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    MEGLIO L’OTTIMISMO DELLA COMPETENZA O IL PESSIMISMO DELLA DEMOCRAZIA? – PASQUALE CHESSA METTE A CONFRONTO I LIBRI DI SABINO CASSESE E MARCO REVELLI: “CON CASSESE TROVIAMO RISPOSTA A MOLTE DOMANDE: LA DEMOCRAZIA HA BISOGNO DI MANTENERE NEL GIUSTO RAPPORTO OPINIONE PUBBLICA E CLASSE DIRIGENTE” – “IN REVELLI C’È UN VAGO RICORDO VETERO NELLA RISCOPERTA DEL CONFLITTO CAPITALE-LAVORO, MA PIÙ CHE DI UNA SVOLTA SI TRATTA DI UN BUCO NERO”


     
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    Pasquale Chessa per “il Messaggero”

     

    SABINO CASSESE - LA SVOLTA. DIALOGHI SULLA POLITICA CHE CAMBIA SABINO CASSESE - LA SVOLTA. DIALOGHI SULLA POLITICA CHE CAMBIA

    Si vede «un' Italia ferma», «impaurita» e di conseguenza «più autoritaria», quindi «un' Italia meno moderna» anzi «più premoderna», «più rurale», dopo le elezioni politiche che hanno portato al governo il populismo spiccio di Salvini e il socialtotalitarismo di Casaleggio e Grillo. Dando la forma del dialogo classico alle sue analisi, ne ricerca le cause e ne analizza gli effetti Sabino Cassese, storico dello Stato, studioso della politica, giurista.

     

    MARCO REVELLI LA POLITICA SENZA POLITICA MARCO REVELLI LA POLITICA SENZA POLITICA

    Già con la scelta del titolo, La svolta, il professore riesce a illuminare la torsione populista di oggi, facendo leva tanto sui grandi di ieri, dal Montesquieu dello Spirito delle leggi al Max Weber della Politica come professione, seguendone le tracce fino al dibattito internazionale contemporaneo, dal testo dello storico americano Charles S. Maier, Leviatano 2.0. La costruzione dello Stato moderno, appena uscito per Einaudi, al saggio di Tom Nichols, La conoscenza e i suoi nemici, edito dalla Luiss, focalizzato sulla «morte delle competenze», cioè la dominante avversione collettiva per i saperi, soprattutto il sapere della politica. Tessuto nel ragionamento di Cassese, insieme all' analisi dei limiti della democrazia diretta, nulla può nuocere di più che «troppa democrazia», c' è anche un antidoto culturale al populismo: l' ottimismo della competenza.

     

    LA POST-VERITÀ

    sabino cassese sabino cassese

    Speculare e parallelo il pessimismo della democrazia ben rappresentato dal titolo, La politica senza politica, nel libro di Marco Revelli che individua nella «trappola della inevitabilità della globalizzazione» la matrice di quella Grande Crisi, «l' evento catastrofico» che ha inaugurato il secolo che stiamo vivendo, così come la Grande Guerra aveva segnato la nascita del primo Novecento. E cita il marxista tedesco teorico del «principio di speranza», Ernst Bloch che metteva in guardia dalla capacità dei «fascismi culturali» di saper sfruttare «le contraddizioni del moderno».

    MARCO REVELLI MARCO REVELLI

     

    Dalla Post-democrazia di Colin Crouch alla Post-verità di Ralph Keyes e anche la Contro-democrazia di Pierre Ronsvallon, è all' avanguardia lo spartito delle citazioni che documenta lo stato degli studi più avanzati su cui il professore di Scienza politica ha costruito la trama delle mappe della «crisi che ha fatto entrare il populismo nella nostra vita».

     

    bruno manfellotto pasquale chessa bruno manfellotto pasquale chessa

    IL CONFLITTO

    Revelli cerca e trova una causa assoluta, la ragione prima delle catastrofi in atto: «la storica sconfitta sociale del lavoro». C' è un vago ricordo vetero nella riscoperta del conflitto capitale-lavoro, «fisicamente piegato alla valorizzazione del capitale appendice residuale e marginale nel capitalismo delle reti e delle piattaforme». Più che di una svolta si tratta di uno stallo senza via di uscita, un buco nero nel quale rischiano di implodere i dispositivi antropologici della democrazia di oggi.

     

    sabino cassese (2) sabino cassese (2)

    E infatti è nella molteplicità degli scenari indagati da Cassese, che è stato anche ministro tecnico, che troviamo risposta alle molte domande inevase: la democrazia vive delle sue crisi, ma per produrre i suoi anticorpi ha bisogno di mantenere nel giusto rapporto opinione pubblica e classe dirigente che a sua volta deve mantenere un giusto equilibrio fra tecnici competenti e politici puri. Croce, all' Istruzione nel 1920, dopo un suo discorso in Consiglio dei ministri, ricordava il commento del presidente Giovanni Giolitti, detto sottovoce per essere sentito da tutti: «Abile politico questo filosofo».

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