Estratto dell'articolo di Luisa Urbani per "il Messaggero"
MERI SECIC
È a letto e non riesce a muoversi. Ha dolori ovunque: alle gambe, alla schiena, all'addome... Il suo volto è tumefatto e rigato dalle lacrime. Non smette di piangere Meri Secic, la 39enne croata, che venerdì pomeriggio è stata massacrata di botte perché aveva deciso di cambiare vita e smettere di fare la borseggiatrice. Una scelta per la quale lei e il bimbo che portava in grembo hanno rischiato di morire. Il figlio è stato fatto nascere d'urgenza, con un parto cesareo, e ora è insieme alla madre al Policlinico Umberto I.
Chi è stato a ridurla così?
«I miei protettori. Hanno mandato un gruppo di picchiatori a massacrarmi perché gli avevo detto che non volevo rubare più. Mi hanno aggredita mentre ero in metro, usando il tirapugni e colpendomi anche con le bottiglie».
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roma - donna incinta aggredita in metro
Quindi li conosce? Li ha denunciati?
«Sì, conosco i mandanti e gli esecutori. Ho detto i loro nomi alla polizia. Spero davvero che li prendano e che sia fatta giustizia. Devono pagare per quello che hanno fatto».
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Si è pentita della sua scelta?
«No, era da molto tempo che avevo deciso di smettere di rubare, volevo avere una vita come tutti».
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roma - donna incinta aggredita in metro
Quando ha iniziato con gli scippi?
«Alle scuole medie. Dopo la morte di mio padre e l'esaurimento di mia madre. Io non sono nata in un campo rom, ma da una famiglia croata che poi si è trasferita in Italia. Vivevo con i miei a Firenze. Ma all'improvviso mi sono trovata sola e non sapevo cosa fare per vivere. Così ho iniziato con i primi furti e un giorno sono stata avvicinata da un gruppo di zingari».
roma borseggiatrice incinta aggredita
E loro poi sono diventati la sua nuova famiglia
«Sì, mi sono anche fidanzata e ho avuto 12 figli. Da Firenze sono andata in un campo a Roma e rubavo per guadagnarmi da vivere». […]
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