DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL…
(ANSA) - "Per me era semplicemente mio papà, per me era normalità vederlo. Lo vedevo spesso, però non avevo idea chi fosse e avesse una vita pubblica, che tutti lo conoscessero". E' cominciato così il racconto Niko Cotugno, figlio di Toto e nato da una relazione extraconiugale, che ha ricordato, in esclusiva a Domenica In su Rai1 con Mara Venier, il cantante scomparso lo scorso agosto a 80 anni.
"Ho questo ricordo, che ricordo col sorriso - ha detto Niko, che ha 35 anni - ero in auto con lui, c'era in radio 'Voglio andare a vivere in campagna' e c'era qualcosa che non tornava perché il timbro era uguale, lui mi aveva detto che faceva l'ingegnere... Era un modo per tutelarmi e proteggere la mia privacy e probabilmente anche la sua, la cosa particolare è quando è venuto fuori che era una persona famosa ed è stato uno shock".
"L'ho scoperto perché è venuto fuori sui giornali, anche in internet c'è, senza entrare troppo nei dettagli... - ha aggiunto - la storia l'ho scoperta perché era uscita questa cosa sui giornali ed ha dovuto dirmelo, in particolare il mio bisnonno me lo disse, lui venne in camera e mi disse 'Tuo padre è Toto Cutugno'..."
"È stato un papà presente - ha raccontato ancora -, ho sempre sentito molto amore da parte sua ma anche estremamente giovanile, era molto alla mano anche coi miei amici, ovunque andassimo stava sempre allo scherzo, ma ci teneva avessi quelle due/tre regole di rispetto ed educazione, ricordo magari laddove fossi stato inopportuno, si scaldava molto, diventava velocemente nervoso..."
"Questa fase del tumore, io avevo 18 anni, è stata vissuta a modo e suo, forse non aveva accettato questa cosa, non si è preso del tempo per curarsi per stare tranquillo - ha detto ancora -. Mi ricordo che faceva la chemio durante la settimana e il weekend andava a fare i concerti, addirittura anche quando perse i capelli, si era inventato questa cosa che era per una fiction, è riuscito a combattere con grande coraggio, per me è stata una grande fonte d'ispirazione di come non si piegava a questa malattia".
"Noi abbiamo una differenza d'età importante, aveva 80 anni papà, io 34, il pensiero di perderlo ce l'ho sempre avuto - ha confidato Niko Cotugno -. Il pensiero del dopo, è sempre stata una figura centrale e quindi ti direi che questo passaggio, messaggio, se volgiamo chiamarlo così, non è stato tanto verbale ma abbiamo condiviso letteralmente gli ultimi giorni della sua vita con grande tenerezza e affetto, spesso in silenzio, ed è stata proprio la presenza a curare un momento così drammatico".
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