Melania Rizzoli per Libero Quotidiano
MELANIA RIZZOLI
I sorrisi, lo sapete bene, non sono tutti uguali, ed ognuno di essi può trasmettere messaggi molto diversi ed anche opposti, ma imparare a decodificarli può aiutare a capire al volo chi abbiamo davanti, comprendere il suo stato d' animo, al punto di poterne intuire immediatamente il sentimento che li ha provocati.
Chi ha dimestichezza con la psicologia non avrebbe bisogno di leggere questo articolo, ma la notizia che ben tre istituti scientifici internazionali, la Cardiff University, la Glasgow University e l' Università del Wisconsin-Madison, abbiano impegnato i loro scienziati contemporaneamente, in un mega studio di funzione sociale sullo studio del sorriso, pubblicato su Psychological Science, mi induce a rendere noti tutti i segni che distinguono un sorriso dall' altro, casomai lo ignoraste.
SORRISO SMAGLIANTE
Tutte le espressioni facciali che impegnano il muscolo zigomatico maggiore fanno parte della categoria del sorriso, anche se possono avere origini emozionali molto diverse, e tradurre quindi differenti stati emotivi, quali gioia, dolore, imbarazzo, scherno, amarezza, sfida, disgusto ecc, e lo studio ha preso in considerazione tutte le situazioni in cui si producono sorrisi sinceri e non volontari in presenza di altri, ossia quando si esprime un "sorriso sociale".
Il criterio per interpretarli in modo oggettivo è stato raggruppato in tre categorie. La prima è il sorriso "di gratificazione", quello naturale e gioioso, che insorge spontaneamente, quello cioè che facciamo per far capire ad un' altra persona che ci emoziona, che la apprezziamo, quando la incentiviamo a ripetere una sua battuta o una sua azione, perché ci fa appunto sorridere.
tom cruise
Il secondo tipo di sorriso è quello di "affiliazione", che irrompe sul nostro viso spesso volontariamente, e che usiamo per far capire a chi abbiamo davanti che gli siamo vicini emotivamente, per esempio quando si confida con noi perché soffre, piange o è felice. Il terzo sorriso è quello di "superiorità", quello altezzoso e freddo, che mantiene le distanze, che sottolinea l' assenza di confidenza, ma che sa essere anche regale, quello alla Gianni Agnelli per intenderci.
Questi tre sorrisi sono considerati i tipi-base, dai quali poi ne derivano e se ne diramano altri che miscelati insieme coprono tutte le diverse situazioni. Ad esempio un sorriso "orgoglioso" può mescolare elementi di quello di gratificazione e di quello di superiorità, come un sorriso "di circostanza" avrebbe in se quello sociale, privo però di spontaneità.
il sorriso della gioconda
Tutti noi percepiamo subito se un sorriso è sincero o falso guardando in faccia la persona che abbiamo davanti, perché è l' aspetto visivo di quel sorriso quello che trasmette la sua natura, e quell' aspetto è di norma contaminato dall' espressione facciale che lo accompagna, mossa da tanti movimenti diversi, ma dominata dall' attività del muscolo zigomatico superiore, quello che tira su gli angoli della bocca e che permette di considerare un sorriso una determinata espressione del volto ed i singoli movimenti muscolari del viso consentono di identificare con certezza qualunque tipo di sorriso.
SORRISO
Quello di gratificazione, per esempio, è accompagnato dal sollevamento simmetrico degli zigomi, dall' accentuazione delle zampe di gallina attorno agli occhi, e da una tensione in alto del labbro superiore, che arriva a scoprire i denti. Il sorriso affiliativo invece, pur essendo altrettanto simmetrico, mostra sempre le labbra premute una contro l' altra, mai dischiuse, e prevede le arcate sopraccigliari più arcuate, oltre ad un lieve arricciamento del naso.
BOLDRINI ISTRUITA DALLA PORTAVOCE SU QUANDO RIDERE
Il sorriso di superiorità lo avete visto tutti sui volti arroganti, orgogliosi e distanti, non confidenti, perché appare innalzato dalla elevazione del mento, dallo sguardo fiero degli occhi che guardano dall' alto in basso, con un solo sopracciglio alzato, e con le labbra che da serrate si aprono presto su tutta la larghezza della dentatura, e che ha sempre un suo fascino magnetico.
Poi ci sono i sorrisi derivati, quelli dolci, quelli larghi, quelli languidi o amari, quelli sprezzanti, perfidi e crudeli, quelli sadici, vanitosi o festosi, ed i mezzi sorrisi, e tutti si riconoscono dalle inclinazioni degli angoli della bocca e dalle piccole differenze di mimiche facciali, le quali, anche se accennate, sono in grado di illuminarli o di spegnerli sul nascere.
risata
Infatti, per universalizzare i risultati di questa ricerca sperimentale, e per far capire le differenze tra le diverse espressioni del sorriso, gli scienziati americani e britannici hanno appunto approfondito la conoscenza del rapporto tra emozioni e mimica facciale, che sono indissolubili, individuando però anche un risvolto pratico, cioè quello di definire con esattezza quali sono i muscoli coinvolti nei "sorrisi sociali", fondamentali per le interazioni umane, per aiutare i chirurghi plastici a comprendere a quali di questi muscoli dare priorità nelle operazioni di ricostruzione del volto, eseguite in seguito a traumi da incidenti o da malattie del massiccio facciale, e nelle operazioni per contrastare l' avanzamento dell' età e la forza di gravità che causano decadimenti e solchi rugosi antiestetici soprattutto attorno alla bocca.
simona izzo come il joker
La nostra speranza è che tali professionisti leggano con attenzione questo importante studio, dal momento che l' unico sorriso in esso non considerato e nemmeno citato è quello innaturale e disarmonico, derivato dai loro interventi di lifting facciale e di chirurgia estetica, chiamato in modo ironico da noi medici "il sorriso di Joker", in quanto ricorda quello del personaggio nemesi di Batman, e la cui espressione sardonica la ritroviamo identica, purtroppo sempre più spesso, stampata sui volti levigati di milioni di donne nel mondo. Naturalmente, soltanto quando sorridono.