ESSERE ALEX ZANARDI - ATLETA, SHOWMAN, “ESEMPIO”: L’UOMO DI FERRO TRIONFA AL LETTERMAN SHOW - “GRAZIE A TUTTI QUELLI CHE, VEDENDO IN ME PIÙ DI QUEL CHE SONO, MI REGALANO AFFETTO E STIMA MA TANTO I FIORI SULLA TOMBA, SE SEI FORTUNATO, TE LI PORTANO TUA MOGLIE E TUO FIGLIO” (VIDEO)

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VIDEO ALEX ZANARDI AL DAVID LETTERMAN SHOW

 

 

Vincenzo Borgomeo per “repubblica.it

 

Si dice un privilegiato, uno che cerca sempre di barattare la giornata da leone con le cento da pecora; uno che semplicemente sa dove andare, ma la sua incredibile popolarità - è appena atterrato in Italia dopo il trionfo al Letterman Show - cresce di giorno in giorno.

 

ALEX ZANARDI AL DAVID LETTERMAN SHOWALEX ZANARDI AL DAVID LETTERMAN SHOW

Nessun pilota, nessun atleta, nessun presentatore Tv (Alex è tutto questo...) fa presa come lui sul grande pubblico. Merito di una forza che passa dalle sue mani (quando te la stringe pensi sempre che non l'avrai più indietro) alla sua voce, mettendo in campo una personalità e un'umanità mai vista. 
 

Lo stesso presidente del Consiglio Matteo Renzi facendogli  gli auguri di compleanno lo ha definito “grande italiano, esempio per tutto il Paese". 
 

ALEX ZANARDI AL DAVID LETTERMAN SHOWALEX ZANARDI AL DAVID LETTERMAN SHOW

La prima cosa che ti viene da chiedere ad uno così è se è poi tanto dura essere sempre e costantemente considerato un esempio. Soprattutto se poi Alex ripete ossessivamente di non essere un eroe...

"No, non scherziamo - risponde Zanardi - “Dura” è la vita di chi mette lo stesso o più impegno nella vita e fa fatica a dar da mangiare alla propria famiglia.

Zanardi è un privilegiato, sa di esserlo e per questo si limita a dire grazie a tutti coloro che, e sono sincero, vedendo in me più di quel che sono, mi regalano affetto e stima. Alzare il cappello e ringraziare è il minimo ch’io possa fare, poi però continuo per la mia strada perché sentirmi un esempio per gli altri non è assolutamente un mio diritto, ma nemmeno un dovere".
 
Va bene, non sarà un eroe ma di sicuro è un Ironman World visto che è uno dei pochissimi ad aver partecipato recentemente proprio all'Ironman World Championship: la gara di triathlon più dura al mondo durante la quale gli atleti competono nel nuoto (4 chilometri), ciclismo (180 chilometri) e maratona (42,2 chilometri).
 

ALEX ZANARDI AL DAVID LETTERMAN SHOWALEX ZANARDI AL DAVID LETTERMAN SHOW

"Diavolo! Questo è vero!  D’altronde non ci si può mica sempre schermire dietro a falsa modestia... Scherzi a parte sono molto orgoglioso di aver partecipato e concluso una gara che ha sempre rappresentato per me un sogno nel cassetto. E’ nel mio carattere cercare la giornata da leone da barattare con le cento da pecora; nell’automobilismo ero così…

 

Credo sia anche la ragione per cui anche i Fans americani che seguivano le gare Indycar, ricordano molto meglio certe mie singole “imprese” come il sorpasso al Cavatappi di Laguna Seca 96’, o la rimonte di Cleveland nel 97’ e di Long Beach nel 98’, piuttosto che i due titoli che ho vinto... Roba 'marginale'...".
 

Prima della partecipazione all’ Ironman World aveva detto "Può sembrare una sfida impensabile, ma se hai la curiosità di capire come sviluppare un progetto, puoi costruire delle strade alternative che nessuno aveva mai immaginato". Come si fa a trovare un’altra strada quando non se ne vede nessuna davanti a se?
"Buffo, alle volte scrivo delle cose che poi restano nel mio computer. In questi giorni lo sto facendo; è il racconto del mio Ironman e anche se ci sono diversi passaggi “visti” dagli occhi del mio amico più caro, che tra parentesi nemmeno lo sa, questa invece è farina del mio sacco: 
“….E’ questa la verità, se nella vita la strada che segui è quella che altri mille hanno già aperto, non servono ottimismo e curiosità per vedere un orizzonte, basta seguire le tracce e sai che c’è perché già altri l’hanno raggiunto.
 

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E’ quando vuoi aprire una via che servono queste doti; e poi magari il percorso non è nemmeno così arduo e, certo, avere i migliori strumenti per orientarsi aiuta, ma è sapere dall’inizio dove vuoi andare che ti fa sempre ritrovare la strada.”Ecco, credo semplicemente di essere uno che sa dove vuole andare".
 
Eroe o no di sicuro lei sfida continuamente i propri limiti. Ha dichiarato di essere una persona fortunata perché "a quasi 48 anni", fa il lavoro che gli piace. Ci sono persone – ha detto dice- che fanno sfide molto più eroiche delle mie ogni giorno per mettere un piatto in tavola". Ma dove trova la forza?
"Non serve forza. La forza serve ai depressi e lo dico col massimo rispetto. Essere un ottimista è una fortuna enorme perché non ti difetta mai la voglia di fare un tentativo; da quello si origina un risultato e, grande o piccolo che sia, è proprio ciò che ti fa venire voglia di rilanciare il giorno seguente.
 

