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    DITE ADDIO A HONG KONG – LA CINA DÀ IL VIA LIBERA ALLA LEGGE SULLA SICUREZZA NAZIONALE DI HONG KONG, CHE COME HA DETTO MIKE POMPEO “HA CESSATO DI ESSERE AUTONOMA”. UN MODO PER DIRE CHE IL TRATTAMENTO COMMERCIALE ED ECONOMICO PRIVILEGIATO CHE L’AMERICA DÀ ALLA CITTÀ E CHE LE HA PERMESSO DI PROSPERARE, NON È PIÙ GIUSTIFICATO – VI RICORDATE LA FIGLIA DEL FONDATORE DI HUAWEI, MENG WANZHOU? ORA RISCHIA DAVVERO L’ESTRADIZIONE NEGLI USA


     
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    Cina, via libera alla legge sulla sicurezza nazionale di Hong Kong

    Da www.ansa.it

     

    XI JINPING - LI KEQIANG XI JINPING - LI KEQIANG

    Il Congresso nazionale del popolo, il ramo legislativo del parlamento cinese, ha dato il via libera all'adozione della legge sulla sicurezza nazionale di Hong Kong. Nelle ultime votazioni della sessione finale, l'assemblea ha approvato anche il primo Codice civile della Repubblica popolare. 

     

    mike pompeo mike pompeo

    La legge sulla sicurezza nazionale a Hong Kong assicurerà "la stabilità e la prosperità di lungo termine" dell'ex colonia britannica: il premier cinese Li Keqiang, in conferenza stampa, ha affermato che la misura approvata oggi dal Congresso nazionale del popolo, è stata progettata per la "stabile attuazione" del modello 'un Paese, due sistemi', che regola le relazioni tra Pechino e Hong Kong, su cui Pechino ha "sempre lavorato per la piena attuazione".

     

    Guido Santevecchi per il “Corriere della Sera”

     

    Due sentenze contro l' orgoglio cinese. Una politica, pronunciata da Mike Pompeo: «Hong Kong ha cessato di essere autonoma dalla Cina», ha detto il segretario di Stato americano annunciando di aver certificato davanti al Congresso di Washington che «la situazione sul campo non giustifica più il trattamento privilegiato» dal punto di vista commerciale ed economico che l' America garantiva alla City prima del 1997 e che era stato mantenuto per 23 anni, permettendole di continuare ad essere un grande centro finanziario e il quartier generale di quasi 300 multinazionali Usa.

    meng wanzhou meng wanzhou

     

    L' altro pronunciamento è giudiziario, viene dal Canada, dove la Corte Suprema di Vancouver ha deciso che deve continuare il procedimento a carico di Meng Wanzhou, figlia del fondatore di Huawei, per la quale gli Stati Uniti hanno chiesto l' estradizione accusandola di aver aggirato le sanzioni contro l' Iran e architettato una frode bancaria per coprire l' operazione.

     

    scontri a hong kong scontri a hong kong donald trump xi jinping donald trump xi jinping

    Sono due aspetti dello scontro frontale tra le due superpotenze, combattuto sul campo politico (Hong Kong) e su quello tecnologico (Huawei). Pompeo ha parlato dopo la nuova giornata di scontri nella City. Alcune migliaia di dimostranti sono scesi in strada per la seconda volta da quando Pechino ha annunciato che il suo Congresso del popolo, riunito nel palazzone di Piazza Tienanmen, imporrà oggi a Hong Kong la «Legge sulla sicurezza nazionale della Cina», per prevenire o punire «attività sovversive, sediziose, separatiste e terroristiche» nell' ex colonia britannica divenuta nel 1997 Regione ad amministrazione speciale cinese. Questa legge ormai omologa Hong Kong alla Cina, smantella il modello «Un Paese due sistemi», ha detto Pompeo.

    polizia a hong kong polizia a hong kong

     

    meng wanzhou con il braccialetto elettronico meng wanzhou con il braccialetto elettronico

    La polizia di Hong Kong ha rastrellato 360 dimostranti: anche ragazzine con il grembiule bianco e lo zainetto della scuola che ieri si erano unite al corteo di protesta contro il Partito-Stato. A Vancouver è arrivata in tribunale in un raffinato completo nero con bordi dorati invece Meng, 48 anni, direttrice finanziaria di Huawei. Sorrideva mentre le tv canadesi la inquadravano e lei elargiva «Good morning» a tutti. La difesa si appellava al principio «double criminality» secondo il quale un soggetto può essere estradato in un altro Paese solo se il fatto commesso costituisce un crimine anche per la legge del Canada.

    meng wanzhou con il braccialetto elettronico meng wanzhou con il braccialetto elettronico xi jinping xi jinping

     

    Huawei, secondo Washington, ha fornito all' Iran materiale per telecomunicazioni made in China ma con componenti tecnologiche Usa (vietato dalle sanzioni americane al regime di Teheran). Questo forse non sarebbe reato in Canada. Ma per coprire l' operazione, secondo il Justice Department di Washington, Meng in qualità di direttrice finanziaria del gruppo cinese avrebbe mentito alla grande banca HSBC basata a Hong Kong, nascondendo che Huawei controllava una società iraniana di nome Skycom. Questa sarebbe frode bancaria, punibile anche in Canada. Vicenda molto complessa: ora il procedimento di estradizione andrà avanti, forse per anni e Meng dovrà restare a Vancouver in libertà vigilata.

    Meng Wanzhou Meng Wanzhou

     

    Meng Wanzhou Meng Wanzhou

    La Principessa Huawei era stata arrestata la notte dell' 1 dicembre 2018. Dopo una settimana ha ottenuto la libertà su cauzione, sborsando 10 milioni di dollari per poter soggiornare in una delle due grandi ville che possiede a Vancouver: ha scelto quella con sette stanze da letto, valore stimato 14 milioni. Per 18 mesi, 524 giorni, è stata autorizzata ad uscire durante il giorno, ma obbligata a portare un braccialetto elettronico alla caviglia per essere sorvegliata. La signora lamenta di vivere mesi «pieni di paura, dolore, delusione, frustrazione, tormento e lotta».

    donald e melania trump donald e melania trump

     

    Prima di piangere per Meng, ricordiamo altri due detenuti. I canadesi Michael Kovrig e Michael Spavor. Sono stati arrestati in Cina a inizio 2019, accusati di cospirazione contro la sicurezza statale della Cina: e come è lecito sospettare che il caso giudiziario contro la signora di Huawei sia stato politicizzato, è giusto credere che quello dei due canadesi sia sinonimo di rappresaglia montata da un sistema giudiziario opaco come quello cinese.

    Kovrig e Spavor non sono agli arresti domiciliari in una bella villa, ma in carcere.

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