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    IL BULLONAIRE PENSA ALLA LEADERSHIP DEL PD MA HA TUTTI CONTRO – SCIOCCHEZZAIO: NEGLI ULTIMI MESI RENZI HA DETTO TUTTO E IL CONTRARIO DI TUTTO…


     
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    1. RENZI IN 746 "TITULI": UNO, NESSUNO E CENTOMILA
    Wanda Marra per "Il Fatto Quotidiano"

    L'ultimo è di ieri mattina. "Renzi: segretario e sindaco non sono ruoli incompatibili", titola il Corriere della Sera un'intervista in cui il sindaco di Firenze dice che la sua candidatura al congresso "dipende dal Pd". L'ennesima sfumatura, l'ennesimo passetto (ma anche no) verso la segreteria. L'ennesimo tormentone mediatico.

    Matteo RenziMatteo Renzi MATTEO RENZI ALLE SFILATEMATTEO RENZI ALLE SFILATE

    Negli ultimi mesi Matteo Renzi ha detto tutto e il contrario di tutto. Rottamatore, alleato fedele, possibile premier per le larghe intese, futuribile premier contro le larghe intese, un po' grillino, ma soprattutto anti grillino, uomo fuori dall'apparato, dirigente di partito: ogni giorno è una dichiarazione, una trasmissione tv, un'intervista. Ogni giorno un'attesa, un annuncio, una possibilità. E i giornali scrivono, raccontano, titolano. Dal primo gennaio a ieri nella Rassegna Stampa della Camera i titoli selezionati su Renzi erano ben 746. Ecco qui una selezione di quello che ha detto

    Il bravo ragazzo e la tregua (armata) con Bersani
    "Vedo troppa gente fuggire col pallone, io non sono fatto così" (L'Unità 4 gennaio).
    "Non mi consolo e non mi accontento. Ci riproverò. Nella sconfitta voglio essere dignitoso e corretto" (Repubblica, 8 gennaio)
    "Occhio: i sogni di sottosegretariato sono legittimi, ma prima bisogna vincere" (Repubblica, 18 gennaio)
    "Meglio dirci prima le cose, ricordiamoci che i finti unanismi hanno fatto sì che per due volte Prodi sia andato a casa" (Repubblica, 2 febbraio)
    "Uno che nell'ultima settimana di campagna si preoccupa della segreteria è da ricovero. E poi sono convinto che non sia un ruolo adatto a me" (Corriere della sera, 17 febbraio)

    Dopo il voto: tutti lo cercano, lui fa il prezioso
    "In campo ora? Un'avventura inaccettabile" (L'Unità, 27 febbraio)
    "Non partecipo ai caminetti" (Repubblica, 27 febbraio)
    "Ho perso le primarie, adesso faccio il sindaco. Capisco i rimpianti, ma preferisco vivere di progetti" (Il Messaggero, 2 marzo)
    "Nello zoo del Pd ci sono già troppi tacchini sui tetti e troppi giaguari da smacchiare per permettersi gli sciacalli del giorno dopo" (Corriere, 2 marzo)
    "In direzione ci sono stato. Ma volevano che mi sorbissi anche l'intera liturgia degli interventi" (La Repubblica, 7 marzo)

    Il Matteo furioso: punta subito a Palazzo Chigi
    "Basta inciuci, meglio le elezioni" (La Stampa, 10 marzo)
    "No a scambi di poltrone con Grillo" (Repubblica, 10 marzo) "Non voglio boicottare Bersani" (Repubblica, 13 marzo)
    "Sono leale a Bersani, ma se si vota corro da premier" (Il Messaggero, 14 marzo)
    "Io sono pronto. Se si vota mi candido" (L'Espresso, 21 marzo ) "Ora è difficile non parlare a Berlusconi" (Repubblica, 23 marzo) "Stiamo perdendo tempo" (La Stampa, 4 aprile) "Bersani si è fatto umiliare da quegli arroganti di M5S. Ora patto con il Pdl o urne" (4 aprile, Corriere) "Troppo tempo perso, meglio votare. Pronto a correre per le primarie" (Repubblica, 4 aprile)

    Le grandi manovre intorno al Colle
    "Bersani punti più all'Italia e meno a me e a sè" (12 aprile, Sole 24 ore) "Il profilo per il Colle? Marini è stato bocciato dagli elettori in Abruzzo, la Finocchiaro la ricordiamo per la spesa all'Ikea" (Corriere, 15 aprile) "Marini dispetto al-l'Italia, Pierluigi lavora solo per sè" (Repubblica, 18 aprile) "Bersani si dimetta. Non voglio ereditare solo macerie" (Corriere, 20 aprile) "A me non cambia niente, uno, due, tre anni. Ho tempo" (La Stampa, 21 aprile) "Candidarmi? Vedremo"(Repubblica, 21 aprile)
    La partita a scacchi per l'incarico
    "Il governo deve durare il meno possibile, ma dobbiamo metterci la faccia, dire cosa va fatto" (Repubblica, 22 aprile) "A noi il
    premier delle larghe intese" (Il Giornale, 23 aprile) "È Berlusconi che non mi ha voluto a Palazzo Chigi, ha avuto paura" (Il Corriere, 24 aprile) "Io al partito fino al voto" (Repubblica, 25 aprile)

