Giuseppe Scarpa per “il Messaggero”
giorgia meloni
In due occasioni aveva preso un treno per Roma, con l'unico obiettivo di incontrare Giorgia Meloni e la figlia. Non conosceva nessuna delle due, eppure riteneva di essere il padre della ragazza.
Una condizione critica, che aveva abbondantemente superato il confine rappresentato dai dei semplici messaggi insistenti e inopportuni che, fino a quel momento, mandava via social network alla presidente di FdI. Questo salto di qualità ha spinto la digos, e il pubblico ministero Pantaleo Polifemo, a richiedere gli arresti domiciliari. Misura poi accordata dal gip.
LA PERSECUZIONE
guido crosetto giorgia meloni
Da diversi mesi la parlamentare era vittima dell'uomo. Una persecuzione senza tregua, che aveva spinto il politico a presentare una denuncia. Così la Meloni, nata a Roma nel gennaio del 1977, era finita negli ultimi mesi al centro delle attenzioni squilibrate di una persona. Lo stalker era del tutto sconosciuto al presidente di FdI. Un uomo di Trentola Duecenta, in provincia di Caserta, che Meloni non aveva mai incontrato e le inviava, senza sosta, messaggi attraverso i social.
meloni
Una situazione delicata che, data l'insistenza del personaggio, ha comportato, inizialmente, alcune modifiche anche nello stile di vita della deputata. Lo stalker aveva invaso di messaggi l'esponente politico di centrodestra. Le faceva una serie di complimenti e l'ossessionava con il fine di poterla incontrare in prima persona.
L'uomo, infatti, riteneva di essere il padre della figlia della Meloni. Per questo motivo pretendeva di vederla per discutere della cosa. In una circostanza le aveva inviato un messaggio anticipandole la sua visita nella Capitale. Si era convinto a tal punto da prendere, in due diverse occasioni, un treno per Roma per cercare di incontrare la deputata e poi affrontare la faccenda.
meloni
A questo punto sono scattate tutte le misure a tutela della vittima. L'uomo era sorvegliato in ogni suo spostamento, da parte della polizia. Gli agenti della ferroviaria, in entrambe le occasioni, l'avevano atteso alla stazione Termini. Una volta sceso dal treno gli avevano chiesto conto del suo viaggio verso la Capitale. Lo stalker, sulle prime, aveva cercato di negare, poi gli era stato chiesto: «È venuto, per caso, ad incontrare la Meloni?».
meloni
L'uomo aveva ammesso il motivo della sua visita, per questo era sempre stato fatto risalire sul treno in direzione Trentola Duecenta. Da ieri non potrà nemmeno più uscire di casa, in virtù degli arresti domiciliari.
2 - IN PIENA NOTTE A CASA DI MANNOIA STALKER ARRESTATA
Adelaide Pierucci per “il Messaggero”
Gli appostamenti sotto casa, le citofonate, gli squilli notturni, le lettere, gli sms e le richieste incessanti, dai soldi ai biglietti per i concerti. E' dovuta intervenire la polizia l'altra notte per fermare ed arrestare una persecutrice di Fiorella Mannoia.
Una trentunenne romana divenuta da fan a stalker. Una follower ossessionata che nelle notte tra lunedì e martedì è ripresentata nella casa romana della cantante, a Torpignattara, ha urlato e citofonato a lungo e poi con una panca ha provato a sfondarne la porta. L'artista, che ha sempre vissuto con la massima riservatezza i comportamenti persecutori della fan, è stata costretta ad avvertire la polizia, e per la stalker è scattato il fermo, ora al vaglio del giudice.
L'INCUBO
mannoia
Una stalker ben nota alla cantante, considerato che è costretta da anni a fare i conti con le sue invadenze. «Non voglio perdere un concerto. Dammi soldi o biglietti gratis». «Rispondimi». Gli insulti, le minacce, si mescolavano da mesi con frasi di ammirazione «Sei unica».
fiorella mannoia
Per la trentenne, così, all'insaputa della stampa, già l'anno scorso era scattato un divieto di avvicinamento e di comunicazione con la sua artista del cuore.
Una misura stabilita per sei mesi, e ormai scaduta. Senza tener conto del precedente giudiziario, così, la follower col pallino fisso della cantante ha ripreso indisturbata i suoi comportamenti persecutori allargandoli anche alla nipote e alla sorella della cantante, ma anche ai vicini di casa, svegliati nel cuore della notte.
A Fiorella Mannoia era già capitato di varcare il cancello di piazzale Clodio per questioni legate al reato di stalking. Due anni fa aveva testimoniato in una aula contro una anziana, una stalker condominiale, condannata, che per 18 anni aveva perseguitato la figlia della sorella della cantante. «Mia nipote vive da anni in un incubo - aveva dichiarato in aula al giudice - perché una condomina le toglie serenità. Più di una volta mi sono recata a casa sua per sostenerla rendendomi conto di persona del suo profondo disagio».
Fiorella Mannoia
«Sbatteva a tutte le ore un bastone alle pareti. Si attaccava al citofono insistentemente», aveva aggiunto l'artista. «E soprattutto aveva installato delle telecamere all'androne del palazzo con le quali controllava gli spostamenti delle proprie vittime». Nell'occasione la Mannoia, però, aveva evitato di fare riferimenti all'incubo personale. Venuto allo scoperto solo dopo l'inferno scatenato nel palazzo che, appunto, ha portato al fermo degli uomini della Quarta Sezione della Squadra Mobile e alla richiesta di arresto sollecitata dal pm Eleonora Fini. Oggi l'interrogatorio.
fiorella mannoia (3) FIORELLA MANNOIA FIORELLA MANNOIA fiorella mannoia (4) FIORELLA MANNOIA