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    “MIO PADRE MI PORTÒ DALLO PSICHIATRA PERCHÉ ERO FISSATO PER LA MAGIA” – IL MAGO SILVAN A 86 ANNI HA SEMPRE IL MAZZO IN MANO: “MI ALLENO UN PAIO D'ORE OGNI SERA, PER MANIPOLARE 140 CARTE DA GIOCO SERVE ESERCIZIO COSTANTE. IO NON FACCIO NÉ INTERPRETO IL MAGO. LO SONO. SONO UN PO’ COME IL SACERDOTE” – “LA TECNOLOGIA NON METTE A RISCHIO LA MAGIA, MA TEMO CHE L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE SUGGERIRÀ COSA SI DEVE PENSARE” – VIDEO


     
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    Estratto dell’articolo di Giulia Cazzaniga per “la Verità”

     

    il mago silvan il mago silvan

    Ha tante voci, il mago Silvan al telefono. C’è quella morbida e suadente per l’incantesimo di chi lo ascolta, quella ferocemente sdegnata quando parla delle guerre in corso. È poi divertente mentre imita i dialoghi goldoniani per le vie della sua Venezia, che ama «visceralmente».

     

    Mitologico, senza date, non ha età e ci prega di non domandargliela. Ha viaggiato in ogni angolo del globo dove si è fatto conoscere e ha studiato i trucchi dei più grandi illusionisti della storia. Ha studiato «Ermete Trismegisto e testi che risalgono all’ellenismo», perché «i maghi nell’antichità facevano cose incredibili». […] All’anagrafe è registrato come Aldo Savoldello.

     

    Ma c’è qualcuno che la chiama ancora Aldo?

    mago silvan 9 mago silvan 9

    «Ma certo, gli amici. Ci sono quelli sparsi in tutto il mondo e quelli a Venezia. Anche se qualcuno ogni tanto mi stupisce: sei diventato cosi famoso che ho avuto paura di salutarti. Ma scherziamo, quasi ci rimango male: sono sempre io, l’Aldo che a 11 anni si esibiva davanti a Orson Welles e in tutti gli oratori della città di fronte a un pubblico formato da genitori e sacerdoti.

     

    Duravano anche per più di tre ore consecutive i miei spettacoli di allora, sa? Ho grande rispetto per il pubblico. Dopo ogni mio spettacolo mi intrattengo sempre per almeno due ore a fare selfie. Che una volta erano cartoline autografate».

     

    […]

     

    mago silvan mago silvan

    Non basta la destrezza con le mani? Occorrono anche tanti libri?

    «Posseggo 4.000 titoli: i libri sono la mia passione. La storia della magia ha anche una rilevanza storica e culturale da non sottovalutare. Certo, la pratica è importante. Ogni sera dedico ancora un paio d’ore all’allenamento. Per manipolare 140 carte da gioco con una mano serve un esercizio costante. Ma questo è richiesto anche negli sport, no? Per fare il mio mestiere serve però molto altro».

     

    Doti particolari?

    «Quando si alza il sipario devo intrattenere e stupire la platea, e io non faccio né interpreto il mago. Lo sono. Questo è quello che cerco di trasmettere al pubblico, quando taglio una splendida ragazza in 8 pezzi, la faccio levitare a mezz’aria, la trasformo in una tigre, o compio degli esperimenti prodigiosi pseudo paranormali. Sono un po’ come il sacerdote, che sempre prete è, anche senza l’abito talare».

     

     

    E un po’ psicologo?

    MAGO SILVAN PAPA FRANCESCO MAGO SILVAN PAPA FRANCESCO

    «Non possiedo ovviamente doti paranormali, ma ho in effetti la capacità di influenzare psicologicamente il comportamento mentale di una persona».

     

    Come fa?

    «Non basta sapere come funziona un trucco, per essere il mago. Occorre capire come funziona la mente umana, traendo a proprio vantaggio gli errori di ragionamento di idee abituali. Un esempio pratico: se per strada tagliassi una donna a metà mi ricovererebbero immediatamente al manicomio, ma se in un teatro reso soffuso dalle tenui luci, con l’ausilio delle note di un brano musicale di notevole drammaticità, la taglio in due o otto pezzi il pubblico applaude. Perché associa alla sua verità, alla sua cultura, ciò che è soltanto finzione teatrale».

