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    LA MOBILIA IN PARADISO – IL GRANDE DESIGNER ALESSANDRO MENDINI IN GLORIA DI “MISTER IKEA”: “HA PORTATO A UNA DEMOCRATIZZAZIONE DELL'ARREDAMENTO: TUTTE LE ARCHISTAR HANNO NELLE LORO CASE QUALCHE OGGETTO IKEA” – BELPOLITI E I SEGRETI DELLA LIBRERIA BILLY, IL MOBILE PIU’ DIFFUSO DEL MONDO


     
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    INGVAR KAMPRAD INGVAR KAMPRAD

    Marco Belpoliti per la Repubblica

     

    Qual è il segreto della libreria Billy, il mobile più diffuso nel mondo? La semplicità. Eppure quando Gillis Lundgren, la disegnò nel 1978 aveva paura di dimenticare l' idea fulminante avuta e usò un tovagliolo di carta. Lundgren, che se ne è andato da poco, era un dipendente Ikea, dove era stato assunto nel 1952. Ma per vendere 60 milioni di librerie, una ogni 100 persone dicono le statistiche, non basta l' essenzialità.

     

    Ci vuole anche un prezzo basso. Se si apre il catalogo Ikea, strumento essenziale del successo del gigante del mobile svedese, si scopre che ne esistono varie versioni: da 19,90 da 49,90 e da 99,90 euro. Dipende dalle dimensioni, e poi se i libri sono custoditi sotto vetro, oppure no. Per piazzare un numero così alto di pezzi ci voleva però Ikea.

     

    billy billy

    Per dirla tutta, Ikea non vende mobili bensì atmosfere, come ha scritto nell' ebook Ikea Dario Mangano. Ora i libri, fuori dall' Italia, li hanno tutti e una libreria in casa ci vuole. Una libreria non impegnativa, efficiente, economica. Dove acquistarla? Naturalmente da Ikea, la straordinaria invenzione di Ingvar Kamprad, scomparso ieri a 91 anni. Questo svedese, dapprima venditore ambulante di oggetti d' uso casalingo con il suo camioncino, è stato un genio del marketing.

     

    Quando nel 1950 ha cominciato a vendere mobili, ha capito che servivano quattro cose: una linea di design, un negozio adatto, un catalogo adeguato e la collaborazione fattiva degli acquirenti. La prima l' ha trovata nell' ambiente del design nordico, tra Svezia e Danimarca, che stava celebrando proprio allora i suoi fasti alla fine degli anni Cinquanta e i Sessanta del XX secolo. Ha rifatto quei mobili e poi ha pensato bene di renderli smontabili: a costruirli avrebbero pensato i clienti, così i costi si abbassavano ancora.

    Ingvar Kamprad-Ikea Ingvar Kamprad-Ikea

     

    Questo significava che il cliente era a suo modo un "creativo", sia scegliendo che costruendo il mobile. Il negozio poi è un capolavoro strutturale: uno spazio per i bambini, il ristorante, l' arredamento, la costruzione di ambienti che collimavano con le pagine del catalogo. Questo non l' ha inventato Kamprad; si tratta infatti di un' idea americana degli anni Dieci e Venti.

     

    Marco Belpoliti Marco Belpoliti

    Il catalogo è il libro dei sogni. Di suo Kamprad ci ha messo un' altra idea: anticipare in modo virtuale quello che il cliente troverà nella realtà dell' esposizione. Il sogno realizzato. Tutto questo però non sarebbe bastato se non ci fosse stata la classe sociale che poteva aderire al sogno della casa ideale: la piccola borghesia, che andava affermandosi in Europa con il boom economico postbellico.

     

    La libreria non c' era nelle case dei contadini e degli operai. Ora i loro figli studiavano e leggevano. Billy è stata la soluzione semplice dopo la rivoluzione dei consumi del Sessantotto.

     

     

    2. MENDINI

     

    Raffaella De Santis per la Repubblica

     

    alessandro mendini alessandro mendini

    Proprio in questo periodo il grande designer Alessandro Mendini sta esponendo le sue creazioni in un negozio di Seul, ospitato dentro il nuovo centro Ikea della capitale in fermento della Corea del Sud. «Ikea sta colonizzando il mondo, espandendosi piano piano anche in Oriente», dice.

     

    Come spiega il successo del modello Ikea?

    «Ingvar Kamprad, personaggio un po' geniale e un po' complicato, ha messo in piedi un meccanismo diabolico e difficilissimo da imitare. Il modello Ikea ha portato a una democratizzazione dell' arredamento, il contraltare popolare al design elitario: uno standard di qualità media a prezzi bassi. È un fenomeno che poteva nascere solo in Scandinavia, una società con una forte anima sociale, minimalista nello stile di vita».

    Ingvar Kamprad-Ikea Ingvar Kamprad-Ikea

     

    Le case prima di Ikea erano più pretenziose?

    «In genere, anche nelle case più chic, comparivano mobili falso antico, copie di salotti rinascimentali. I miei genitori ne comprarono uno, per motivi affettivi lo conservo ancora. In questo senso Ikea, grazie al suo stile razionalista in linea con la lezione Bauhaus, ha realizzato una ripulitura delle abitudini del vivere in casa».

     

    I mobili fai-da-te da assemblare a casa le piacciono?

    «Il pallino dei mobili smontabili imperversava negli anni '60 e '70. Piacevano molto al grande designer tedesco Dieter Rams. Non c' è dubbio, l' idea è ricca di fascino, ma non sempre montare un mobile Ikea è facile. Provi a montare una cucina...».

    ingvar kamprad ingvar kamprad

     

    Lei frequenta o ha frequentato i negozi Ikea?

    «Nessuno di noi può evitare di andare all' Ikea. Credo che tutte le archistar abbiano nelle loro case qualche oggetto Ikea. Nella mia ci sono un comodino e una libreria».

     

    Quali sono a suo parere gli oggetti migliori del design Ikea?

    «La poltrona Poäng è un pezzo da museo. I primi oggetti erano realizzati da designer famosi, poi nel tempo la qualità si è un po' persa».

     

    Quale sarà il futuro del design popolare?

    «In un eventuale mondo post-post-Ikea, i designer più giovani potrebbero scegliere di fabbricare mobili e sedie con le stampati 3D. Già in Olanda e in Israele esiste questo tipo di sperimentazione».

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