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Pierluigi Panza per il Corriere della Sera
La prossima stagione scaligera è costituita da tappe che compongono cicli pluriennali. Sono 15 titoli, di cui 9 nuove produzioni e due prime per la Scala. Al centro della proposta il repertorio italiano con i cicli sul primo Verdi, Puccini e il Belcanto. Ai quali si aggiungono quelli sul Barocco e Mozart.
Una sinfonia di percorsi che il direttore musicale, Riccardo Chailly, ha deciso di basare sulla presentazione di versioni meno note di celebri opere.
«Propongo questo metodo per conoscere meglio le opere: sarà sempre il pubblico a decidere quale versione preferire, si dà una possibilità ulteriore di ascolto».
Si parte il 7 dicembre con una versione rossiniana dell' Attila di Verdi (regia di Davide Livermore), secondo titolo di un trittico iniziato con Giovanna d' Arco e che si concluderà con Macbeth. Chailly eseguirà l' Attila inserendo nel primo atto, tra duetto e terzetto, cinque battute composte da Rossini quando diresse l' opera a Parigi nel 1865 in forma privata.
Lo spettacolo, con protagonista Ildar Abdrazakov, sarà trasmesso da Rai1 come Andrea Chenier che toccò i 12 milioni telespettatori: «Solo in Italia c' è un così grande amore per l' opera», ha dichiarato Alexander Pereira. A completamento del ciclo Verdi, Michele Mariotti dirige I masnadieri con regia di David McVicar mentre Myung-Whun Chung riprende La traviata della Cavani con la Yoncheva e Meli.
Il ciclo pucciniano prosegue con Manon Lescaut (l' anno prossimo toccherà a Tosca): «Eseguo la versione di Torino del 1893. Ha cinque inserti nuovi, specie alla fine del primo atto ed è difficile nell' esecuzione».
Per il Progetto Belcanto torna La Cenerentola di Ponnelle con Marianne Crebassa, segue l' Elisir d' amore diretto dal giovane milanese Michele Gamba e scene di Tullio Pericoli con Rosa Feola e, in tre recite, Vittorio Grigolo e lo strano dittico, con Ambrogio Maestri e i ragazzi dell' Accademia, costituito da Prima la musica poi le parole di Salieri e Gianni Schicchi di Puccini con una regia di Woody Allen ideata per gli Stati Uniti: «Il regista verrà a Milano», ha dichiarato Pereira.
Per il progetto Mozart, dopo Lucio Silla e, in autunno, La finta giardiniera, arriverà Idomeneo: sarà un' Opéra-ballet diretta da von Dohnànyi.
Due i titoli di Richard Strauss («l' anno prossimo tornerà Wagner»), Die ägyptische Helena diretta da Franz Welser-Most e Die Tote Stadt con direzione di Alan Gilbert e regia di Graham Vick. Sul palco in Ariadne auf Naxos voce recitante (il maggiordomo) sarà Pereira stesso e non per un taglio dei costi: «Farò il ruolo parlato come i vecchi direttori di teatro: l' ho già fatto a Vienna Zurigo e Londra e lo farò a Natale con Thielemann a Dresda».
Prima della Chovanscina alla Scala diretta da Gergiev con regia di Martone, poi Rigoletto e Quartett di Francesconi. Infine il ritorno di Cecilia Bartoli, star al Salzburg Festival ma qui l' ultima volta la diede buca: per lei Giulio Cesare di Händel con regia di Robert Carsen, prima di tre opere barocche eseguite con strumenti storici.
Per la sinfonica continua l' integrale di Mahler con Chailly, c' è l' esordio di Lorenzo Viotti, vincitore del Conductors Award di Salzburg e il talentuoso Teodor Currentzis.
ALEXANDER PEREIRA E LA MOGLIE SCALA
Anche 35 recite per i bambini (saranno circa 50 mila) e un concerto dei Wiener Philarmoniker diretti da Dudamel e Domingo.
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