Niccolò Carratelli per “La Stampa”
protesta contro la nave golan tundra a piombino
Piombino contribuirà a «salvare» l'Italia, dice il ministro Roberto Cingolani. Ma l'impressione è che non basterà il richiamo all'orgoglio patriottico a far accettare agli abitanti della città toscana l'arrivo, da qui a un anno, di una nave rigassificatore a due passi da casa, un progetto a cui si oppone anche il sindaco di Fratelli d'Italia.
La Golan Tundra, lunga 300 metri per 40 di larghezza, pagata da Snam 330 milioni di euro, ha una capacità di stoccaggio di circa 170mila metri cubi di Gnl (gas naturale liquefatto) e una capacità di rigassificazione di 5 miliardi di metri cubi l'anno.
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Non proprio una presenza discreta, per quanto il ministro della Transizione ecologica, in un'intervista al quotidiano Il Tirreno, lo abbia definito «un impianto sicuro, sono state fatte tutte le verifiche tecniche, e temporaneo».
E, del resto, la scelta di Piombino, in tandem con Ravenna, «è l'unica soluzione se vogliamo garantire in tempi brevi indipendenza energetica al Paese», ha concluso Cingolani.
MARIO DRAGHI ROBERTO CINGOLANI
Insomma, la decisione è presa, lo ha fatto capire anche il presidente della Toscana, Eugenio Giani, nominato dal governo commissario per la realizzazione dell'opera, durante l'incontro con i sindaci della zona: «C'è un interesse nazionale da perseguire - ha spiegato - entro 120 giorni vanno raccolte tutte le autorizzazioni necessarie».
Per il disturbo, Cingolani ha parlato di «adeguate compensazioni», mentre Giani ha garantito l'impegno a ottenere da Roma «gli investimenti, da anni promessi e mai fatti, che riguardano la bonifica ambientale dell'area delle acciaierie e le infrastrutture per consentire di arrivare al porto senza passare dal centro».
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Il fatto è che, tra un anno, ci sarà un tubo, agganciato alla nave, che partirà dal porto e penetrerà nel territorio per 8 chilometri, per poi connettersi alla rete nazionale del gas. Abitanti, imprenditori e ambientalisti non ci stanno a sacrificarsi sull'altare dell'indipendenza energetica.
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Sabato in piazza erano in 2 mila, più altre decine di persone in mare sulle barche. Un'opposizione trasversale, che va dalla Lega a Greenpeace a Rifondazione comunista fino al Movimento 5 Stelle: i rappresentanti locali contestano l'operazione, avallata invece dai vertici nazionali. Poi c'è Fratelli d'Italia, il partito del sindaco, Francesco Ferrari, che spiega le ragioni di un «no convinto, non dettato da vezzi o egoismi, ma da un'infinità di ragioni oggettive». Piazzare un rigassificatore nel porto «rappresenta un pericolo per la sicurezza, nonché un danno economico, sociale, ambientale e turistico. Ci doteremo di studi tecnici e giuridici per proteggere la città».
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