Estratto dell’articolo di Mario Gerevini per il “Corriere della Sera”
Chiara Ferragni Damato
L’onda lunga del caso Balocco investe il manager numero uno di Chiara Ferragni. Fabio Maria Damato, 40 anni, esce dal gruppo ma è un addio al veleno.
Fenice e Tbs Crew, le due principali società operative, hanno fatto sapere in una nota che «a partire dal 16 giugno 2024, Fabio Maria Damato cesserà dalla funzione di direttore generale e consigliere di entrambe le aziende per perseguire altre opportunità professionali. Il cambiamento fa parte di un percorso di rinnovamento aziendale».
i post di fabio maria damato 1
Poco dopo il manager ha scritto un lungo post su Instagram sottolineando di aver deciso di dare le dimissioni fin da febbraio: «In questi mesi difficili non ho mai replicato a provocazioni o a informazioni errate circolate sul mio conto ma oggi è opportuno anche rettificare come la mia uscita sia stata una scelta autonoma e volontaria, e non, come diffuso dall’azienda, che “il cambiamento fa parte di un percorso di rinnovamento aziendale”».
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Il business vive della luce di Chiara Ferragni, 37 anni, se si appanna la luce si indebolisce il bilancio.
Damato era fino a ieri nelle società operative con ruoli di primo piano, secondi solo alle deleghe dell’imprenditrice proprietaria. E la sua centralità è dimostrata dai poteri che fino a pochi giorni fa aveva nella cassaforte dell’influencer, la Sisterhood (100% Ferragni) a cui fanno capo Fenice e Tbs Crew. La prima, partecipata al 32,5%, è licenziataria dei marchi «Chiara Ferragni» e nel 2022, ultimo bilancio disponibile, aveva realizzato 15,6 milioni di ricavi con 3,4 milioni di utile; la seconda è una «talent agency» che gestisce anche blog ed e-commerce e nel 2022 ha fatturato 14,5 milioni con 5,1 di utile.
fabio maria damato vestito da geri halliwell
Un chiaro segnale che Chiara Ferragni volesse imprimere una svolta alla conduzione del gruppo è stata pochi giorni fa la nomina della madre, Marina Di Guardo, a direttore generale di fatto della Sisterhood, consegnandole gli stessi poteri gestionali che prima aveva Damato.
Un riassetto (lento) che arriva a sei mesi dalla bufera pandori. Damato, oltre alla stessa Ferragni, è indagato per concorso in truffa aggravata nell’inchiesta sui pandori
Il cambio di rotta era atteso da mesi, ma forse si è voluto arrivare alla scrittura dei bilanci 2023.
[…] Damato era il braccio armato dell’imprenditrice proprietaria ma tutti i poteri formali, che si portano dietro relative responsabilità anche di fronte alla legge, sono tuttora concentrati su Ferragni.
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In attesa di eventuali (probabili) nuovi giri di poltrona, Chiara Ferragni è amministratore delegato di Fenice in un board a tre che vede anche la presenza dell’imprenditore Paolo Barletta come presidente operativo (ha il 40% del capitale attraverso la società Alchimia) e, appunto, il dimissionario Damato il quale però non ha deleghe formali.
Tra l’altro in Fenice, l’azienda titolare dei marchi Ferragni, c’è stato nei giorni scorsi secondo indiscrezioni di stampa, l’innesto di due manager voluti dalla società Alchimia: Lorenzo Castelli, distaccato dalla stessa Alchimia, con competenze commerciali e il consulente Alessandro Marina. In TBS solo Damato affiancava la plenipotenziaria presidente Chiara Ferragni. Adesso l’alter ego si è dimesso, con polemica .
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