    Mi si nota di più se faccio il segretario o se non lo faccio?
    "A questo giro non corro da segretario" (Il Messaggero, 4 maggio) "Io sarò leale con Letta, ma è premier grazie a una scorciatoia" (Repubblica, 4 maggio) "Meglio avere le mani libere" (Corriere, 6 maggio) "Il governo Letta può durare fino al 2016" (Repubblica, 20 maggio) "Non faccio il segretario andrei in collisione con Letta" (Sole 24 ore, 21 maggio) "Il governo non può pensare a vivacchiare" (Corriere, 22 maggio) "Se il Pd ha capito di voler vincere mi candido alla segreteria" (Il Giornale, 2 giugno) "Non tramo, ma non tremo. Se vogliono farmi la guerra lo dicano" (La Stampa, 5 giugno) "Se mi attaccano mi candido davvero" (Repubblica, 5 giugno)

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    2. PD, TUTTI CONTRO L'EX ROTTAMATORE
    Wa.Ma per "Il Fatto Quotidiano"

    MATTEO RENZIMATTEO RENZI

    Renzi è confuso tra leadership e uomo solo al comando". Così parlava Pier Luigi Bersani qualche giorno fa. Una dichiarazione di guerra. E se l'ex segretario è il più esplicito molti dei big democratici, di antico e nuovo conio, guardano alla possibile ascesa nel partito del Sindaco di Firenze con terrore. Già finiti i tempi in cui lo invocavano come il Messia, il partito s'è ricompattato tra paura del voto e accordo tra correnti. Più il Pd lo spinge verso l'angolo, più Matteo Renzi si muove: la paura che il suo treno sia passato per sempre diventa ogni giorno più forte. E allora, eccolo a ventilare, meditare e soppesare la candidatura al congresso. Lui ci pensa, gli altri cominciano a pensare a come ostacolarlo.

    Un segnale si è già avuto nella composizione della segreteria Epifani: Luca Lotti non è riuscito ad andare all'Organizzazione. Quel ruolo rimane saldamente in mano al vecchio partito, con il super bersaniano Zoggia. Il veto principale l'ha messo Franceschini. Un altro, che non gradisce troppo l'idea del giovane Matteo a capo del partito. Con il quale è entrato in rotta di collisione in tutta la partita del governo, raccontano i renziani. Se è per Letta sia lui stesso che Boccia si sono affrettati a dire che "Renzi sarebbe un buon segretario". Considerandolo meno pericoloso per l'esecutivo da capo del Pd.

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    Ma l'interessato ieri a domanda specifica del Corriere ("Non crede che se lei fosse eletto segretario il governo rischierebbe di cadere in pochi mesi?") rispondeva: "Il rischio c'è". In direzione, Epifani ha messo le mani avanti: "Ci sarà differenza tra segretario e candidato premier". Renzi si potrebbe trovare a fare una cosa che gli interessa poco, senza poter correre automaticamente per la premiership. A proposito del neo segretario: ha dichiarato che non si ricandida, ma le ambizioni di partenza erano ben altre.

    Con i giovani a Renzi non va meglio: Civati si candida, e se può farlo contro di lui è anche più contento. E ancora, i Giovani Turchi. "Noi stiamo con Cuperlo", sosteneva ancora ieri il ministro Andrea Orlando. Sulla stessa linea Matteo Orfini. Che in questa fase ci tiene a marcare la differenza dal padre politico Massimo D'Alema. Nell'intervista al Corriere, Renzi ha raccontato un aneddoto sul Lìder Maximo: "Ammiro il suo humour. Alla direzione Pd è andato da Matteo Orfini e gli ha detto: ‘Vedo che finalmente ci sono giovani turchi che fanno qualcosa di interessante. Peccato che siano a Istanbul'".

    PIERLUIGI BERSANIPIERLUIGI BERSANI PIERLUIGI BERSANI CON LA BANDIERA DEL PDPIERLUIGI BERSANI CON LA BANDIERA DEL PD

    Orfini conferma, ma racconta la sua replica: "In quello schema, tu saresti come Erdogan". Finirà che Renzi dovrà chiedere sostegno proprio ai due che ha rottamato: Veltroni è schierato per lui senza se e senza ma, D'Alema, nonostante il suo candidato ufficiale sia (ancora) Cuperlo non perde occasione per incontrare il Sindaco di Firenze e per ribadire la sua novella stima. Senza dimenticare Carlo De Benedetti. Ieri il giovane Matteo nelle vesti di sindaco di Firenze ospitava la Festa di Repubblica: "C'è una notevole simpatia e una notevole considerazione e anche speranza verso un cambiamento e certamente Renzi rappresenta un cambiamento". E poi: "Renzi e Letta possono convivere".

    Matteo Orfini e Massimo D'AlemaMatteo Orfini e Massimo D'Alema Carlo De BenedettiCarlo De Benedetti

    Renzi comunque non scioglierà la riserva fino a che non avrà chiaro il regolamento del congresso: vuole la garanzia che ci saranno le primarie aperte. La Commissione si riunisce la settimana prossima, e potrebbe varare qualche trucco: magari decidendo di far svolgere prima i congressi provinciali di quello nazionale e servire al Sindaco di Firenze un partito che non è con lui. Domenica c'è l'intervista pubblica proprio nell'ambito della festa di Repubblica: per i tempi renziani due giorni sono un'era geologica. Chissà che non s'inventi una rivelazione.

     

     

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