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Il primo giro che feci col go-kart ero in estasi e, per quanto assurdo potesse essere in quel momento visto quanto piano andavo, “decisi” che nella vita avrei cercato di trasformare quella passione in un mestiere.
 

Ecco, l’ottimismo mi ha portato a sognare quell’orizzonte, mio Padre invece mi ha insegnato a tenere i piedi per terra e a prendere ogni giornata come una nuova occasione per fare “qualcosa”.
 

E poi ne aggiungeva sempre un’altra: non aver fretta di arrivare perché la felicità la devi sentire oggi, nel fare la strada al meglio delle tue possibilità; altrimenti non è vera passione e allora, è meglio cambiarla la strada, tanto laggiù non ci arriveresti comunque".

Di lei si è detto e scritto di tutto, ma fra le altre cose a mio avviso è anche un geniale comico, con battute sferzanti e irresistibili. Alcune sono talmente belle che sembra se le prepari come fa Crozza... Vero? E quali sono quelle a cui è più affezionato? 
"Per rispondere a questa domanda continuo a scrivere cinque o sei parole e poi cancello tutto. L’ho già fatto dieci volte almeno, per cui vuol dire che mi imbarazza rispondere e scrivere un commento qualsiasi vorrebbe dire prendersi troppo sul serio. Mi limito a dire che Crozza è un Genio, assolutamente un genio!".

Il doping è un grande problema per lo sport, recentemente si è anche occupato di questo, giudicando positivamente lo sforzo del Coni. A che punto siamo?
"Premetto che siamo nel campo delle opinioni perché io mi occupo di altro visto che sono ancora un atleta; tra l’altro assoggettato alla procedura “Whereabouts” per i controlli antidoping a sorpresa che, ahimè, sono l’unico modo per trovare le “prove” dell’ignobile frode per doping.
 

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Un altro discorso è recuperare gli indizi: chi capisce di queste cose può intuire a prescindere se una determinata prestazione è stata raggiunta in modo lecito o se c’è puzza di bruciato. 
 

E soprattutto in presenza di grandi variazioni dei parametri ematici abituali dell’atleta, l’ufficio antidoping ha il diritto-dovere di scavare in profondità. Perchè, pur rimanendo in limiti teoricamente regolari, se io da tre anni a questa parte ho un ematocrito a 42 e faccio fatica, poi vado a fare una gara, vinco e al controllo me lo trovano a 48… Eh beh, c’è per forza qualcosa che non va.
 

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Detto tutto questo c’è soprattutto un grosso lavoro di educazione da fare: il problema sono certamente i ventenni che cedono alla tentazione, ma molto peggio sono alcuni addetti ai lavori coi capelli bianchi che raccontano loro “tanto lo fanno tutti”. 
Non è vero! Non è affatto vero e asserire il contrario è un modo subdolo per togliere speranza a chi si accinge a tentare, oltre che sporcare ideologicamente anche il gesto di chi la vittoria l’ha ottenuta senza barare. 
 
Con la Fondazione Vodafone Italia e il Coordinamento delle Associazioni italiane Giovani Diabetici (A.G.D. Italia) ha collaborato al progetto Diabete Sport Training per promuovere lo sport tra i bambini e i giovani affetti da diabete mellito di tipo 1. E’ vero che la promozione dell'attività fisica rappresenta un tema di interesse primario per la sanità pubblica?
"Non c’è dubbio. In certe Regioni si fa già molto, come in Veneto dove, sarà una sciocchezza, ma le visite per l’idoneità medico-sportiva sono gratuite per le persone disabili.
 

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Ci sono ragioni in linea con valori molto più nobili per cui dobbiamo spingere le persone a non chiudersi a riccio sui propri problemi; detto questo un disabile che fa sport ha un’aspettativa di vita immensamente superiore a chi accetta di farsi mettere davvero a sedere dall’handicap e conseguentemente, è anche una persona che costerà molto meno al sistema di sanità pubblica".

Showman, presentatore, atleta di altissimo livello. Esempio, come dice Renzi. Dica la verità, a volte però le pesa il fatto che qualcuno si dimentichi di lei come un pilota di auto di altissimo livello? Per noi che viviamo nel mondo dei motori il ricordo è incancellabile, ma non per tutti è così, forse perché oltre alle corse ha fatto cose ancora più grandi. Lei come vive questa cosa?
"Io me ne ricordo eh!?! Scherzi a parte, c’è un detto un po’ macabro che però rende l’idea: “tanto i fiori sulla tomba, se sei fortunato, te li portano giusto tua moglie e tuo figlio..”
Ogni complimento che ricevo mi scalda il cuore, però la cosa bella è averle potute fare certe cose e soprattutto, “essere ancora per strada”.
 

renzi all assemblea degli industriali a bresciarenzi all assemblea degli industriali a brescia

Ecco, la cosa bella è che alla soglia dei 50 anni, sono ancora qui con degli orizzonti da raggiungere. Se poi una volta giunto a destinazione, ci sarà qualcuno ad applaudirmi, potrò solo ringraziarlo, e non certo arrabbiarmi perché non mi riconosce come pilota, soprattutto se là in fondo ci sono andato a bordo di una handbike no?".