Estratto dell’articolo di Daniele Priori per “Libero quotidiano”
TESTAMENTO FRANCO BATTIATO
«Nomino come mia unica erede la mia cara nipote Grazia Cristina Battiato. 11 maggio 2018. Franco Battiato». È attraverso questo documento autografo, redatto dal grande cantautore catanese tre anni esatti prima divenire a mancare, che lo scorso 14 luglio, poco più di un mese fa, il lascito del maestro, consistente nella villa di Milo, in provincia di Catania e nell’unica società L’Ottava srl di cui Franco Battiato era proprietario, è finito nelle mani dell’unica erede, nominata dallo zio con testamento olografo. […]
Franco Battiato nel 1985. Da SX il fratello Michele - la nipote Grazia Cristina - la madre Grazia - la cognata Graziella
Un atto testamentario, quello di Battiato, registrato regolarmente e con tutti i crismi del caso sul quale, tuttavia, nel corso dei due anni trascorsi dalla morte del cantautore, venuto a mancare il 18 maggio del 2021 dopo una lunga malattia degenerativa che l’aveva reso incapace di intendere e di volere, erano sorti vari dubbi.
Legati in particolar modo a una perizia psichiatrica, risalente al febbraio del 2018, quindi tre mesi prima rispetto alla stesura del documento, nella quale il dottor Giuseppe Zappalà, neurologo dell’ospedale Garibaldi di Catania aveva notato nel maestro e doverosamente annotato «un disorientamento temporo-spaziale, marcati disturbi cognitivi e di memoria a breve, peggiorati significativamente negli ultimi mesi».
franco battiato (2)
E proprio questo certificato ha guidato la decisione del tribunale di Catania che, ritenendo il maestro Battiato incapace di intendere e di volere, ha nominato l’unico fratello Michele, amministratore di sostegno, rimasto fino allo scorso 14 luglio anche gestore della società in testa al maestro, data in cui tutto è definitivamente passato nelle mani dell’erede prescelta.
«La presenza di un amministratore di sostegno non vieta in ogni caso al testatore di nominare un erede unico», spiega a Libero Giulio Bino, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei Notai. Anche perché «nel caso del maestro Battiato non c’erano nemmeno eredi legittimi che possono essere un coniuge, i figlio i genitori se in vita» per cui Battiato aveva la piena licenza di destinare i suoi beni a chicchessia.
I contorni del giallo, trattandosi di due sole persone coinvolte, che peraltro sono padre e figlia tra i quali - a quanto avrebbero riferito loro stessi - i rapporti pare siano assolutamente cordiali, si sfocano decisamente. Semmai a destare maggiore curiosità e un po’ di amarezza è la scelta (in teoria del tutto immotivata, in assenza di polemiche tra i due eredi) di dare in pasto ai giornali i contenuti sensibili della perizia psichiatrica, tenuti riservatissimi con l’artista in vita.
franco battiato 1
L’unica partita a restare aperta è ora quella tra l’erede Battiato e lo Stato, legata al vincolo sulla casa di Milo, prima annunciato dall’allora ministro Franceschini e divenuto operativo nel novembre dello scorso anno secondo il quale la «casa d’artista di interesse culturale» è sotto tutela della Sovrintendenza ai Beni Culturali. Atto contro il quale l’erede ha presentato ricorso.
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