1. VIDEO - EVO MORALES SI FA ALLACCIARE LE SCARPE DALLA SCORTA

 

 

2. MORALES SI FA ALLACCIARE LE SCARPE DALLA SCORTA

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Marco Gorra per “Libero Quotidiano”

 

Esterno, giorno. C' è un vialetto che porta all' ingresso di una sala conferenze vicino alla cui porta stanno ferme alcune persone. Dall' altra parte del viottolo compare un piccolo corteo di cinque uomini: uno in mezzo e gli altri quattro a fargli quadrato intorno. La sensazione che si tratti di un vip attorniato dagli agenti della scorta diventa una certezza non appena la comitiva si avvicina a sufficienza all' ignoto astante che riprende col telefono: l' illustre scortato altri non è se non Evo Morales, socialistissimo presidente della Bolivia e nume tutelare di quel vasto e composito mondo che guarda con favore alla risorgenza bolivariana dell' America Latina.

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Ancorché privo del maglioncino di prammatica, l' ex sindacalista dei cocaleros divenuto uomo forte di La Paz è in forma smagliante: polo bianca e pantalone blu, il presidente avanza trionfalmente verso l' edificio prima di fermarsi a salutare una persona che staziona vicino alla porta. A quel punto, il dramma.

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L' occhio del leader boliviano si abbassa fulmineo a terra e fa l' orrenda scoperta: la scarpa sinistra si è slacciata. Nonostante la gravità dell' accaduto, però, Morales non si perde d' animo: senza interrompere la cruciale chiacchierata con l' interlocutore, il presidente fa un breve - quasi impercettibile - cenno con la mano. Al che un uomo della scorta, evidentemente allenato da anni di pratica, coglie al volo il segnale si precipita carponi per allacciare l' augusta calzatura.

 

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Morales, intanto, continua come niente fosse a discorrere amabilmente con l' altro tizio. Non appena il sottoposto ha ultimato il proprio meschino uffizio (per la cronaca impiegando non più di una manciata di secondi, si vede che il training è stato bello intenso), Evo può fare il proprio ingresso nella sala adiacente, dove lo speaker lo annuncia con grande enfasi tra gli applausi della folla.

 

Il video, come intuibile, ha fatto il botto su internet. In Bolivia non si parla d' altro, ed il dibattito politico risulta egemonizzato dalla vicenda. «Questa è l' uguaglianza promossa dal socialismo nel XXI secolo», ha tuonato il capo dell' opposizione del partito Unidad Nacional, Samuel Doria Medina. La replica dal fronte moralesiano, e date le circostanze non poteva essere diversamente, non è stata esattamente delle più convincenti: «L' opposizione», ha detto la presidentessa del Senato nonché fedelissima del grande capo Nélida Sifuentes, «strumentalizza le immagini per gettare fango».

 

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Pure con tutta la umana comprensione per il duro mestiere del difensore d' ufficio, tuttavia, si fa onestamente fatica a capire con quale faccia i sostenitori del presidente riescano a dire che la colpa della planetaria figura in bemolle rimediata dal caro leader sia ascrivibile all' opposizione ritwittante. Lo schiocco di dita per richiamare il subalterno alla cura della scarpa regale è una roba che nemmeno il megadirettore di Fantozzi (chissà se lo trasmettono, laggiù).

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L' avesse fatto un qualche emulo di caudillo, sarebbe stato odioso ma tutto sommato spiegabile. Che però l' abbia fatto Evo - erede di Chavez, campione degli oppressi e fresco inteneritore di folle mediante dono al Papa del celebre crocifisso con falce e martello - è qualcosa che grida vendetta.

 

Una volta i comunisti si commuovevano al pensiero delle scarpe rotte con cui bisognava andare a conquistare la rossa primavera. Finiti per non essere nemmeno buoni ad andare per comizi senza il servo allacciatore. Per la liberazione dell' uomo dallo sfruttamento toccherà aspettare ancora un po'.

EVO MORALES PRESIDENTE DELLA BOLIVIA