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    MIAMI O NON MIAMI? - LA FLORIDA È UN FOCOLAIO, MIAMI TORNA IN SEMI-LOCKDOWN E ORA BALLA LA CONVENTION TRUMPIANA, CHE È STATA SPOSTATA A JACKSONVILLE, NEL NORD DELLO STATO - IN ALCUNE CITTA' DI MARE TORNA IL COPRIFUOCO NOTTURNO E CHIUDONO DI NUOVO CINEMA, RISTORANTI, CASINÒ E TEATRI - IN UNA SITUAZIONE DEL GENERE COME ORGANIZZARE LO SHOW PER LA NOMINATION DEL PRESIDENTE IL 27 AGOSTO? QUANTI PARTECIPERANNO, COME SI POTRANNO MANTENERE LE DISTANZE…


     
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    Giuseppe Sarcina per il ''Corriere della Sera''

     

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    Illusioni e propaganda finite. Il Covid-19 spazza la Florida: sabato 4 luglio, Festa dell'Indipendenza, 11.400 nuovi casi. Record assoluto. A questo punto la Penisola del sole e delle vacanze è diventato uno dei focolai più violenti di questa seconda ondata di contagi: 20% di positivi sulla media giornaliera nazionale. Sono numeri che non lasciano più margini a sottovalutazioni. L'onda comincia a premere sugli ospedali. I reparti di terapia intensiva sono quasi pieni. I medici stanno già rimandando le operazioni e le cure meno urgenti per dedicarsi in pieno all'epidemia. I morti finora sono oltre 3.700, ma il bollettino potrebbe peggiorare nelle prossime settimane.

     

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    Ne stanno prendendo atto, mordendosi la lingua, anche i consiglieri di Donald Trump. Il presidente ha voluto spostare da Charlotte, in North Carolina, a Jacksonville, sulla costa nord della Florida, la giornata clou della Convention repubblicana. Appuntamento al 27 agosto, per il discorso di accettazione, o meglio lo show finale, di Trump. Ma l'esplosione della pandemia sta facendo vacillare anche i fedelissimi. Come Edwuard Burr, immobiliarista di Jacksonville e membro del comitato ospite che ieri ha dichiarato al New York Times : «Ora è davvero una sfida riuscire ad organizzare l'evento». Al momento nessuno è in grado di dire quale sarà il format: quante persone potranno partecipare, quali misure dovranno essere adottate.

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    Oppure se, semplicemente, anche i repubblicani saranno costretti a rifugiarsi in una convention virtuale, come hanno già fatto i democratici. L'emergenza è generale. Ieri il sindaco della Contea di Miami-Dade, il repubblicano Carlos Gimenez ha annunciato via Twitter che disporrà nuovamente la chiusura di ristoranti, cinema, teatri, casinò. Il governatore della Florida, il trumpiano Ron DeSantis, ha personalmente insistito per vietare l'assembramento nei bar di Miami. Niente più drink ai tavolini o al bancone fino a nuovo ordine. In città è stato imposto il coprifuoco dalle 22 alle 6. Nel fine settimana appena trascorso erano già state chiuse gran parte delle spiagge.

     

    anthony fauci donald trump anthony fauci donald trump

    Togliere i nottambuli a Miami è un po' come levare studenti e professori ad Harvard. La Florida rappresenta un caso esemplare di mala gestione, insieme con Texas e Arizona. Per mesi DeSantis e frotte di sindaci hanno semplicemente ignorato le raccomandazioni degli scienziati locali e della task-force di Washington, facendosi beffe delle mascherine, replicando approccio e messaggi di Donald Trump. Una pedagogia al contrario di cui ora vediamo i risultati. Gli avvisi per rispettare il «distanziamento sociale» e indossare le mascherine sono presenti ovunque. Ma in molti, giovani o adulti, non ci badano.

    ron desantis e donald trump in florida ron desantis e donald trump in florida

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