Maria Latella per "il Sole 24 Ore" - Estratti
giorgia meloni consiglio dei ministri
I rapporti con gli Stati Uniti: «C’è chi si stupisce che siano buoni. Lo pensa chi considera la politica estera uno strumento per rafforzare il proprio partito. Io non la penso così» dice la premier Giorgia Meloni. «La politica estera si fa per rafforzare la propria Nazione. E si dialoga con tutti, in primis con gli Stati Uniti che sono tra i nostri principali alleati, indipendentemente dal mutare dei governi. Loro sanno che con me non c'è trucco e non c'è inganno».
I rapporti con la Cina: «Non prevedo che si complicheranno.
Della Via della Seta dovremo discutere in Parlamento e poi ne parleremo con serenità ed amicizia con il governo cinese. Sono convinta che le relazioni resteranno solide».
La tassa sugli extraprofitti delle banche: «Mi sono assunta la responsabilità della decisione. Qualcuno dice “Volete tassare la ricchezza guadagnata”. Io non tasserò mai il legittimo profitto imprenditoriale, ma non intendo difendere le rendite di posizione».
giorgia meloni consiglio dei ministri
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Presidente Meloni è tornata da poco da un viaggio ufficiale alla Casa Bianca, a luglio, e a settembre tornerà a New York per il vertice Onu. Molti sono sorpresi per il rapporto instaurato con gli Stati Uniti, il presidente Biden è democratico mentre lei guida un esecutivo di destra. Come lo spiega e come vede questi mesi a venire, con gli Usa già in campagna elettorale per le presidenziali del 2024?
«È troppo presto per parlare della campagna elettorale americana. Per quel che concerne i rapporti con i presidente degli Stati Uniti, a me stupisce che stupisca il fatto di avere buone relazioni. Possono sorprendersi quelli che considerano la politica estera uno strumento per rafforzare il proprio partito.
GIORGIA MELONI SUL CALCINCULO - VIGNETTA MAXXOK
E ne ho visti di politici così, quelli che all’occorrenza, quando avevano problemi interni, chiedevano soccorso agli altri governi politicamente affini. Ma la politica estera è un’altra cosa, io la vedo diversamente. La politica estera non si fa per rafforzare il proprio partito, si fa per rafforzare la propria Nazione. Per questo bisogna dialogare con tutti, in particolare con gli alleati ovviamente. Gli Stati Uniti sono tra i nostri principali alleati, lo sono da sempre, storicamente e indipendentemente dal mutare dei governi. Poi, certo, le relazioni sono facilitate se si racconta un’Italia affidabile, capace anche di dire “no” se necessario, ma leale, un atteggiamento nel quale non c’è trucco e non c’è inganno.
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Rapporti meno fluidi si prospettano invece con la Cina. L’accordo sulla Via della Seta non verrà rinnovato. Come pensa di tenere insieme le due cose, una buona relazione commerciale con Pechino mentre dice no alla loro più pressante richiesta?
«Intanto non prevedo che il nostro rapporto con la Cina diventi complicato. Tra Roma e Pechino le relazioni sono antiche e ci sono grandi e reciproche convenienze, non solo in ambito commerciale. Penso ad esempio che la Cina possa essere un ottimo partner per il lusso italiano.
GIORGIA MELONI - TASSA SUGLI EXTRAPROFITTI DELLE BANCHE - VIGNETTA DI GIANNELLI
Al di là dell’accordo sulla via della Seta, su cui le scelte andranno meditate e discusse in Parlamento, non c’è una relazione diretta tra quella firma e le relazioni commerciali. Il paradosso è che siamo l’unico Paese del G7 ad aver aderito alla Via della Seta ma non siamo affatto il Paese del G7 o il Paese europeo col maggior interscambio con la Cina. Il che dimostra come non ci sia un nesso tra le due cose. Ne parleremo con serenità ed amicizia con il governo cinese e sono convinta che i nostri rapporti continueranno ad essere solidi».
A proposito di rapporti, come vanno quelli con Forza Italia? La decisione da lei rivendicata di tassare gli extraprofitti delle banche non è piaciuta al vicepremier Tajani, e non solo a lui, in Forza Italia.
«Sul piano politico mi sono assunta la responsabilità della decisione. Non ho coinvolto gli alleati perché quando si interviene su queste materie bisogna farlo e basta. Chiaramente comprendo le difficoltà dei partiti di maggioranza ma con loro l’ho chiarito subito. Del resto, lavoro benissimo con Antonio Tajani, è molto capace e molto serio. Così come lavoro bene con Matteo Salvini. Gli alleati troveranno in me una persona sempre disposta ad ascoltare le loro richieste. Il centro destra è bello perché è composito».
GIORGIA MELONI IN AEREO - IMMAGINE DEL FATTO QUOTIDIANO
Non solo Tajani. Tassare gli extraprofitti delle banche è una misura che non è piaciuta al Financial Times, a The Economist e ad altri media anglosassoni. Titolo “Giorgia Meloni non è poi così moderata”. Dopo gli iniziali apprezzamenti ricevuti nei mesi scorsi da FT e non solo, sono arrivate le critiche per scelte considerate poco liberali.
