1 - DERAGLIA UN TRENO "A PIEDI IN GALLERIA" ESPOSTO IN PROCURA
Cecilia Gentile per “la Repubblica”
A piedi al buio. Duecento metri di rabbia e paura prima di arrivare alla banchina della stazione Anagnina e sentirsi in salvo. Ai passeggeri di due treni della linea A ieri mattina è toccato questo viaggio shock.
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Un treno in manovra appena uscito dal deposito di Osteria del Curato ha deragliato ed è finito contro un muretto. A bordo c' era un capotecnico uscito illeso: stava portando il convoglio alla manutenzione. I freni non hanno funzionato. Guasto? Errore umano? Sabotaggio? L' Atac ha istituito due commissioni per cercare le risposte. Ma per i romani rimane l' ennesima mattinata da incubo. Due treni in arrivo si sono dovuti fermare, i passeggeri sono stati costretti a scendere e a raggiungere a piedi la stazione camminando in galleria.
Un blocco durato oltre quattro ore. Prima, tra le 8 e le 9.40, nel tratto tra Arco di Travertino e Anagnina, otto stazioni in tutto, poi, fino a dopo mezzogiorno, nel tratto tra Cinecittà e Anagnina. Incontenibile la furia dei passeggeri. Prendono a calci il treno fermo, inveiscono. Nella confusione si sparge la voce, infondata, che sia scomparsa una persona. «Attenti, il marciapiedi è stretto», si sente in un video postato sul web. Ci vogliono i carabinieri per riportare la calma.
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Arrivano anche quattro squadre dei vigili del fuoco. Una volta in superficie inizia l' assalto ai bus sostitutivi, con la tensione disegnata sul viso dei romani, ancora una volta in ritardo al lavoro. L' Atac spiega che l' evacuazione è stata decisa per ragioni precauzionali, e che «i passeggeri hanno percorso in sicurezza i 200 metri che separavano i treni evacuati dalla stazione, lungo la banchina appositamente prevista».
E tutto questo all' indomani dei rallentamenti sulla C, dell' interruzione della B e B1 di martedì scorso, da Castro Pretorio a Ionio, durata dalle 20.30 alla fine del servizio. In quel caso, a causare lo stop era stato un guasto all' alimentazione di emergenza alla stazione di Annibaliano, mentre il 28 settembre il cedimento di un controsoffitto alla stazione Spagna aveva interrotto la linea A da Ottaviano a San Giovanni per otto ore.
«Mi viene da piangere», commenta con un twitter l' ex assessore ai Trasporti Stefano Esposito. Ancora: «La situazione della metro è molto delicata, è necessario avere un commissario straordinario dotato di risorse e deroghe specialissime per i trasporti a Roma. Bisogna decapitare i vertici di Atac, un' azienda che deve essere rivoltata come un calzino».
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«La misura è oramai colma - accusa il Codacons - Crediamo non sia più possibile rimandare una indagine approfondita da parte della magistratura su cosa si nasconda alla base dei continui disservizi della metropolitana romana. Presenteremo un esposto alla Procura della Repubblica. Stavolta non per interruzione di servizio, ma per truffa aggravata». Federconsumatori chiede un tavolo di confronto con le associazioni di consumatori.
2 - "I FRENI ERANO STATI MANOMESSI" IN ATAC LA PISTA DEL SABOTAGGIO
Daniele Autieri per “la Repubblica”
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Per spiegare l' ennesimo incidente sulla metropolitana di Roma, c' è una parola che in Atac e in Campidoglio nessuno osa pronunciare: manomissione. Eppure una qualificata fonte interna all' azienda, impegnata nella gestione operativa dei treni, conferma oggi che il treno numero 15 finito contro un tronchino all' altezza della stazione Anagnina aveva l' impianto frenante disattivato. Non solo: alla sua guida non c' era un macchinista, ma un operaio che si è salvato solo perché è riuscito a lanciarsi fuori al momento della collisione.
Le due commissioni d' inchiesta annunciate da Atac dovranno fare chiarezza sull' accaduto e decidere se consegnare i risultati delle indagini interne alla Procura. Intanto, da una prima ricostruzione di chi era presente alle 8 di ieri, emerge che il treno, vecchio di 8 anni, stava compiendo una manovra in uscita dal deposito su un tratto di ferrovia con una pendenza del trenta per mille (abbastanza elevata per le metropolitane).
L' assenza dei freni, unita alla pendenza, ha fatto il resto portandolo a urtare contro un muretto. Il treno è stato danneggiato nello scontro e ci vorranno 4-5 giorni per rimuoverlo.
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L' episodio riporta alla mente lo sciopero bianco del luglio scorso, quando in pochi giorni si verificò un numero esagerato di malfunzionamenti che bloccarono il servizio mettendo in ginocchio la città.
Nelle prime tre settimane di luglio, i treni non utilizzati per malfunzionamenti aumentarono del 200% rispetto al mese precedente e del 300% rispetto allo stesso periodo del 2014. In quel caso era in corso uno scontro feroce tra i vertici dell' azienda e alcuni sindacati, ma i guasti, reali o montati che fossero, non portarono mai a incidenti sulla linea. Oggi la storia è diversa.
Dietro all' incidente di ieri e alle parole dell' assessore Stefano Esposito («Avevo già detto che ci voleva fortuna e una preghiera ogni mattina»), c' è una domanda che merita risposta: la metro di Roma è sicura?
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Una domanda che chiama in causa due fattori. Il primo è amministrativo, e riguarda l' appalto sulla vigilanza delle metro sul quale hanno chiesto chiarezza e un possibile intervento della magistratura sia l' assessore Esposito che il presidente dell' Anac, Raffaele Cantone. Il secondo è gestionale, e implica l' utilizzo dei sistemi di frenatura automatica previsti in tutte le metro del mondo. A Roma questi vengono spesso disattivati per permettere ai treni di compiere corse ravvicinate, alleggerendo la mole di passeggeri nell' ora di punta.
La disattivazione del freno automatico, che impone una distanza di sicurezza tra i convogli, permette di far arrivare i treni uno dopo l' altro, ma obbliga il macchinista a frenare manualmente. Con il rischio che un errore umano possa trasformarsi in tragedia.
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