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    MENO PIL PER TUTTI! – BRUTTE NOTIZIE PER IL GOVERNO DUCIONI: BANKITALIA ABBASSA LE STIME DI CRESCITA PER L'ITALIA. L’ECONOMIA REGISTRERA’ UN +0,6% NEL 2024 (MENTRE IL DEF PREVEDE UN +1%), +0,9% NEL 2025 E +1,1% NEL 2026 – SECONDO PALAZZO KOCH, GLI INVESTIMENTI NEI PROSSIMI 18 MESI SARANNO FRENATI DALLE CONDIZIONI DEL CREDITO, CHE RESTERANNO RESTRITTIVE, E DALLA FINE DEL SUPERBONUS…


     
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    Estratto dell’articolo di Carlo Marroni per “Il Sole 24 Ore”

     

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    La Banca d’Italia stima la crescita dell’economia dello 0,6% nel 2024, dello 0,9% nel 2025 e dell’1,1 nel 2026; senza considerare la correzione per le giornate lavorative la crescita sarebbe dello 0,8% nel 2024 e nel 2025 e dell’1,2 nel 2026. L’attività – dice Bankitalia - beneficerebbe dell’accelerazione della domanda estera e della ripresa del reddito disponibile ma gli effetti di condizioni di finanziamento ancora restrittive e della riduzione degli incentivi all’edilizia residenziale peserebbero sugli investimenti.

     

    Il dato è quello diffuso da Bankitalia già tempo fa, e non aggiornato: infatti nei giorni scorsi l’Istat ha previsto per il 2024 una crescita dell’1%, (lo stesso del governo del Def): va considerato che ad oggi il Pil acquisito a fine maggio è dello 0,6%, il che significa che questa sarebbe la crescita a fine 2024 se in sette mesi l’economia restasse inchiodata.

     

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    La nota di Bankitalia presenta le proiezioni macroeconomiche per l’Italia nel triennio 2024-26 elaborate dagli esperti di palazzo Koch nell’ambito dell’esercizio coordinato dell’Eurosistema. Le proiezioni per l’area dell’euro sono state rese note dalla Bce il 6 giugno: le proiezioni, come concordato nell’ambito dell’esercizio, sono basate sulle informazioni disponibili al 15 maggio per la formulazione delle ipotesi tecniche e al 22 maggio per i dati congiunturali.

     

    In una nota del comunicato si spiega che lo scenario non include le informazioni dei conti economici trimestrali pubblicate dall’Istat il 31 maggio, nei quali la crescita del Pil già acquisita è, come detto, stata rivista lievemente al rialzo. […]

     

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    L’inflazione sarebbe pari all’1,1% nel 2024 e a poco più dell’1,5% in media nel successivo biennio. Al netto ridimensionamento rispetto allo scorso anno contribuirebbe soprattutto la moderazione dei prezzi dell’energia e dei prodotti intermedi. Gli effetti dell’accelerazione delle retribuzioni verrebbero assorbiti dai margini di profitto e dall’andamento moderato dei prezzi delle importazioni.

     

    L’inflazione di fondo scenderebbe al 2% nella media 2024 e si ridurrebbe ulteriormente nel prossimo biennio. Lo scenario presuppone che l’incertezza geo-politica e le connesse tensioni sui mercati finanziari internazionali, pur elevate, non si acuiscano.

     

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    Si ipotizza che la domanda potenziale nei principali mercati di destinazione delle esportazioni italiane torni a espandersi nel triennio, di circa il 2,5% in media all’anno. I costi di finanziamento per imprese e famiglie rimarrebbero elevati nell’anno in corso per ridursi gradualmente nel prossimo biennio […]

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