
CAFONAL! - DIMENTICATE I GRANDI MATTATORI, ANGELO MELLONE È CAPACE DI SPETALARE FIORELLO IN 15…
Riceviamo e pubblichiamno:
Caro Dago,
ti ringrazio per l'attenzione che dedichi ai miei interventi su Zalone, il colore della cui risata è il caso, mio malgrado, cultural-politico dell'anno. Lo dimostra anche l'intervento divertente, paradossale, "comunista" di Marco Giusti, che crede di maltrattarmi chiedendomi conto di un film di Barbareschi che non vedrò, perché non ho nessuna intenzione di fare il "vigilante" della cultura per incamerare al centrodestra questo o quel prodotto, non ci penso proprio.
Potrei replicare che in fondo Giusti, con il suo scritto, cerca di acquisire al giustismo Checco Zalone, come già fatto con Bombolo e Thomas Milian. Cose che si fanno "a sinistra", anche quando si critica la sinistra. Perché esiste solo la sinistra.
Nessuno scandalo. In fondo ogni giudizio positivo comporta immedesimazione, e dunque una forma di possesso, di cannibalismo. Viva la libertà ! Io sento mio Zalone perché fa sgorgare una risata diversa da quella rancorosa, malvagia, spesso razzista, dei satironi milionari e viziati con cui la sinistra era convinta di aver consolidato l'acquisizione della casamatta della cultura popolare.
Questa è stata occupata, a loro disdoro, da Mike Bongiorno, come ti ho scritto ieri, ma anche da Giovannino Guareschi. Niente a che fare con la sinistra. Ce ne hanno messo di anni a sloggiarli. Ed ecco che lorsignori non hanno avuto neanche il tempo di accomodare le nicchie dorate di Crozza e fratelli Guzzanti, accompagnati dal piffero di Michele Serra e Fabio Fazio, che a sbatterli fuori è l'ignaro Checco Zalone.
Lo fa, appunto, quasi suo malgrado, perché non ha progetti, ma solo un bel cuore e una bella testa, in grado di interpretare lo spirito del tempo. Per me questa non-ideologia è l'Italia migliore che non sarà mai posseduta dalla sinistra del livore, dell'invidia sociale, della conservazione, dei privilegi, delle terrazze, del recensirsi addosso; ma anche della tristezza, dei luoghi comuni, del finto perbenismo, della rendita burocratica, sindacale, ideologica, della finta cultura, dei finti registi, dei finti scrittori, dei finti direttori di museo. Tutti immancabilmente sovvenzionati dallo Stato.
Viva l'Italia libera, serena, anticomunista, generosa, magari anche un po' rozza, ma vivaddio vera, che si guadagna il suo pane.In una parola: berlusconiana. Piena di difetti, ma i pregi sono di più.
Renato Brunetta
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