     

    […]

     

    E lei è mai stato in analisi?

    RAFFAELLA CARRA SU TRE SCIMITARRE DEL MAGO SILVAN RAFFAELLA CARRA SU TRE SCIMITARRE DEL MAGO SILVAN

    «Mai nella vita. Anche se mio padre mi portò dallo psichiatra, allarmato da questa mia intensa passione per la magia. Si risolse subito, naturalmente. Qualche anno fa succedeva spesso però che le persone mi telefonassero o fermassero per strada per una sorta di seduta. Mi ritenevano evidentemente capace di comprendere le loro essenze. Fino agli eccessi delle signore che mi offrivano assegni in bianco affinché rivelassi loro se il marito le stesse tradendo».

     

    Credevano insomma che lei avesse dei poteri?

    «Sarà che l’irrazionale ha enorme importanza in ciascuno di noi».

     

    mago silvan 11 mago silvan 11

    Vale per tutti, l’incanto?

    «Ricordo un divertente episodio. Molti anni fa ero negli studi Rai a registrare i miei spettacoli televisivi Sim Sala Bim. Arrivò il momento di un numero in cui facevo levitare a tre metri di altezza la mia partner Evelyn Hanack. Immagini l’espressione del mio volto, la postura, la mia voce che intimava “ti stai sollevando”, la gestualità che assumevo durante l’esperimento.

     

    Al termine il famoso giornalista Ugo Zatterin - allora direttore del centro di produzione a Torino - piombò in studio ansante e trafelato, a portarmi un bicchiere d’acqua. Mi fece sedere, preoccupato per me, e chiedendomi per le supposte energie disperse se mi sentivo bene».

     

    […]

     

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    All’Arlecchino di Milano qualche giorno fa erano applausi scroscianti e standing ovation.

    «Magia. Si ripete sempre. È cultura, la magia. L’arte del reale che non è reale».

     

    Possiamo farne a meno?

    «Non credo. Pensi che monotonia la nostra vita, se perdessimo la capacità di stupirci. D’altronde gli oroscopi si leggono ancora. C’è poi chi va a farsi leggere la mano, per sentirsi bene. Ovvio, sono cose molto diverse e distanti dalla prestidigitazione, ma hanno tutte a che fare con questa particolare attrazione che fa consistere l’essenza filosofica dell’uomo. Ciò che non si conosce, in un mio spettacolo sviluppa curiosità ed estasi. E la curiosità non deve essere mai appagata».

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    Le è mai successo di non comprendere un trucco di un altro mago?

    «Raramente. Anche se la cultura magica è come una piantina, che cresce un poco alla volta dentro di te. Nonostante le mie letture e migliaia di esperienze magiche mi ritengo a metà strada della conoscenza».

     

    Legge anche testi che non hanno a che fare con la magia?

    «Ho studiato anche le religioni. Ho avuto l’onore di intrattenere tre Papi, sa? Giovanni XXXIII, papa Luciani e papa Bergoglio, ai Giardini Vaticani».

     

    È cattolico?

    «Ho fede in Dio perché non posso fare a meno di credere nell’ultraterreno. A volte sorge in me il bisogno di entrare e inginocchiarmi in una chiesa, anche se non le frequento tanto spesso».

     

    C’è qualcosa che stupisce il mago Silvan?

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    «Mi stupisce e mi incanta tutta questa tecnologia di oggi. Mio figlio che parla con l’orologio al polso e io che posso connettermi con gli amici di New York, Tokyo, Londra e Parigi in un attimo. Quelli della mia generazione restavano a bocca aperta per un film al cinema di James Bond o per la tv a colori… e guardi ora cosa sta accadendo».

     

     Scienza e tecnologia non sono nemici del suo mestiere?

    «No. Il rischio, temo però, è che si perda l’identità dell’uomo. Penso ad esempio alla intelligenza artificiale, che potrebbe anche scavalcare alcuni limiti importanti. Spero che nessuno pensi mai di potersi far suggerire quello che deve pensare».

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