Claudio Reale per repubblica.it
miccichè schifani
La legislatura è appena cominciata, ma Renato Schifani rischia già di rimanere senza maggioranza: nel giorno in cui nasce la sua giunta, con la resa incondizionata alle richieste di Fratelli d’Italia e uno sgarbo ai deputati meloniani Giusi Savarino e Giorgio Assenza, esclusi dalla lista degli assessori, Forza Italia assiste a uno scisma, con la nascita di due gruppi distinti, uno dei quali con il governatore, e l’elezione di altrettanti capigruppo.
La giornata inizia però con il via libera anche alle ultime richieste di FdI: i meloniani — sospinti dai ministri Francesco Lollobrigida e Nello Musumeci — ottengono l’inserimento in giunta di due esterni, Francesco Scarpinato, che prende la delega al Turismo, e “lady Razza” Elena Pagana, che invece incassa quella all’Ambiente. Esclusi all’ultimo istante Savarino e Assenza, la lista meloniana si completa così con Alessandro Aricò (Infrastrutture) ed Elvira Amata (Beni culturali): FdI, dunque, ottiene tutto quello che aveva chiesto, inclusa la delega al Turismo reclamata anche dal forzista Edy Tamajo.
Quest’ultimo è a sua volta assessore, ma alle Attività produttive: avrà al fianco Marco Falcone, che viene incaricato di seguire l’Economia e incamera a sorpresa la competenza sulla Programmazione, cioè sui fondi europei, che invece Musumeci aveva incluso fra le prerogative dirette della presidenza della Regione. Fra i berlusconiani arriva poi anche l’unica tecnica in senso proprio: la nomina di Giovanna Volo alla Salute, però, non è di certo una novità delle ultime ore.
miccichè schifani
Il resto, d’altro canto, è tutto come da programma: alla presentazione in programma dpmani alle 10 a Palazzo d’Orléans ci saranno il leghista Luca Sammartino nella parte del vicepresidente con delega all’Agricoltura, l’altro salviniano Girolamo Turano come assessore all’Istruzione e poi l’autonomista Roberto Di Mauro (Energia) e i democristiani Nuccia Albano (Lavoro) e Andrea Messina (Enti locali). Alle 11 gli assessori traslocheranno all’Ars per il giuramento che segnerà l’inizio ufficiale della loro attività al governo della Regione.
renato schifani
Lì, però, troveranno un’Assemblea già balcanizzata. Perché l’ultima sorpresa è quello che succede in Forza Italia: Falcone convoca una riunione del gruppo, ma il coordinatore del partito Gianfranco Miccichè ne contesta la legittimità e con altri quattro deputati (Tommaso Calderone, Nicola D’Agostino, Riccardo Gennuso e Michele Mancuso) dà vita a una formazione scissionista e si fa eleggere alla sua guida. Gli altri otto, incluso Schifani, scelgono invece Stefano Pellegrino: il problema è che entrambi i soggetti reclamano il simbolo, e i miccichiani fanno anche filtrare l’ipotesi di fare opposizione. «Senza noi — ragiona un forzista fedele all’ex ministro — Schifani ha 35 deputati su 70. Chissà, però, se Assenza e Savarino saranno ancora convinti di sostenere questo governo dopo essere stati trattati così». A sera inoltrata, però, Gennuso passa nel gruppo di Pellegrino.
In questo clima domani l’aula deve eleggere i vicepresidenti: una partita sulla quale potrebbe riverberarsi lo scontro forzista, visto che fra i candidati ci sono il miccichiano Mancuso e la falconiana Luisa Lantieri. Il braccio di ferro, però, è previsto anche all’opposizione: il Movimento 5Stelle, che ieri ha eletto capogruppo Antonio De Luca, reclama per Nuccio Di Paola un posto da numero 2 che vuole anche il Pd. La Lega, che ha chiamato alla guida Marianna Caronia, potrebbe invece offrire a Vincenzo Figuccia, escluso last minute dal toto-assessori, un premio di consolazione da deputato questore. Ma le sorprese, in quest’inizio di legislatura, sono sempre dietro l’angolo.
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