Il sospetto è che, stavolta, sia più voyeurismo che reale volontà di denunciare un malcostume o, peggio, un abuso di farmaci. Il che non significa che, come le precedenti, l’ultima uscita di Fancy Bears, il celebre (o famigerato) team di spionaggio informatico associato all’intelligence russa, non faccia parecchio rumore.
IAQUINTA 1
Anche perché la denuncia dei 25 beneficiari al Mondiale 2010 di esenzioni a scopo terapeutico, divulgata ieri, è l’esordio assoluto del gruppo nel calcio, dopo le scorribande olimpiche. E siccome la lista degli esentati si accompagna ad un altro elenco di 150 positività – rigorosamente anonime – registrate nel 2015 (che, dicono gli hacker russi, «nel 2016 sono salite a 200»), Fancy Bears conclude che «i giocatori che unanimemente affermano come il calcio sia libero dal doping, mentono».
Su oltre 700 giocatori
CAMORANESI
Ma andiamo con ordine. Le esenzioni fanno più gola perché sono associate a nomi e cognomi. Venticinque in rappresentanza di 12 Paesi. Venticinque - è bene sottolinearlo - su oltre 700 giocatori convocati dalle 32 squadre che parteciparono al Mondiale sudafricano, sette anni fa, quando peraltro erano richieste domande di esenzione oggi non più necessarie. «Una percentuale di “acciaccati”, definiamoli così, tutto sommato accettabile», commenta Paolo Borrione, ematologo, docente all’Università del Foro Italico. Certamente, un bel gruppo di allergici, asmatici, raffreddati, indolenziti o alle prese con qualche dente del giudizio, almeno stando alle sostanze – proibite – che chiesero e ottennero di prendere per curarsi.
Diego Milito
MEDICINALI — Cinque argentini, quattro tedeschi, tre neozelandesi, le Nazionali più rappresentate, se così si può dire. Non ci sono spagnoli che quel Mondiale lo vinsero. Milito, Tevez, Veron, Heinze, Gomez, tutte nostre vecchie conoscenze, e l’olandese Kuyt i nomi più celebri. Tra gli argentini andava soprattutto il betametasone, corticosteroide presente nel popolarissimo Bentelan, sostanza che nella vita di tutti i giorni viene presa per via orale, utile a combattere reazioni allergiche (a pollini, acari o alimenti) o reumatismi.
Se preso con ambizioni dopanti, il betametasone aumenta il metabolismo, la concentrazione degli zuccheri nel sangue e la pressione. Si usa in fiale e aumenta la capacità a sopportare la fatica e rende generalmente più pronti allo sforzo. Tra gli argentini, Milito - che sette anni fa aveva appena messo la firma da protagonista sul Triplete interista - chiese di essere esentato anche per il salbutamolo (broncodilatatore preso pure da tedeschi, cileni, algerini, ivoriani e sloveni) e formoterolo, altro farmaco somministrato per le malattie ostruttive respiratorie.
E GLI ITALIANI? — Due gli esentati di quella infelice spedizione sudafricana, Vincenzo Iaquinta e Mauro Camoranesi. Il primo per il betametasone, il secondo per il triacinolone, altro corticosteirode da infiltrazione. Una galassia, quella di queste nuovi esenzioni a scopo terapeutico, che è molto arduo ricollegare a pratiche dopanti, «meno ad un uso eccessivo di farmaci - racconta Borrione -, ma questo è il solito grande tema delle esenzioni: quanti farmaci siamo disposti a prendere pur di scendere in campo?».
Carlitos Tevez
POCHI? TANTI? — Più lunga (e inquietante) la lista delle presunte positività calcistiche riscontrate nel 2015, di cui Fancy Bears fornisce solo laboratori di provenienza e sostante pizzicate. C’è un po’ di tutto, dagli stimolanti ai diuretici, dagli ormoni anabolici ai cortisonici, dai narcotici alla cannabis. Molto Messico, parecchio Sudamerica, non troppa Europa, una spruzzata di Italia, presente con quattro casi. C’è da allarmarsi? «Difficile dirlo – spiega Paolo Borrione –, com’è difficile dire se siamo di fronte ad una replica di quanto avvenuto per Olimpiadi, con campioni rianalizzati a distanza di anni. Una cosa possiamo dirla: il calcio è lo sport più controllato al mondo, solo in Italia si fanno seimila test all’anno, 150 casi in dodici mesi non sono un’enormità, anzi. E menomale».