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    MI SI NOTA DI PIU’ SE NON VENGO PER NIENTE - NANNI MORETTI DA’ BUCA ALLA CONFERENZA PER L’USCITA DEL SUO FILM “TRE PIANI” (CHE A CANNES NON HA RICEVUTO PREMI) – MARGHERITA BUY PARLA DELL’ASSENZA DEL REGISTA E DEGLI INTERPRETI MASCHI DELLA PELLICOLA: “DOVETE CHIEDERE A NANNI. ANCHE NOI VORREMMO SAPERLO. VA CONSIDERATO CHE…”


     
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    Fulvia Caprara per "la Stampa"

     

    nanni moretti nanni moretti

    Stavolta, non c'è dubbio, alla celebre domanda «mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente?», la risposta dev' essere stata che era meglio la seconda ipotesi.

     

     Alla conferenza stampa organizzata per l'uscita di Tre piani Nanni Moretti è il grande assente, evocato di continuo dalle interpreti del film, scelte per svolgere l'ingrato compito di spiegare le intenzioni del regista che non c'è. Un lavoro arduo, non è facile parlare dell'ultima, attesissima, opera di un autore di culto, soprattutto dopo la partecipazione al Festival di Cannes dove Tre piani, accolto alla proiezione ufficiale con undici minuti di applausi, non ha poi ricevuto premi dalla giuria presieduta da Spike Lee.

     

    tre piani tre piani

    Così ecco la squadra delle attrici, Margherita Buy, Alba Rohrwacher, Elena Lietti e Denise Tantucci, sedute dietro a un tavolo che somiglia un po' a un tribunale dell'Inquisizione, con il plotone della stampa che non smette di infliggere domande, compresa quella sull'assenza all'incontro ufficiale degli interpreti maschi: «Perché? - ribatte Buy tra imbarazzo e ironia -. Dovete chiedere a Nanni. Anche noi vorremmo saperlo».

     

    Peggio ancora quando i quesiti riguardano, nello specifico, la trasposizione del romanzo di Eshkol Nevo (Neri Pozza): «Va considerato - aggiunge Buy parlando al posto del convitato di pietra Moretti - che Nanni abbia, per la prima volta, girato un film da un romanzo e che lo abbia fatto nel massimo rispetto dell'autore, andando al sodo della storia, usando un rigore stilistico particolare, rinunciando alla sua ironia. Per Nanni questa è un'evoluzione».

     

    nanni moretti nanni moretti

    Uguale il parere di Rohrwacher («Questo è un film che si inchina al racconto»), e guai a insinuare che le figure femminili siano un po' tutte dipinte come subalterne a quelle maschili: «Questo è il punto di partenza - prosegue Rohrwacher - che poi viene completamente ribaltato. I personaggi femminili ne escono bene, il film è molto più duro verso gli uomini». Le donne all'inizio «imprigionate - osserva ancora Buy, - prenderanno tutte, alla fine, strade diverse rispetto ai maschi che restano, invece, come congelati».

     

    L'ironia della sorte è che, al Festival di Cannes, nella corsa alla Palma d'oro, Tre piani sia stato battuto da Titane, un manifesto fiammeggiante in favore di una femminilità fluida e aggressiva, con una protagonista incinta di una Cadillac.

     

    Insomma, due pianeti distanti anni luce che adesso entrano nuovamente in rotta di collisione visto che i due film escono negli stessi giorni e visto che, a Roma, i cinema in cui sono proiettati, lo storico «Nuovo Sacher», fortino del regista e dei suoi seguaci, e il neonato «Cinema Troisi», appena battezzato dai ragazzi dell'«Associazione Piccolo America», distano solo pochi passi.

    NANNI MORETTI IN POSA MUSSOLINIANA A BOLOGNA - FESTIVAL DEL CINEMA RITROVATO NANNI MORETTI IN POSA MUSSOLINIANA A BOLOGNA - FESTIVAL DEL CINEMA RITROVATO

     

    L'ultima parola spetterà al pubblico e quindi agli incassi, dopo che sulla Croisette le valutazioni sull'opera erano state divergenti. Su The Hollywood Reporter si era parlato di incapacità di raggiungere i «picchi emotivi» della Stanza del figlio, mentre Variety era stato duro definendo il film «drammaticamente pomposo, cinematograficamente squallido, moralmente dubbioso in più punti».

     

    Anche i critici francesi, tradizionalmente innamorati dell'estetica morettiana, si erano mostrati cauti: «Il regista - aveva scritto su Le Monde Thomas Sotinel - intreccia storie convenzionali sui mali di oggi senza ritrovare l'acutezza politica dei suoi film precedenti». Il critico di Le Figaro, pur lodando la bravura degli interpreti, sostiene che «Tre piani non assomiglia a un film di Nanni Moretti».

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    Per il quotidiano Liberation «le tre trame, appassionanti all'inizio, si rivelano di interesse disuguale e la tensione si diluisce». Il più soddisfatto, al momento, insieme al regista, sembra essere l'autore Eshkol Nevo: «L'ho visto due volte. La prima ero molto occupato, forse troppo, a scovare tracce del libro dentro al film. Come è naturale che sia, ho notato soprattutto le modifiche apportate. E ho rimpianto tutto quello che si era perduto nell'adattamento. Vedendolo per la seconda volta mi sono ritrovato più libero di provare emozioni. Ho permesso al film di penetrarmi dentro.

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    Di scombussolarmi. Ho pianto, ho riso... Quando sono apparsi i titoli di coda ho pensato fra me e me: loro non hanno avuto paura. Il regista, le sceneggiatrici, gli attori, le attrici. Hanno guardato dritto negli angoli più oscuri che abbiamo nell'anima, e li hanno illuminati con la lanterna magica del cinema».

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