michele serra
Estratto dell'articolo di Michele Serra per “la Repubblica”
In cima alla scalinata di Piazza di Spagna c’è l’albero di Natale bianco di Christian Dior. Come tutto o quasi il lusso di ultima generazione, è per metà regale e per metà burino […]. Nella prima luce dell’alba […] risplende nel silenzio, come un idolo benedicente. […] Dietro […], a chiudere la prospettiva, la grande facciata chiara della chiesa di Trinità dei Monti sembra solo una quinta. Potrebbe essere la prima scena di un film di Sorrentino.
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L’intervento dei privati e dei loro soldi nella vita delle nostre comunità è […] inevitabile e anche giusto […], impone il marchio ma imponendolo costruisce, arreda, addobba, tiene compagnia, fa mecenatismo. […] Eppure, di mattina molto presto, […] l’incontro con il totem Dior […] mi è sembrata l’apparizione finale: il segnale della nostra definitiva consegna alla maestà del mercato.
Non è una novità, è un passaggio d’epoca certificato da tempo, ci siamo così abituati che se domani ripasso di qua, dell’albero nemmeno mi accorgo. Mercoledì mattina però me ne sono accorto. Mi è anche sembrato di sentire, attorno a lui, il Te Deum: o eterno padre, tutta la terra ti adora.
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