DAGOREPORT - BENVENUTI AL GRANDE RITORNO DELLA SINISTRA DI TAFAZZI! NON CI VOLEVA L’ACUME DI…
Riccardo Bocca per www.gliantennati.it - www.espresso.repubblica.it
Bravo!, bravissimo Fabio Volo!, a cominciare il suo nuovo programma nel segno della tradizione Rai, cioè correndo in scena dal direttore di Raitre Antonio Di Bella, e baciandogli grato entrambe le pantofole... Così si fa, e che cavolo.
Ci si veste di total black come il migliore degli intellettuali, si spera che i Tir di libri venduti garantiscano abbondante share a "Volo in diretta", e si decolla verso un programma che all'esordio ha avuto come superospite la verbosità ; tanto copiosa e densa, da costringere il pubblico a ridere di una battuta smemorabile, come quella su un libro che parla di mestruazioni «e dunque viene ristampato ogni ventotto giorni».
«Dimenticaaa, dimenticaaa», è il generoso autoritornello di chi ha apprezzato Volo nelle trasferte Mtv, sia a Parigi che Barcellona, dove intervistando famosi e non famosi ricostruiva il sentimento delle culture indigene.
Però è un tragicomico fatto, che qui sia tutta un'altra storia: più paesana, al primo impatto, e in apparenza fuori controllo. Nel senso che il conduttore, notoriamente vittima di ascessi egotici, ha raccontato come a casa il pubblico sia diviso in due squadre: quella di coloro che lo amano a prescindere, e quella di chi invece, davanti alla brescianeria vanesia di un aspirante tutto -grande letterato, grande attore, grande showman-, pigia a caso sul telecomando pur di scappare altrove.
Premesso che esiste anche una terza categoria, costituita da chi dà sempre fiducia a Volo, e poi regolarmente rivuole indietro i soldi del biglietto, ieri sera era impossibile non applaudire l'ex panettiere per come in studio impastava il nulla. Un nulla tale e tanto, nell'arco immenso di quarantacinque minuti, da diventare arte, delirio, provocazione futurista.
E quando anche qualcosa è successo, al "Volo in diretta", è stato spesso all'insegna del passato, con il ricorso citazionista a motivetti felliniani, dadaumpa kessleriani, e altra merce del genere. Tant'è che presto, con tono stranito, è partita dai teledelusi la domanda chiave: scusi, mister Volo, ma roba fresca, nada?
Certo non è male, sia chiaro, l'idea dell'intervista a Battiato, con il doppio piano narrativo delle domande e risposte realmente avvenute, alternate alla recitazione dei pensieri nelle teste dei due. Ma questo giochino amabile, sgraffignato peraltro alla narrativa cartacea, non basta a garantire ciò che si auspicava per l'ex spazio Dandini: no-vi-tà , accidenti. Uno straccio di novità .
Se davvero "Volo in diretta" vuole, partendo da questa sera stessa, conquistare un carico di viaggiatori entusiasti, deve svuotare la valigia delle grandi ambizioni, ed estrarre dallo sgabuzzino le cose semplici, come il siparietto con il cameramen Ivo - morente di sudore causa giacca di fustagno - che tanto ricordava il duo Bonolis-Laurenti.
Ciò non significa -e perché mai?- che Volo debba rinunciare anche alla furbologia jovanottista, all'esterofilia provinciale che tanto lo gratifica, o alla presunta autoironia che lo ha portato a esibire la chierica craniale.
Però sono briciole, queste: dettagli. Contorno di uno spettacolo che, per il momento, non è abbastanza spettacolare.
OGGI COVER - Fabio VoloVOLO FABIO VOLO FABIO VOLO FIRMA IL SUO NUOVO ROMANZO
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