Carlos Passerini per “il Corriere della Sera”
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C’è l' intesa. Sei mesi (a 2,7 milioni netti) e poi vediamo. La formula potremmo sintetizzarla così. La sostanza è che ora Ibrahimovic ci sta: niente accordi pluriennali, non servono. Ci ha pensato un po' su, Zlatan. A 37 anni, 6 o 18 mesi di contratto non sono la stessa cosa.
zlatan ibrahimovich
Poi però è uscito l' orgoglio, la voglia di dimostrare a tutti che l' età non è un problema, non per lui. In questi 8 mesi in Mls ai Galaxy (con i quali è sotto contratto fino al 31 dicembre 2019) ha capito che il calcio yankee non fa ancora per lui. Gran posto la California, sì. Però magari più in là. «Io vengo da un altro pianeta, non rifiuto mai le sfide» ha gridato ieri alla Bbc. Rivuole l' Europa, rivuole il Milan, rivuole Milano.
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La sua signora, Helena, ha già buttato un occhio alle proposte immobiliari del centro. Tu chiamala, se vuoi, nostalgia.
Anche per questo Zlatan ha detto sì ai 6 mesi. Tanto, è la sua convinzione, non farà fatica a dimostrare che riprenderlo è stata una grande idea.
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Ne è convinto anche l' ex a.d. Adriano Galliani: «È un giocatore straordinario e un trascinatore, alzerebbe anche il livello del campionato» ha detto ieri a Radio1 Sport. Chissà.
IBRAHIMOVIC
La piccola grande svolta della Ibra-story è che la questione dei 18 mesi, che nelle scorse settimane aveva rappresentato di fatto l' unico vero nodo, ora è stata superata. Inizialmente lo svedesone aveva preteso una stagione e mezza.
Leonardo e il suo agente Raiola avevano riflettuto a lungo su un complesso sistema di obiettivi individuali e di squadra da raggiungere alla fine di questa stagione affinché scattasse il rinnovo automatico.
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Non sarà necessario. Quel che conta è la volontà delle parti: il Milan vuole Ibra, Ibra vuole il Milan. Che ora deve però muovere la prossima mossa. L' intesa di massima c' è, sta al club rossonero capire se è nelle condizioni di concludere l' operazione.
Perché Leonardo con Raiola e il suo assistito è stato chiaro fin da subito: ti vogliamo, ma prima c' è da capire se possiamo permettercelo. Dipende tutto cioè dalle sanzioni Uefa di metà dicembre.
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Nessun problema in caso di restrizioni alla lista che varrebbero solo per l' Europa League, obiettivo secondario rispetto al quarto posto in campionato. Più complessa la questione in caso di multa elevata, diciamo oltre i 15 milioni. Vero che l' ormai certo riscatto di André Silva da parte del Siviglia ne porterà circa altrettanti come plusvalenza, ma è chiaro che a quel punto Leonardo dovrebbe fare i conti con le priorità tecniche. Se un mese fa il terzo centravanti da affiancare a Cutrone e Higuain (che su Ibra non avrebbe messo veti, a differenza di quanto ipotizza qualcuno) era il tema principale, nelle ultime settimane lo scenario è radicalmente cambiato a causa dell' impressionante serie di infortuni che ha spolpato il Diavolo.
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Gattuso, che sull' ex compagno è sempre stato cauto, ora avrebbe senz' altro più bisogno di difensori e centrocampisti (al plurale).
Senza rinforzi il quarto posto è ancora una missione possibile? Di certo, molto più ardua. Basta guardare come il Milan si presenterà all' Olimpico domenica nello spareggio Champions con la Lazio.
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Gli mancherà pure il Pipita, squalificato per due giornate dopo la sceneggiata contro l' arbitro Mazzoleni. Oggi sarà a Roma per l' appello, vuole lo sconto. Le scuse (a caldo e a freddo) saranno servite?
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