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Ansa.it
Due decreti di fermo sono stati stati emessi dalla magistratura romana per il duplice omicidio di un cittadino cinese di 31 anni e la figlia di nove mesi nel corso di una rapina a Roma. La tragedia è avvenuta il 4 gennaio scorso nel quartiere periferico di Torpignattara.
I due decreti di fermo sono stati emessi dai magistrati romani a carico di due maghrebini. Il provvedimento permetterà le ricerche e l'individuazione dei due anche all'estero. E' stato distribuito in tutta Italia e all'estero, agli uomini delle forze dell'ordine, l'identikit dei due cittadini magrebini che potrebbero essere gli autori del duplice omicidio avvenuto a Roma, dove un cittadino cinese di 31 anni e sua figlia di nove mesi sono stati uccisi. Per gli investigatori i due killer hanno infatti un volto e un nome. Il rischio è che i due rapinatori, con alcune complicità , si siano subito dileguati allontanandosi da Roma.
MAGREBINI, GIOVANI E CON PICCOLI PRECEDENTI - Giovani, tra i venti e trenta anni, e con piccoli precedenti per furto, rapina, ricettazione. Sono i killer del cittadino cinese e di sua figlia di nove mesi, ammazzati a Roma nel corso di una rapina, ora ricercati in Italia e all'Estero in una gigantesca caccia all'uomo grazie anche al supporto di foto e di dati come Dna e impronte.
Uno di loro sarebbe rimasto ferito ad una mano e probabilmente il suo sangue avrebbe macchiato le banconote poi ritrovate in una borsa. I due, rapinatori non professionisti, dopo gli omicidi presi dal panico, avrebbero lasciato inconsapevolmente tracce un po' ovunque, abbandonando lo scooter e i loro caschi e lasciando le due borse sottratte davanti a un casolare a due chilometri dal luogo del delitto.
Una delle due borse abbandonate, quella della donna, era vuota, mentre l'altra era quella del 31/enne e conteneva 16mila euro in banconote macchiate di sangue. Ma i rapinatori sarebbero stati ripresi anche da alcune telecamere durante la loro fuga, una di queste telecamere li avrebbe ripresi alla Stazione Termini.
DOMANI CORTEO, NEGOZI CINESI CHIUSI A P.VITTORIO - Rimarranno chiusi domani pomeriggio i negozi cinesi di piazza Vittorio a Roma, da dove partirà il corteo per ricordare Zhou Zheng e sua figlia Joy uccisi mercoledì scorso nella capitale. Lo riferisce il presidente dell'associazione dei ristoranti cinesi di Roma, Sergio Wu.
"Sarà una marcia per esprimere le condoglianze alla famiglia delle vittime e anche per mandare un messaggio di pace ha detto Wu all'ANSA -. Ci aspettiamo 5-10 mila persone, non solo della comunità cinese, ma anche italiani, filippini, chiunque voglia unirsi a noi, pacificamente". Nella fiaccolata da piazza Vittorio al luogo del duplice omicidio a Torpignattara, ha aggiunto Wu, i partecipanti porteranno una candela e fiori bianchi.
COMUNITA' CINESE, DOMANI NEGOZI CHIUSI PER LUTTO - "Domani tutti i negozi cinesi rimarranno chiusi in segno di lutto". Lo ha detto la portavoce della comunità cinese a Roma, Lucia Hui King, prima di essere ricevuta, con alcuni rappresentanti della comunità , dal sindaco di Roma Gianni Alemanno. La portavoce ha poi annunciato che, domani, "la processione partirà da Piazza Vittorio alle 16 così come deciso dal questore mentre l'orario di ritrovo è alle 15".
TOR PIGNATTARA SOTTO CHOC, ANCORA PAURA - Il bar di via Tempesta e il Money transfer di via Bordoni, dove lavorava il cittadino cinese ammazzato insieme alla sua bambina di nove mesi durante una rapina, sono ancora chiusi. Le serrande invase di fiori e lumini. Dalla sera dell'efferato omicidio il quartiere di Tor Pignattara, zona multietnica, nella periferia est della Capitale non si è più ripreso. "Siamo tutti ancora sconvolti - dice una giovane mamma romena abitante della zona-. Io avevo paura ad uscira la sera prima, e ora ho ancora più paura".
Il quartiere dove abitavano le vittime è tutto un susseguirsi di attività cinesi, dai minimarket ai bar fino ai servizi di estetica; qualche esercizio italiano e qualcun'altro bengalese. "E' una zona abitata soprattutto da bengalesi - afferma una giovane immigrata, cameriera in un bar in via Bordoni, proprio di fronte al Money Transfer - ci sono anche tanti cinesi ma sono arrivati da poco".
Maia, una moldava dipendente di un centro estetico orientale li descrive così: "E' una comunità molto a parte, è difficilissimo che si integrino con gli altri. Quelli con cui lavoro con bravissime persone, pagano regolarmente e con una puntualità mai vista, ma in pratica non li conosco...I loro bambini, dopo la scuola normale, frequentano una scuola cinese qui vicino per imparare la lingua. Insomma, stanno molto tra di loro".
Sono tanti i cinesi che si vedono a Tor Pignattara ma quasi nessuno è disposto a parlare dell'accaduto. "Non capisco", "Non conosco l'italiano", le loro uniche risposte. Poi ripiombano dietro banconi o tirano dritto per la strada. Solo un ragazzo dice sotto voce: "Sì, ho paura di quello che è successo. Ho paura della violenza". Poi scappa via.
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