Paolo Travisi per www.leggo.it
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Tutta colpa della fortuna o della sfortuna? Un gruppo di tre amici vince quasi 500 mila euro alle macchinette videolottery della Snaitech, ma dopo dieci anni la corte d'appello di Firenze ha deciso che i vincitori devono restituire la somma di mezzo milione di euro, incassata nel 2012. Motivo? La vincita avvenne in dubbie circostanze, cioè nel caso di un'anomalia tecnica, ma i tre riuscirono ad ottenere comunque i soldi tramite un decreto ingiuntivo del Tribunale, che però in appello ha stabilito il contrario.
La storia "fortunata"
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I tre giocatori avevano vinto l'importante somma, 494 mila euro, giocando a una videolottery di una sala giochi sulla via Nuova per Pisa, ma per un’anomalia del sistema che in 17 minuti aveva erogato ticket vincenti, riferiti al jackpot nazionale con un massimale di 500mila euro; ma la società in questione, la Snaitech aveva da subito contestato tutti i biglietti vincenti e diramato anche un comunicato stampa (il 18 aprile del 2012) per spiegare l'accaduto. Chiaramente tutti i vincitori di quella sera "fortunata" fecero causa all'azienda, reclamando le vincite, ma nessuno ha ricevuto un centesimo, eccetto i tre amici toscani 40enni che hanno ottenuto la vincita con un decreto ingiuntivo emesso dal tribunale di Pisa, che ha intimato alla società di versare quanto dovuto ai vincitori.
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La società impugna la causa
Nel 2018 la Snaitech va in appello e dopo 10 anni da quella sera "fortunata" i giudici d’Appello di Firenze, si pronunciano in senso opposto al primo grado: “La corte di Appello di Firenze...condanna gli appellati a restituire a Snaitech tutte le somme ricevute in dipendenza del decreto ingiuntivo revocato e della pronuncia impugnata, somme da maggiorarsi con gli interessi di legge a decorrere dalle date dei pagamenti. Spese di entrambi i gradi compensate”.
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Secondo i giudici di secondo grado, infatti, «il malfunzionamento del sistema avvenuto il giorno 16 aprile 2012 può considerarsi fatto accertato e non più contestabile. Del resto, elementi indiziari, che confermano ulteriormente la superiore conclusione, sono stati forniti dalla stessa difesa di parte appellata con la produzione delle dichiarazioni del responsabile del punto Snai, dove l’uomo giocò, raccolte nell’immediatezza del fatto dalla guardia di finanza, già sopra richiamate. Si ribadisce infatti che l’anomalia era resa del tutto evidente e percepibile dallo stesso giocatore in ragione del fatto – sottolineato dal responsabile, e non specificatamente contestato dall’uomo, che la vincita riportata nel ticket emesso dalla macchinetta, in possesso dell’uomo, indicava un importo superiore al jackpot fino ad allora accumulato e ben visibile su display dell’apparecchio che era di 401mila euro”.
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Per i tre giocatori è un fulmine a ciel sereno, perché dovranno restituire il mezzo milione di euro. E lo domanda che chiunque si porrebbe è la stessa. Lo avranno già speso? Ora, è molto probabile, che vista la somma in gioco, la parola finale spetterà alla Corte di Cassazione, che potrà decidere se i tre "fortunati" dovranno realmente restituire il mezzo milione di euro, o potranno veramente considerarsi fortunati.