Cristina Antoniutti per "www.ilmessaggero.it"
Al Posta di Casarsa
Si è presentato come Sandro Mazzola Diesel, voleva una festa di compleanno indimenticabile per il figlio di sei anni. E - fatta eccezione per la limousine con i clown a bordo - l’ha ottenuta.
Nel primo pomeriggio del 22 maggio 2016 al ristorante “Al Posta” di Casarsa sono arrivati oltre un centinaio di invitati. Hanno mangiato e bevuto fino alle tre di notte. «Raccogliamo i soldi con il cestino al momento del taglio della torta - aveva promesso il papà - e poi paghiamo».
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Ma Giovanna Agnoletto, legale rappresentate della società Cinque Spaghi Srl, ci ha rimesso 23mila euro. Oltre al conto - andato ben oltre la somma pattuita - da pagare c’erano anche i danni provocati dagli invitati alle tovaglie e ai muri.
LA DENUNCIA
Nel tentativo di indurre il cliente a pagare, si è rivolta alle forze dell’ordine. Dalla sua denuncia è nato un procedimento penale per insolvenza fraudolenta aggravata dalla rilevante entità del danno che ieri si è chiuso con la condanna a un anno di reclusione per Sandro Braidich, 46 anni, di Prodolone, origini sinti, conosciuto anche con il soprannome di Mazzola.
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All’imputato, difeso dall’avvocato Christian Toffoli, era contestata la recidiva e il vpo Patrizia Cau aveva concluso per 1 anno e 6 mesi. La moglie Gloria Braidich, 42, risultata estranea, è stata invece assolta per non aver commesso il fatto.
IL RISARCIMENTO
Il giudice monocratico Alberto Rossi ha riconosciuto alla parte civile, costituita con l’avvocato Claudia Grizzo, un risarcimento di 30mila euro. Al processo è stato confermato che nella primavera 2016 Braidich ha prenotato la festa fornendo un nome di fantasia. Sono arrivati oltre un centinaio di invitati.
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Avrebbero dovuto consumare pizze, stuzzichini, bibite e alcolici. A un certo punto i camerieri si sono accorti che alla cucina continuavano ad arrivare ordinazioni e che il budget era stato sforato.
Gli invitati non si sono limitati a mangiare pizza e stuzzichini, ma hanno ordinato piatti di pesce, prosciutto crudo e champagne. Nulla di tutto ciò era stato inserito nel menu. La situazione era diventata ingestibile, perchè gli invitati prendevano le birre nei frigoriferi e ordinavano direttamente ai cuochi.
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L’INSOLVENZA
Quando è venuto il momento di pagare, i soldi non c’erano. La giustificazione? Qualcuno aveva rubato il cestino con le offerte. Sarebbero tornati l’indomani, nel frattempo dovevano individuare l’autore del furto.
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Ma Braidich al ristorante “Al Posta” non si è fatto più vedere e non si è fatto trovare al telefono. Inutili anche i solleciti di pagamento, tanto che la ristoratrice ha dovuto ricorrere alle vie legali. Ieri la sentenza del giudice Rossi.