Luigi Ferrarella per il “Corriere della sera”
metronotte
La nuova legge sulla legittima difesa non impedisce che sotto inchiesta per l' ipotesi di «tentato omicidio» di quattro ladri finisca il metronotte che, intervenuto sul luogo del furto in una azienda in provincia di Milano, sostiene di aver sparato solo per difendersi da una percepita minaccia.
L' episodio, che non è stato segnalato alle cronache quando si è verificato la notte di sabato 18 maggio, ha avuto come teatro una concessionaria di automobili ad Assago (hinterland sud ovest di Milano) allorché è scattato il segnale di allarme per una intrusione.
La centrale operativa della società bolognese di vigilanza La Patria (attiva dal 1950 e presente in otto province italiane anche con il supporto di fondi di private equity) ha allora inviato sul posto un suo quarantenne vigilantes, C.V., che proprio in quei giorni aveva visto trasformare finalmente in posto fisso il proprio contratto sino a quel momento a tempo determinato. Da qui in poi le ricostruzioni, come sempre, divergono.
pistola
Secondo quanto il vigilantes ha descritto al suo difensore Roberto Lassini, appena precipitatosi con l' auto al cancello della concessionaria ha visto i ladri a bordo di una vettura e, complice anche la posizione creatasi fra le due auto rispetto alla cancellata, per paura che i ladri lo travolgessero o lo colpissero ha sparato con la propria arma di servizio, a suo dire non ad altezza d' uomo ma a terra in direzione delle gomme.
Quando però i carabinieri di Assago hanno acquisito il video di una telecamera di sorveglianza, la scena è sembrata diversa. Si conferma che il metronotte arriva con encomiabile velocità sul posto dell' allarme, e che con altrettanto coraggio scende dalla propria vettura e va incontro ai due ladri a bordo dell' auto mentre altri due di corsa li raggiungono.
salvini
Ma le immagini mostrano che i ladri non attuano alcun altro comportamento diverso dal darsi alla fuga; e che anzi, nel farlo, la traiettoria della loro auto (lungi dall' accennare a puntare contro il metronotte) aggira appositamente lui e la sua vettura. Ciò nonostante, con i ladri già in fuga, il vigilantes vicinissimo all' auto prima esplode due colpi ad altezza di finestrino laterale sinistro, colpi che - non essendo poi stati trovati a terra vetri in frantumi del finestrino - devono essersi conficcati nella carrozzeria; e poi spara un terzo colpo all' indirizzo del posteriore dell' auto in fuga.
La difesa si riserva ovviamente di esaminare il video e di trarne le proprie controdeduzioni, ma intanto il punto di partenza del fascicolo del pm Grazia Colacicco è l' iscrizione dell' ipotesi di «tentato omicidio». A distanza di due settimane ancora non si sa se qualcuno dei ladri sia stato colpito: negli ospedali milanesi nessun paziente del genere è stato ricoverato, ma d' altra parte è anche immaginabile che, salvo il caso di ferite a rischio-morte, i complici dell' eventuale ferito non avrebbero mai rischiato di portarlo in un ospedale ma lo avrebbero curato in maniera clandestina.
pistola
Per il metronotte, intanto, è già arrivata la prima conseguenza dell' attuale ricostruzione dei fatti: su segnalazione della Procura, la Prefettura gli ha ritirato il porto d' armi, il che rende difficile il mantenimento del posto di lavoro nella vigilanza privata per l' impossibilità di usare le armi in dotazione.