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    MI PIEGO MA NON MI SPEZZO! INNERHOFER NON SI FERMA NEMMENO CON UNA FRATTURA AL PERONE: DOPO IL SECONDO POSTO NEL SUPER G DI KITZBUEHEL, IL VELOCISTA DELLO SCI OGGI A GARMISCH PROVA CON UN TUTORE - LOSI CHE SEGNA DA INFORTUNATO IN UN UN ROMA-SAMP DEL 1961, BECKENBAUER AI MONDIALI IN MESSICO, LA GINNASTA KERRY STRUG AD ATLANTA ’96: QUANDO IL CAMPIONE E’ PIU’ FORTE DEL DOLORE - VIDEO


     
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    Flavio Vanetti per il Corriere della Sera

     

    Per lui sembra il caso di rovesciare il detto «mi piego, ma non mi spezzo». Christof Innerhofer si è spezzato, ma non si è piegato e non si piegherà (alla malasorte): ha una frattura - composta - del perone sinistro, nella parte alta dell' osso; ma dopo aver corso a Kitzbuehel in quelle condizioni, arrivando secondo in superG e completando la discesa nonostante un errore di traiettoria, oggi a Garmisch parteciperà alla prova per le discese di domani e sabato.

     

    Sarà in pista con un tutore in carbonio realizzato ad hoc e userà un antidolorifico: da come si sentirà, deciderà che cosa fare. Di mezzo non c' è solo la partecipazione alle gare della Coppa del Mondo, sulla pista delle 3 medaglie iridate del 2011, ma soprattutto la presenza al Mondiale di St. Moritz. Oggi ne sapremo di più. Peraltro, la navigazione è a vista, come i motociclisti che si fracassano e decidono solo all' ultimo se correre il Gp: stessa attitudine, stesso coraggio, stesso sacrificio.

     

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    «Ci tenevo troppo a gareggiare sulla Streif - spiega Inner -, ho stretto i denti per farcela: per uno sciatore, Kitzbuehel è fondamentale. Lunedì sono andato a Monaco (dal «guru» che da anni lo segue, ndr ) per farmi fare una protezione per il perone. Cercherò di non rinunciare sia a Garmisch sia al Mondiale, ma lo scenario va valutato giorno dopo giorno». Probabilmente tutto nasce dalla caduta del 29 dicembre a Santa Caterina nella discesa della combinata.

    GIACOMO LOSI GIACOMO LOSI

     

    Christof colpì una porta: alla fine sentiva male anche sul retro, sotto il ginocchio e nella parte alta del polpaccio. Lì c' è la frattura. Però non è detto che non si sia procurato il danno nella discesa di Kitz, quando dopo uno sbaglio impattò con la gamba sinistra su un cartellone, sciandoci sopra.

     

    «Se la frattura fosse alla tibia sarebbe un' altra questione - dice Andrea Panzeri, ortopedico della Fisi -; un danno così al perone, invece, è gestibile: non si opera e non si ingessa. Sono fiducioso, ma è evidente che l' ultima parola rimane all' atleta». Se conosciamo un po' Innerhofer, scommettiamo che lo vedremo al via.

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