A cura di GLUCK per Dagospia
il pool di mani pulite: di pietro, greco, davigo
CROLLA IL SIMBOLO DI MANI PULITE
Eccolo lì il simbolo di Mani Pulite mostrare oggi le crepe di un sistema giudiziario da cui (grazie alla stampa codina) sembrava immune dopo la gestione manettara della ditta Borrelli & Di Pietro.
Ma già all’inizio del secolo scorso Karl Kraus metteva in guardia sul “dispotismo” del giornalismo nei tribunali e sulla “proliferazione delle cricche” tra i custodi della legge ben oliato ai tempi di Tangentopoli. Ben prima, insomma, delle gogne mediatiche degli anni Novanta e delle rivelazioni dell’ex presidente dell’Anm, Luca Palamara, su un sistema spartitorio anche al Csm.
greco e di pietro
Delle querelle, per usare un eufemismo, tra la procura e i magistrati giudicanti i grandi quotidiani stavolta hanno preferito voltare le spalle allo scandalo al Palazzaccio piacentiniano di Porta Vittoria. Solo un colonnino sul “Corriere”, che vanta tra i migliori cronisti su piazza (Ferrarella), per registrare il Botta & Risposta tra il procuratore capo, Francesco Greco, e il presidente del tribunale, Domenico Bichi. Cose mai viste prima!
GUERRA DI TOGHE: GRECO VS BICHI
bichi
Lo scontro al calor bianco ha preso avvio dopo l’assoluzione degli imputati nel processo Eni-Nigeria “per insussistenza della corruzione”. I pm, De Pasquale e Spadaro, sconfitti in aula avrebbero dato adito a insinuazioni sull’operato dei giudici terzi, che hanno costretto Bichi a dichiarare che esse “rappresentano un gravissimo degrado inedito persino per i giudici” già abituati a subire “attacchi scomposti e offensivi”. Con Greco, sulla via della pensione (in autunno), a schierarsi con i suoi procuratori.
palazzo giustizia milano
IL PALAZZACCIO DEI VELENI COME IL PORTO DELLE COMARI
“Per anni a noi avvocati ci hanno scassato la minchia con la favoletta che le sentenze non si commentano, si appellano. E adesso sono i procuratori che criticano le sentenze del tribunale e si scannano a legnate”. Mentre sfoglia un volume nella libreria l’Accademia di Porta Vittoria, a due passi dal Palazzaccio, il noto penalista siciliano mostra tutta la sua ira per lo spettacolo offerto dal procuratore Greco e dai suoi sostituti. Per concludere enfatico sullo stato della legge a Milano: “Se la giustizia non portasse la benda agli occhi, oggi proverebbe soltanto orrore e vergogna per questa guerra insana tra toghe”.
claudio descalzi 1
fabio de Pasquale
UN VACCINO (POLITICO) MA PER LA MALASINITA’
“Non è in discussione l’eccellenza del sistema sanitario lombardo anche se la pandemia ha mostrato parecchie crepe nell’apparto pubblico e privato, ma i ritardi, imperdonabili, sulle vaccinazioni sono colpa esclusiva della politica, di chi ci governa al Pirellone”. Il luminare non usa mezze parole nel denunciare il dramma della nostra regione guidata da una giunta di centro-destra.
GIULIO GALLERA ATTILIO FONTANA BY CARLI
“In questi mesi, dopo l’annuncio dell’arrivo del siero anti Covid, non c’è stata un minimo di programmazione da parte della regione Lombardia non tanto per risolvere il problema assai complesso delle inoculazioni di massa ma per stendere un piano passabile”, aggiunge. E ancora: “Sa, un anno fa, chi era il politico più ascoltato nonostante le gaffe accumulate sui numeri della pandemia? L’assessore al Welfare, il leghista Giulio Gallera’’.
DA EROICO BERTOLASO A BERTO-LESO TAPINO
attilio fontana e giulio gallera senza mascherina a roma
Fontana ha aspettato l’inizio di gennaio per sostituire Gallera con Letizia Moratti e ingaggiare l’ex capo della protezione civile, il povero Bertolaso, che ha subito chiesto: si è fatta almeno una simulazione, come nei casi di terremoto, su come avviare la vaccinazione? Al Pirellone sono caduti dalle nuvole. E sino fatti male, comunque.
GUIDO BERTOLASO ATTILIO FONTANA LETIZIA MORATTI
I NEGAZIONISTI A MEZZO STAMPA
A leggere le gazzette lombarde la tragedia del coronavirus con i suoi oltre trentamila morti si registra ahimè solo la confusione (e la reticenza) che regna non soltanto al Pirellone, ma anche nelle redazioni dei giornali. Diceva un imperdonabile snob: “Se la cacca la copri con un aristocratico cilindro sempre cacca resta”. Non fanno eccezione due illustri e bravi ex cronisti del Corrierone: Vittorio Feltri e Alessandro Sallusti.
Libero Raggi
PER “LIBERO” LA RAGGI COME IL CORNAVIRUS
Su “Libero” il primo titola, buttando la palla in curva Sud e chiamando in causa in prima pagina la sindaca di Roma: ‘’Concorrenza al virus/Le buche di Roma ne uccidono 50 l’anno”. E nei panni dell’ultimo giapponese si è calato pure il direttore de “Il Giornale”, che litiga sui numeri della pandemia anche in tv. Ma come per certi osti che una volta esponevano l’insegna (ingannevole): “Qui mangiate come a casa vostra”, con certi sleali trucchetti si rischia di perdere i clienti (in edicola). Non fa accezione il “Corriere” di un altro Fontana (da un Fontana, Attilio a un Fontana Luciano, siamo sempre lì quanto a competenza).
cairo luciano fontana
UN FONTANA (ATTILIO) VALE L’ALTRO (LUCIANO)
Nella sua lotta intestina fra tenere basso il dramma della pandemia e tenere alto il morale dei milanesi, l’omino di via Solferino dedica una intera pagina sui furbetti del vaccino, dimenticando ovviamente quelli Vip di casa sua. E ai lettori, considerati popolo bue, regala un titolo della speranza (che sarà tradita): “Dopo pandemia. Turisti, si parte dai voli Covid-free”. Buon viaggio (all’inferno).
andrea orcel di unicredit
ORCEL, PRIMATISTA EUROPEO DEI BANCHIERI
Il Milan viene eliminato dalla Champions League, ma nel frattempo la città del Panettone (d’oro) conquista il palmares del banchiere più pagato in Europa, Andrea Orcel che Unicredit ha ingaggiato con 7 milioni e 500 mila euro annui. Nemmeno fosse Ronaldo o Messi. Nella classifica dei paperoni degli istituti di credito il successore di Jean Pierre Mustier (2,4 milioni), supera così il numero uno di IntesaSanPaolo (6,194 milioni).