Buddy Van Horn rip
Marco Giusti per Dagospia
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Mentre Clint Eastwood festeggiava i suoi 91 anni, se ne andava a Los Angeles il mitico Buddy Van Horn a 93, più che il suo stunt double, stunt coordinator, e regista per ben tre film, “Fai come ti pare”, “Scommessa con la morte”, “Pink Cadillac”, una sorta di fratellone maggiore, visto che ha lavorato proprio in tutti i suoi film americani, dai primissimi “Coogan’s Bluff”, “La notte brava del soldato Jonathan”, “Ispettore Callaghan” diretti da Don Siegel fino a “Gran Torino” e “J. Edgar” per qualcosa come quarant’anni.
Che poi, spesso, Buddy Van Horn cercava inutilmente di fargli da controfigura, ma Clint non ne voleva sapere e preferiva farsi tutti le acrobazie più pericolose da solo. “Buddy mi ha salvato la vita tante volte durante tutti questi anni. Ha fatto tutti i miei grandi film. Mi mancheranno le nostre chiacchierate visto che mi faceva sempre ridere. Era un vero amico”, ha scritto commentando la sua morte.
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Per Clint, lui e Buddy Van Horn avevano lo stesso gusto nel mettere in scena una storia davanti alla camera. “E il gusto non è una cosa che si può spiegare”. Buddy Van Horn era nato proprio a Hollywood, a Universal City nel 1928. Il padre era veterinario di animali più o meno star dei film della Universal ai tempi del cinema muto. Quando torna dalla guerra, due anni sul fronte tedesco, visto che è un gran cavallerizzo, inizia a lavorare al cinema come stunt man nei film western dei primissimi anni ’50 come “L’agguato degli Apaches” o “Sentiero di guerra”.
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Già a quel tempo, nel buffo “Lady Godiva of Coventry”, 1955, incontra Clint Eastwood che si muove come attore in piccoli ruoli. Alterna la carriera di stunt man a quella di attore in piccoli ruoli, così lo troviamo in “La storia di Tom Destry”, “Spartacus”, “La ballata della città senza nome”, ma a Hollywood diventa presto celebre come stunt double di star della tv come lo Zorro della Disney, Guy Williams, e quando lo vedete a cavallo è ovviamente lui, ma anche di star del cinema come Gregory Peck in “L’ora dei Mckenna”, “I Walk the Line”, James Stewart in “L’ora della furia”, Henry Fonda in “Cheyenne Social Club”, Charlton Heston in “Sierra Charriba”, “Principe guerriero”, William Holden in “Alvarez Kelly”. Lo troviamo anche in “Il giro del mondo in 80 giorni”, “Questo pazzo, pazzo, pazzo mondo”, “Il nostro agente Flint”.
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Quando Clint esplode con la trilogia del dollaro in Italia diretto da Sergio Leone e torna a Hollywood, diventa il suo stunt double di fiducia praticamente da subito. Non si tratta solo di lavoro, ma anche di amicizia e di fiducia. Buddy Van Horn è attivo presto anche come stunt coordinator di film abbastanza complessi, pensiamo sia ai grandi western che ai polizieschi che dirige Clint, ma anche come regista della seconda unità.
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Lo troviamo in questa veste in “Una 44 magnum per l’ispettore Callaghan” diretto da Ted Post, ma anche in“La recluta”, “Il cavaliere pallido”, “Potere assoluto”. Diventa poi regista dei film un po’ meno artistici o personali di Clint, ma è evidente che dentro la Malpaso, la casa di produzione messa in piedi da Clint per produrre i suoi film, la sua figura sia insostuibile.
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A parte i tanti film che ha curato da stunt coordinator per Clint Eastwood, ha lavorato anche per altri registi, come Michael Cimino, che nasce proprio come protetto di Clint, in “Il cacciatore”, “I cancelli del cielo”, “L’anno dei dragone”, e lo troviamo in film anche molto diversi, come “Barfly”, “Crocodile Dundee II”, “Arma da taglio”.
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