non voglio entrarci, non sono cose che approfondisco. Mi occupo di altro, di altri problemi. Ad esempio, dal punto di vista sociale cerco di combattere il sistema dello strapotere informatico oltre all’arte”.
A proposito di arte e cultura, lei ha scritto una lettera al Ministro Franceschini chiedendogli che intervenisse sulla faccenda legata alla sua Casa Gialla: le ha risposto?
“No, Non mi ha mai risposto”.
Cosa avrebbe voluto che facesse?
“Mi aspettavo da lui e dagli italiani una maggiore coscienza. Gli italiani hanno dimenticato, probabilmente, che in Italia c’è l’80 % delle opere d’arte del mondo e credo che questa dimenticanza, chiamiamola così, sia un problema culturale molto grave. Se noi fossimo in grado di valutare quello che abbiamo, vivremmo molto meglio. Tutto quello che avviene, invece, non è dignitoso. Non si da’ valore alle persone, alle cose, all’arte.
Se fossimo in grado di dare il giusto valore a noi stessi, ad auto valorizzarci, noi saremmo il Paese più ricco del mondo. Invece no. Perché, in merito alla mia casa, il tribunale deputato non ha potuto valutare il concetto di valore artistico? Perché non esistono leggi in merito. È stato compiuto un disastro illegale sotto gli occhi di tutti senza che nessuno intervenisse.
Hanno sfruttato l’anomalia della situazione, l’assenza di regolamenti, il fatto che non ci siano leggi in questo campo, ma un menefreghismo totale. Tra i tanti oggetti che non trovo più, c’è anche il mio basso, che era poi quello dei Bluevertigo. I fan mi hanno scritto per quale motivo l’abbiano fatto, perché per loro quel basso è una cosa importante e per me è uno strumento di lavoro, non un soprammobile”.
Nel suo caso cos’è che fa la differenza?
“Il mio suono è la principale differenza, la principale componente della musica che faccio. Nessuno porta le ragioni dell’arte come motivazione e come leva. Quando si fanno gli sfratti e gli sgombri forzati, le ragioni dell’arte cadono, ma sono cose da bambini. L’arte così smette di valere.
Si sente rappresentato politicamente?
“Guardi, per me Conte ha una bella costumeria. Non l’ho visto particolarmente sovrano. Quando incontro Salvini parliamo di De André di cui è un grande appassionato, quindi per me è De André. Anche Grillo mi è simpatico. Le sardine cosa sono? Piccole sarde? Dei pesci o delle donne?”.
Il suo preferito è stato Marco Pannella, non lo ha mai nascosto.
“Lui sì, ma lì eravamo ad altri ed alti livelli. Ha rappresentato l’arte dell’esprimersi, del dialogo, del conoscere e del far conoscere. Era un politico che come tanti uomini di cultura era convinto che se il popolo ne avesse saputo di più, il Paese sarebbe stato migliore. Invece ci sono dei politici e degli uomini di potere in genere che pensano che se il mondo fosse fatto da gente intelligente e acculturata, loro avrebbero indubbiamente meno potere. Viva le canzoni. Se tutti sapessero scriverle, ci sarebbe una qualità della vita migliore, non solo della musica, e certa spazzatura che c’è oggi nel mondo, non ci sarebbe”.
Altro suo idolo: David Bowie.
“Ha rappresentato un grande discorso di caduta tra l’arte alta e l’arte bassa, una frattura tra la musica colta e la musica pop. Le ha fatte entrare l’una nell’altra creando un nuovo modo di concepire il rock. Con lui il rock è diventato finalmente arte, teatro, un discorso che poi è andato verso il concetto di sound and vision che oggi è quello che abbiamo. Bowie è stato il primo artista veramente moderno che ci ha consegnato il concetto di media e multimedia”.
E Franco Battiato con cui ha collaborato in Gommalacca?
“Altro mio idolo, come dice lei. È un inventore, un innovatore, un originale che ha creato veramente con libertà delle cose straordinariamente diverse da quello che c’è in giro. È l’anti standard, non è omologato, ha un modo di pensare tutto suo ed è anche lui completo, perché ha approfondito il testo, l’arrangiamento, il suono, la forma della canzone”.
Oltre al look, allo stile, aggiungiamo. Anche nel suo caso è stato ed è così. Nel libro parla del suo amore per la giacca che – cito le sue parole – quando compare in un testo acquista un’aurea mitologica.
“In quella casa gialla ne avevo circa 400 di giacche che adesso saranno vendute all’asta virtualmente insieme a tutte le cose che c’erano. Le porteremo in un luogo, tutti ne saranno proprietari e ricostruiremo la casa gialla. Quel luogo sarà un centro multiculturale, musicale, sociale, un museo per bambini dove poter affittare strumenti, fare concerti. Insomma, un museo, il mio museo piano bar”.
In passato lei si è dipinto le unghie. Qualche giorno fa, lo ha fatto anche Fedez che ha ricevuto diversi attacchi omofobi. Cosa ne pensa?
(Morgan inizia a cantare) “Per fare Fedez, ci vuol lo smalto, per far lo smalto ci vuole l’unghia, per fare l’unghia ci vuol la donna, per far la donna ci vuole l’uomo…”
Suvvia, le sto dicendo una cosa seria.
“Aspetti, le racconto questo su Fedez: ha una quadro di Escher tatuato sul collo, solo che non lo sapeva. Me l’ha fatto un mio amico, mi disse. Uscii dal palazzetto di XFactor e andai a compragli un catalogo di Escher per farglielo conoscere”.
Torniamo agli attacchi omofobi.
“Ma chi sono gli omofobi? Esiste un partito? Una congregazione?”
Mi sta dicendo che per lei non esistono?
“Per me esistono solo gli omofoni, coloro che hanno lo stesso suono, a me piacciono quelli, non gli altri che non considero neanche”.
Si è mai pentito di qualcosa?
“Sì”.
Di cosa? Del gesto fatto a Bugo a Sanremo?
“No, quello lo rifarei al contrario. Invito Bugo a farlo a me: vediamo se esco o se replico. A Sanremo ribalterei la cosa. Voglio che si dica: dov’è Morgan? Voglio rifare la stessa vignetta ma al contrario. Una cosa, invece, non rifarei mai: AnnoZero con Santoro, una cosa tremenda”.
XFactor lo rifarebbe?
“Certo, volentieri.
Le ha dato molto come esperienza?
“Sì, ma in realtà da un certo punto di vista sono stato io ad aver dato molto a quel programma”.
La tv generalista cosa dovrebbe offrire?
“Un programma di Morgan che parla di musica, ma stavolta in Rai. Ora la devo salutare”.
Ultima cosa: quanto è difficile essere Morgan?
“È un casino. Bisogna essere molto molto resistenti, lei non ha idea di che pazienza e bontà ci vogliano per esserlo”.
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