Quirino Conti
Quirino Conti per Dagospia
Chi non ricorda l’entusiasmo orgiastico – naturalmente però sempre molto ironico – che zampillò dalle migliori testate nazionali all’apparire di Rocco Siffredi e della sua monumentale (da monumentum) attrezzatura? Identicamente a quello – comunque più colto ma assai meno documentato – per le doti a sua volta sregolate del bellissimo Michael Fassbender.
ROCCO SIFFREDI MALENA
Tanto che, divenuta la dote del primo un luogo comune come i trulli pugliesi o i cipressi toscani, da subito iniziò a essere accolto (con sottili risatine di assenso e più loschi mugugni tra il goloso e il pudico), persino dalla televisione più accorta; e dalla pubblicità, come un Mulino Bianco.
achille lauro
Mentre il tedesco era costretto ogni volta a spiegare le ragioni coltissime del suo smisurato snudamento; bastando all’altro, all’abruzzese, presentarsi ridanciano in video con moglie e figli, naturali destinatari delle lucrose rendite di una così grande impresa familiare.
achille lauro
Fino a che non comparve Achille Lauro, che di tutte queste volumetrie fece da subito merce da norcineria. Lui, il solo, l’unico, dopo i grandi Porporino e Senesino, a poter inalberare con orgoglio e mollezza un’assenza tanto desiderabile. Come solo nel Rococò per angeli paffutissimi, ma anche più anticamente su eroici kouroi che, bellissimi e forti, dunque coraggiosi e valorosi, dovevano all’aggraziata modestia dei loro sessi la garanzia di un valore morale intemerato.
achille lauro
E la Moda ebbe finalmente il suo modello, dopo i primi sparuti esemplari da Riccardo Tisci per Givenchy, quelli da John Galliano per Margiela, e ora il deflagrante ermafroditismo degli interpreti di Gucci. Ai quali nei composit non si richiede più altezza e spalle ma l’evidenza di un vuoto inguinale consolante e poetico.
michael fassbender nudo in hunger
Altro che Bolle con il suo antistante zaino, e quei giovanottoni che da Armani e Versace dovevano forzosamente usare pantaloni vasti e dal cavallo alle ginocchia per un alluso contenuto di smisurate proporzioni.
E la Moda ebbe finalmente la sua modernità, in carne e ossa (si fa per dire). Mentre maschi sempre più indolenti gratificavano le proprie compagne di una grazia sconosciuta fino a oggi: con un nuovo genere quale solo la pittura ha da sempre descritto.
Meno che a Mantova con quel millantatore di Giulio Romano. Che però, del resto, ora si dice non più troppo gradito dopo l’apparizione malandrina di Lauro. Consolazione un po’ per tutti: per i concisi di natura – così tanto tartassati fino a ora – e per le loro signore, non più obbligate all’elogio fasullo del proprio partner. Perché divenuto davvero (finalmente) di gran moda.
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