«Il profitto è chiaramente il motore di un’economia di mercato. Ma questo vale quando il profitto deriva dall’intraprendenza imprenditoriale. Cosa diversa è quando registriamo profitti frutto di rendite di posizioni. Gli extraprofitti delle banche sono il frutto della decisione della Bce di alzare il tasso di interesse. Gli istituti di credito hanno adeguato con grande tempestività gli interessi attivi, quelli relativi, per esempio, a un mutuo. Gli interessi passivi, invece, li hanno lasciati invariati.
giorgia meloni foto di chi 4
Tassare quel margine è una cosa di buon senso. Non c’entra con certi commenti che ho letto, “volete tassare la ricchezza guadagnata”. No. Io non tasserò mai il legittimo profitto imprenditoriale e agirò sempre per aiutare a creare ricchezza. Però non intendo difendere le rendite di posizione».
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Se è presto per parlare di manovra, non lo è per capire che fine faranno le aspettative di riforma del Patto di stabilità. In molti e da più parti si augurano che Italia, Francia e Spagna facciano fronte comune. Con Macron e Sanchez vi vedrete più volte nei prossimi mesi. Al G20 di Nuova Delhi, a Granada nel pre Consiglio europeo e poi a Bruxelles. Pensa che riuscirete a farlo partire, questo tanto evocato fronte comune?
giorgia meloni foto di chi 3
«Tra noi tre, Italia, Francia e Spagna, ci sono molte convergenze. Ma come dicevo prima a proposito della politica internazionale, io credo che si debba parlare con tutti. Se l’Europa non fosse miope dovrebbe capire che non puoi chiedere ai vari Paesi di puntare sugli investimenti e poi non riconoscerne il valore.
Dov’è la coerenza? Come si fa a non considerare nel patto di stabilità gli investimenti nella transizione ecologica, nella difesa, nei progetti che ci siamo dati? È una domanda che pongo in generale. Ed è un tema sul quale cercheremo di costruire la più ampia convergenza possibile. Anche oltre la Francia, l’Italia, la Spagna. Bisogna parlare con tutti. Con i Paesi dell’Est Europa e anche con la Germania, certo. L’idea che si debba parlare solo con gli amici non è la mia. Io parlo con tutti».
GIORGIA MELONI MANGIA GRANCHIO BLU - FOTO DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA
A giugno 2024 si terranno le elezioni europee. Ma un po' ovunque i partiti si preparano già alla sfida, ciascuno nel proprio Paese. I suoi vicepremier, per esempio, sembrano sempre piu spesso in disaccordo. Cito l’ultimo caso: Antonio Tajani propone di privatizzare i porti e Matteo Salvini risponde a stretto giro che no, non si farà. Andrete avanti così per tutto l’anno? Siamo già in campagna elettorale?
«Naturale che in vista delle europee si valorizzino le differenze. Ma sono ottimista. Nel centro destra siamo sempre stati capaci di fare sintesi su tutto. Capiamo di avere la responsabilità di un governo che può durare a lungo. Nessuno metterà a repentaglio tutto questo per un punto percentuale alle europee. Sono convinta che, lavorando bene, tutti i partiti della maggioranza potranno crescere. E io farò quello che posso perché si vada in questa direzione».
I porti da privatizzare?
«Il tema della privatizzazione dei porti non è all'ordine del giorno e non credo sia un tema da campagna elettorale».
GIORGIA MELONI IN VERSIONE GALADRIEL DEL SIGNORE DEGLI ANELLI
A proposito di privatizzazioni e nazionalizzazioni, avete deciso finalmente su Tim.
«Abbiamo ereditato una serie di dossier strategici sui quali i governi non avevano voluto mettere la faccia. Noi sì. Abbiamo fatto delle scelte mantenendo il controllo pubblico della rete e difendendo un regime di libero mercato».
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Nel Consiglio dei ministri di lunedì avete preso decisioni anche sulla questione sbarchi. I sindaci non sanno più come gestire l’arrivo di migranti. Il presidente della Repubblica auspica “ingressi regolari ed in numero ampio”. Lei vedrà a breve il premier greco ad Atene e immagino parlerete di migrazioni. Le chiedo: tutti questi viaggi, tutti questi contatti, penso alle sue ripetute visite in Nord Africa, serviranno a qualcosa?
«Io spero di sì perché sto indirizzando lì gran parte delle mie energie. Io penso..., no io sono convinta, che l’unico modo per agire strutturalmente sul problema sia discuterne con i Paesi del Nord Africa. E coinvolgere l'Europa nel suo complesso. Il cambio di passo c’è perché oggi la Ue discute prima di come contrastare l’immigrazione illegale sulle rotte mediterranee e poi di come distribuire i migranti.
giorgia meloni
giorgia meloni e l uso della parola strategico video il foglio 5 giorgia meloni e l uso della parola strategico video il foglio 4 ASSUNZIONE DI RESPONSABILITA - MEME BY EMILIANO CARLI
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