Emiliano Guanella per "La Stampa"
Rousseff Dilma triste
Sull' Avenida Atlantica di Copacabana il popolo anti-Dilma è riuscito anche a scacciare i ciclisti che stavano testando le strade di Rio de Janeiro in vista delle Olimpiadi del prossimo anno. Non era la marea umana vista in altre occasioni, ma la protesta si è fatta comunque sentire, così come negli altri duecento cortei sparsi un po' per tutto il Brasile.
Tante voci contro la presidente, oggi al minimo storico di popolarità; secondo l' ultimo sondaggio Datafolha solo l'otto per cento considera buono il suo governo, mentre il settanta per cento lo boccia categoricamente.
I DUE VOLTI DELLA CRISI
BRASILE - PROTESTE CONTRO LA CORRUZIONE
Una crisi, quella brasiliana, a tutto campo; politica, con un parlamento che ogni due per tre vota contro l' esecutivo; giudiziaria, con il maxi scandalo per la corruzione della Petrobras che ha ormai raggiunto in pieno il Partito dei Lavoratori (PT); economica, con una stima di riduzione del Pil del due per cento per il 2015 e previsioni cupe per il prossimo anno.
Dilma naviga a vista, mentre in piazza una minoranza rumorosa e combattiva ne chiede addirittura l' impeachment, incassando un amplio risalto sui grandi media, schierati quasi tutti contro il governo. A meno della metà del suo secondo mandato l'erede di Lula da Silva si trova in cul de sac complicatissimo; assediata dalle critiche, con scarso margine di manovra e senza i soldi in cassa che garantirono al suo predecessore una vasta politica di piani sociali, da tutti indicata come la base del consenso costruito negli ultimi anni.
BRASILE - PROTESTE CONTRO LA CORRUZIONE
IL FRONTE POLITICO
Gli analisti concordano comunque nel fatto che le proteste di piazza, in un paese poco avvezzo alle grandi rivolte popolari, non sono determinanti e che la partita sulla sopravvivenza del governo si giochi piuttosto in parlamento, con il centrista Pmdb che oscilla tra la permanenza nell'esecutivo e crescenti velleità di opposizione.
Per il Pt la crisi d' identità è assoluta; l' affaire Petrobras, miliardi di dollari in tangenti pagate dalle più grandi società di costruzione del paese per gli appalti della compagnia petrolifera pubblica, è solo l' ultimo di una lunga fila di scandali che ne hanno sgretolato quel poco che restava dell' immagine di forza popolare e progressista.
L' IMMAGINE DI LULA
BRASILE - PROTESTE CONTRO LA CORRUZIONE
Anche la stella di Lula è in caduta libera; con i suoi collaboratori inquisiti o arrestati, le speculazioni su un suo possibile coinvolgimento diretto nello scandalo Petrobras sono un motivo ricorrente d' allarme anche per i mercati finanziari.
Lula, che non ha mai sepolto il sogno di ricandidarsi nel 2018, è corso venerdì scorso da Dilma per definire una strategia di riscossa; tornare alla base, con più eventi pubblici soprattutto nello zoccolo duro del Nordest, recuperare il voto dei parlamentati alleati, costruire, nei limiti del possibile, un dialogo con la stampa «nemica», per poter spiegare alla popolazione la difficoltà del momento e chiedere comprensione per i sacrifici richiesti.
BRASILE - PROTESTE CONTRO LA CORRUZIONE
I tagli alla spesa pubblica resi necessari dalla crisi e l'aumento dell' inflazione colpiscono soprattutto la nuova classe media e diverse grandi fabbriche, come quelle del comparto automobilistico, stanno funzionando a ritmo ridotto a causa della riduzione della domanda.
CLASSE MEDIA IN DIFFICOLTÀ
Preoccupa l' esponenziale crescita del debito privato; più di quaranta milioni di brasiliani fanno parte degli elenchi dei «negativados», persone insolventi escluse da finanziamenti, mutui o acquisti di prodotti a rate. Più che cittadini, l'era Lula ha creato un esercito di nuovi consumatori che si sono indebitati più del dovuto pensando di poter contare all' infinito sugli aiuti pubblici e sul clima di possibilità e benessere diffuso.
BRASILE - PROTESTE CONTRO LA CORRUZIONE
Il rallentamento della Cina, di gran lunga il principale partner commerciale e compratore delle commodities brasiliane, aggrava la situazione. Proteste di piazza e inchieste giudiziarie a parte, sarà sui mercati e nei rapporti di forza con gli alleati che Dilma Rousseff si giocherà nei prossimi mesi il futuro del suo governo.