Gioacchino Amato e Francesco Patanè per “Repubblica.it”
MICCOLI IN LACRIME
Estorsione aggravata: imputazione coatta per Fabrizio Miccoli. Il Gup Fernando Sestito va avanti per la sua strada e decide l'imputazione coatta per l'ex capitano del Palermo Fabrizio Miccoli con l'accusa di estorsione aggravata da metodi mafiosi. Dopo un rinvio dovuto a un difetto di notifica e malgrado la richiesta di archiviazione avanzata dalla procura di Palermo, Miccoli rimane imputato nell'inchiesta che ha visto già a processo il figlio del boss del Kalsa Antonino Lauricella, Mauro. Per il gup va approfondito il ruolo dell'ex calciatore.
MICCOLI E LAURICELLA
Al centro dell'indagine, portata avanti dalla Dia, le presunte intimidazioni subite fra il 2010 e il 2011 dall'allora gestore della discoteca Paparazzi di Isola delle Femmine, Andrea Graffagnini. Le intercettazioni hanno messo in luce le richieste portate avanti dal giovane Lauricella per recuperare un credito.
Secondo l'accusa i soldi spettavano al socio di Graffagnini, l'ex fisioterapista del Palermo Giorgio Gasparini che per recuperarli si sarebbe rivolto a Miccoli, il quale a sua volta avrebbe incaricato il suo amico Mauro Lauricella. Nel processo di primo grado il figlio del boss è stato condannato a un anno ma non per estorsione aggravata, come aveva chiesto il pm Maurizio Bonaccorso, ma per violenza privata aggravata. Assolto il presunto complice, Gioacchino Alioto mentre la posizione dell'attaccante pugliese era stata stralciata.
MICCOLI E LAURICELLA 2
Miccoli si è sempre difeso sostenendo di non essere a conoscenza della stretta parentela del suo amico Mauro con un boss ma le intercettazioni ambientali, che fanno parte del fascicolo in mano a Sestito ma non rientrano nell'imputazione e alcuni video postati da Lauricella su YouTube avevano messo in imbarazzo l'ex giocatore del Palermo, in modo particoplare per alcune frasi sul giudice Giovanni Falcone.