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    "MI HANNO MASSACRATA DI BOTTE PERCHÉ NON VOLEVO RUBARE PIÙ. VOLEVO UNA VITA NORMALE" - PARLA MERI SECIC, LA 39ENNE CROATA, INCINTA ALL'OTTAVO MESE, CHE È STATA PICCHIATA DA ALCUNI DEI SUOI "CAPI" NELLA METRO DI ROMA: "MI HANNO AGGREDITA CON IL TIRAPUGNI E COLPITA ANCHE CON LE BOTTIGLIE. CONOSCO I MANDANTI E GLI ESECUTORI. HO DETTO I LORO NOMI ALLA POLIZIA" - "HO COMINCIATO CON I FURTI A ALLE SCUOLE MEDIE, E UN GIORNO SONO STATA AVVICINATA DA UN GRUPPO DI ZINGARI. MI SONO ANCHE FIDANZATA E HO AVUTO 12 FIGLI" - LA DONNA HA PARTORITO D'URGENZA DOPO IL PESTAGGIO: IL BIMBO STA BENE…


     
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    Estratto dell'articolo di Luisa Urbani per "il Messaggero"

    MERI SECIC MERI SECIC

    È a letto e non riesce a muoversi. Ha dolori ovunque: alle gambe, alla schiena, all'addome... Il suo volto è tumefatto e rigato dalle lacrime. Non smette di piangere Meri Secic, la 39enne croata, che venerdì pomeriggio è stata massacrata di botte perché aveva deciso di cambiare vita e smettere di fare la borseggiatrice. Una scelta per la quale lei e il bimbo che portava in grembo hanno rischiato di morire. Il figlio è stato fatto nascere d'urgenza, con un parto cesareo, e ora è insieme alla madre al Policlinico Umberto I.

     

    Chi è stato a ridurla così?

    «I miei protettori. Hanno mandato un gruppo di picchiatori a massacrarmi perché gli avevo detto che non volevo rubare più. Mi hanno aggredita mentre ero in metro, usando il tirapugni e colpendomi anche con le bottiglie».

     

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    roma - donna incinta aggredita in metro roma - donna incinta aggredita in metro

    Quindi li conosce? Li ha denunciati?

    «Sì, conosco i mandanti e gli esecutori. Ho detto i loro nomi alla polizia. Spero davvero che li prendano e che sia fatta giustizia. Devono pagare per quello che hanno fatto».

     

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    Si è pentita della sua scelta?

    «No, era da molto tempo che avevo deciso di smettere di rubare, volevo avere una vita come tutti».

     

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    roma - donna incinta aggredita in metro roma - donna incinta aggredita in metro

    Quando ha iniziato con gli scippi?

    «Alle scuole medie. Dopo la morte di mio padre e l'esaurimento di mia madre. Io non sono nata in un campo rom, ma da una famiglia croata che poi si è trasferita in Italia. Vivevo con i miei a Firenze. Ma all'improvviso mi sono trovata sola e non sapevo cosa fare per vivere. Così ho iniziato con i primi furti e un giorno sono stata avvicinata da un gruppo di zingari».

     

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    E loro poi sono diventati la sua nuova famiglia

     «Sì, mi sono anche fidanzata e ho avuto 12 figli. Da Firenze sono andata in un campo a Roma e rubavo per guadagnarmi da vivere». […]

     

     

     

     

     

     

     

     

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